Hayao Miyazaki e L'Airone
Locandina Hayao Miyazaki e L'Airone

Hayao Miyazaki e L'Airone

( Hayao Miyazaki and the Heron )

Al cinema dal: N.D.
Regista: Kaku Arakawa
Genere: Documentario
Anno: 2024
Paese: Giappone
Durata: 120 min
Data di uscita: N.D.
Distribuzione: Lucky Red
Hayao Miyazaki e L'Airone è un film di genere documentario del 2024, diretto da Kaku Arakawa. Durata 120 minuti. Distribuito da Lucky Red.
Data di uscita: N.D.
Genere: Documentario
Anno: 2024
Paese: Giappone
Durata: 120 min
Distribuzione: Lucky Red
Produzione: Studio Ghibli

TRAMA HAYAO MIYAZAKI E L'AIRONE

Hayao Miyazaki e L'Airone, il documentario diretto da Kaku Arakawa, segue la realizzazione del film d’animazione diretto da Hayao Miyazaki, Il Ragazzo e l’Airone.
È una versione ampliata del precedente documentario 2399 Days with Hayao Miyazaki & Studio Ghibli, già trasmesso dalla televisione giapponese e diretto dallo stesso Arakawa. Grazie alle testimonianze del regista Miyazaki e del produttore Toshio Suzuki, abbiamo la possibilità di scoprire il lavoro durato sette anni per la creazione del film.
L’ideazione, il processo creativo e la realizzazione che ha incontrato diversi ostacoli prima di dare alla luce un film Premio Oscar per Milgior Film d’Animazione nel 2024.

CURIOSITÀ SU HAYAO MIYAZAKI E L'AIRONE

Presentato al Festival di Cannes 2024 in occasione della consegna della Palma d’Oro onoraria allo Studio Ghibli.

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Hayao Miyazaki and the Heron: Studio Ghibli rilascia a sorpresa il documentario sulla realizzazione de Il Ragazzo e l'Airone

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Buone notizie per i fans italiani di Hayao Miyazaki. Studio Ghibli ha rilasciato silenziosamente su Max il documentario Hayao Miyazaki and the Heron, che racconta il lungo lavoro che, nell'arco di sei anni, ha portato alla realizzazione de Il Ragazzo e l'Airone.

Hayao Miyazaki and the Heron: Studio Ghibli rilascia a sorpresa il documentario sulla realizzazione de Il Ragazzo e l'Airone

Studio Ghibli ha deciso di fare un regalo inaspettato ai milioni di fan di Hayao Miyazaki, rilasciando a sorpresa un nuovo documentario dedicato al maestro dell'animazione giapponese. Hayao Miyazaki and the Heron è disponibile in streaming su Max, nota piattaforma statunitense. Ciò significa che, sfortunatamente, per vederlo in Italia dovremo attendere ancora. Nel mentre, scopriamo tutto quello che c'è da sapere sull'entusiasmante novità.

Hayao Miyazaki and the Heron è diretto da Kaku Arakawa ed è stato presentato a Cannes 2024 in occasione della consegna della Palma d’Oro onoraria allo Studio Ghibli. Si tratta della versione ampliata del documentario 2399 Days with Hayao Miyazaki & Studio Ghibli, già trasmesso dalla televisione giapponese e diretto dallo stesso Arakawa. Secondo la sinossi ufficiale, è "un documentario che racconta la realizzazione di The Boy and the Heron, girato con accesso esclusivo allo Studio Ghibli nell'arco di ben sette anni". Il film, inoltre, offre una “finestra di due ore nel cuore del processo creativo di Hayao Miyazaki”.

Il Ragazzo e l'Airone, com'è noto, avrebbe dovuto essere l'ultimo lungometraggio diretto dal regista. Tuttavia, nel corso della produzione, l'artista ha fatto marcia indietro e rivelato di star pensando al prossimo progetto cui dedicarsi. Nondimeno, la genesi del lungometraggio vincitore del Premio Oscar e del Golden Globe non può non incuriosire e, dunque, merita il suo spazio. Preparatevi, dunque, a volare dietro le quinte della produzione. Hayao Miyazaki and the Heron, infatti, includerà molte riprese direttamente dal backstage e tanti retroscena che faranno la gioia dei fans.



Quale sarà il prossimo film di Hayao Miyazaki?

È un'occasione unica per scoprire come nasce un anime e quanto lavoro c'è dietro agli amatissimi film targati Studio Ghibli. Ma anche un piacevole diversivo in attesa di scoprire quale sarà la prossima magica avventura alla quale il regista giapponese darà vita. È stato Toshio Suzuki, uno dei fondatori di Studio Ghibli, che ha svelato per primo, a ottobre 2023, che Miyazaki "pensa ogni giorno al prossimo progetto e io non posso fermarlo, anzi ci ho rinunciato".

