Dopo la festa per il titolo conquista a Motegi, per Marc Marquez è già ora di rimettersi al lavoro. Sull’isola di Lombok lo aspetta il circuito di Mandalika. “Mi sarebbe piaciuto riposarmi un po’, ma la vita è così e domani devo ritornare in sella” sorride il neo campione del mondo. Rimangono 5 Gran Premi e la possibilità di battere il record di 13 vittorie stagionali che gli appartiene.
Com’è stato vincere questo Mondiale?
“Emozionante, ma più equilibrato che in passato. A livello di energie, mi sento più stanco che mai. Non perché abbia fatto tante cose in questi giorni, tra eventi e interviste, ma per il calo di adrenalina. Quando lunedì mi sono svegliato mi sentivo come se non mi fossi allenato per due mesi”.
Fra tutti i messaggi che hai ricevuto, quale ti ha colpito di più?
“Non faccio un nome perché ci sono state tante persone che sono per me dei riferimenti che mi hanno fatto le congratulazioni, ex piloti, come Lorenzo, Pedrosa e Dovizioso. Però il messaggio più importante è stato quello di mia madre che non era in Giappone”.
Qual è il tuo obiettivo per questi ultimi GP?
“Quando in passato avevo vinto il titolo e rimanevano alcune gare da correre, pensavo ad attaccare e vincere tutto, ma in questa stagione ho sofferto la pressione e voglio solo divertirmi. Darà il massimo, ma la priorità è non fare errori stupidi perché, quando hai raggiunto il principale obiettivo, l’adrenalina scende e a volte non hai la stessa concentrazione. Sento che devo finire l'anno senza farmi male e con la stessa mentalità equilibrata: essere costante per preparare al meglio il 2026, e perché non ho voglia di mettermi altra pressione”.
Vincere qui e a Portimao, dove non ci sei mai riuscito, è una motivazione?
“Vediamo come andrà. In questa pista non ho mai finito una gara, quindi il mio obiettivo è riuscirci (ride). Il secondo è godermi questi ultimi 5 Gran Premi senza pressione. Se in un turno sarò 5° o 6°, ne avrò un’altra dopo. Avrò tempo per mettermi pressione nel 2026. Per ora la mia mentalità è questa, poi vedremo domani quando salirò in moto”.
Sei pronto ad accontentarti?
“Continuerò a dare il 100%, ma io, come molti sportivi, lavoro meglio quando c’è molta pressione, è una combinazione di adrenalina e concentrazione. Mi è successo molte volte, dopo avere conquistato il titolo, di cadere nella gara successiva, perché mi era mancata concentrazione, non stavo attento a tutti gli aspetti. La voglia di essere veloce è la stessa, ma l’ambizione me la tengo per il 2026”.
C’è il tuo record di vittorie del 2014 da battere…
“Quante ne avevo fatte? Tredici? Ora sono a 11, si può fare. Lo penso perché ci saranno Phillip Island e Valencia, due circuiti buoni, ma Mandalika, Sepang e Portimao non sono i migliori per me, anche se posso difendermi. Vedremo, non voglio mettermi pressione. Dico sempre la stessa cosa, non mi importa. Cercherò di dare il massimo, ma non sento di potere vincere tutto. L’obiettivo è sempre essere sul podio, questo mi piacerebbe, ma se non riuscirò a vincere non sarà un problema”.
Qualche battaglia in pista ti farebbe piacere?
“Se avrò la possibilità di lottare ci proverò, ma abbiamo visto che è difficile farlo con queste moto. Ad esempio, a Motegi ha vinto Pecco, ma quanto era diverso rispetto al Pecco di Misano? Alla fine, le sue prestazioni erano le stesse, la moto più o meno la stessa, ma è partito davanti invece che in mezzo al gruppo. Lo stesso vale per Alex: a Barcellona era partito in pole, in Giappone in mezzo al gruppo, è questa la differenza. È difficilissimo superare con queste moto, non puoi farne più di 6 o 7 in una gara”.
Tuo fratello Alex si gioca il secondo posto in campionato, due fratelli non hanno mai fatto doppietta.
“Non posso entrare in queste cose, ognuno farà il suo. Io darò il mio 100% e cercherò di ottenere il massimo per me, come sempre in questa stagioni. Sono due piloti Ducati, uno è il mio compagno di squadra e l’altro mio fratello, faranno il suo campionato. Alex è abbastanza velocità per riuscirci da solo. La normalità sarebbe che fosse Pecco 2°, se anche Alex facesse 3° sarebbe comunque un grande risultato, perché è in un team satellite e ha la moto dello scorso anno. Con il team ufficiale noi ogni fine settimana, se vogliamo provare cose, le possiamo provare, abbiamo tutte le risorse possibili. In un team satellite hai quello che hai, che è già una moto molto buona per vincere gare, ma durante l'anno non hai evoluzione. E per questo, se noti, KTM ufficiale, Aprilia ufficiale, sono quelli che crescono di più durante l'anno, quelli che possono cambiare di più la dinamica. E addirittura si può tornare a pezzi passati. In un team ufficiale tu hai la flessibilità di avere tutto”.
Quando inizierà il lavoro per il 2026?
“Inizia già questo fine settimana. Ho delle cose da provare, cercheremo di giocare un po’ con il setup e di iniziare a lavorare per il prossimo anno. Quando vinci, non tocchi molto la moto, ma ci sono cose da capire e farlo durante il fine settimane di gara è utile. Non pensate che cambierò la moto in continuazione, sono piccoli particolari, ma questo ci permetterà di avere le idee più chiare a Valencia”.