Lo sfizio milionario di un danaroso collezionista di auto d’epoca è costato a due importanti professionisti milanesi un’interdizione dalle loro attività lavorative che finirà inevitabilmente per sporcare il loro curriculum. I fatti salienti di questa storia nella quale si mischiano falsi documenti e un patto di ferro per frodare il fisco e l’Aci l’ha riassunta in un’ordinanza il giudice per le indagini preliminari (Gip) di Milano Alberto Carboni. Ecco chi sono i protagonisti
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