Non cerco più di dissuaderlo, anche se dovesse dare vita a un film fallimentare. Questo lavoro lo emoziona tantissimo. Proprio poco fa ha iniziato a parlarmi di un nuovo progetto. Finché lui lavorerà io non potrò andare in pensione. Ha 82 anni e penso che andrà avanti fino a 90. Io lo seguirò.

Le ultime indiscrezioni, che risalgono a maggio 2024, sono arrivate direttamente da suo figlio Goro Miyazaki, intervistato da Oricon. "Nei sette anni di pausa dal cinema - ha dichiarato - prima di iniziare a lavorare a Il Ragazzo e L'Airone, ha creato tanti dipinti esclusivi per il Museo [il Museo dello Studio Ghibli a Tokyo, ndr], ma li aveva basati solo sui suoi film passati. Gli ho detto: 'Perché non ne fai alcuni per i tuoi progetti futuri?' Realizzarli solo per le cose passate è noioso. E a quanto ne so mi ha dato retta, perché sta facendo cose inedite proprio adesso. Non so qual è la storia, ma da ciò che ho visto sembra un film di tipo azione-avventura, nostalgico e che ricorda i vecchi tempi".

Non è tutto, perché a novembre Miyazaki riceverà il prestigioso Ramon Magsaysay Award, equivalente asiatico del 'nostro' Premio Nobel.

Fuori orario. Cose (mai) viste compie 35 anni. E la Rai lo festeggia (per fortuna)

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La prima puntata della storica trasmissione ideata dal geniale di Enrico Ghezzi andava in onda il 2 novembre del 1989. Una trasmissione cui tutti gli appassionati di cinema devono molto, moltissimo, forse tutto. E per fortuna, anche in questi tempi infelici, la struttura Rai Cultura ha organizzato azzeccatissimi festeggiamenti.

Fuori orario. Cose (mai) viste compie 35 anni. E la Rai lo festeggia (per fortuna)

Non sono un nostalgico della mia giovinezza in quanto tale, ma del mondo della mia giovinezza sì. Un mondo che agli occhi del me stesso di mezza età appare assai più vivibile, interessante e ricco di quello odierno, e al tempo stesso assai meno becero, triviale, incolto, ignorante.
Una delle cose che più mi mancano di quel mondo, tanto per fare un esempio, è la Rai 3 di Angelo Guglielmi. Tanti, troppi dei programmi di quella rete e quella stagione sono scomparsi, ma alcuni, per fortuna, resistono. Tra quelli che resistono, alcuni hanno cambiato pelle e volti, altri sono rimasti tenacemente fedeli a loro stessi, senza per questo dimenticare di guardarsi attorno, e comprendere i cambiamenti, le evoluzioni e le involuzioni di quanto sta fuori dallo schermo (e dagli schermi).
Uno di questi programmi è ahilui corresponsabile del fatto che io sia qui, su questo sito, a scrivere queste righe. Perché certo, la passione per il cinema c'era già, ma sono e sarò sempre - e come me tantissimi della mia generazione e non solo - eternamente debitore di quello che ha fatto per i miei occhi, la mia testa, il mio sguardo, la mia formazione e la mia cinefilia quel programma che proprio in questi giorni compie 35 splendidi anni: Fuori orario. Cose (mai) viste. E, quindi, il mio debito è anche e soprattutto nei confronti del suo ideatore, il grandissimo Enrico Ghezzi.
La prima puntata di Fuori Orario andava in onda nella notte del 2 novembre 1989. E da allora il cinema in televisione non sarebbe più stato lo stesso, grazie alla straordinaria programmazione fatta da Ghezzi e dai suoi collaboratori, a quel flusso di immagini che obbligava a notti insonni, o a ardite procedure di videoregistrazione in qualità LP che ammantavano le immagini già fuori norma, eccentriche, ardite programmate da Fuori Orario di una patina di low-fi che rendeva il tutto ancora più affascinante e - perché no - romantico.
In occasione di questo compleanno, del compleanno di un programma così fondamentale e germinale, la Rai non poteva non prevedere dei particolari e azzeccatissimi festeggiamenti che sono descritti nel dettaglio nel completo comunicato stampa che vi riporto integralmente qui di seguito.
Io mi limito a dire che, come allora e come ancora oggi, e in particolare in questa ricorrenza, la programmazione di Fuori Orario è sempre più fondamentale in un mondo dove la sovrabbondanza di immagini - quasi sempre immagini brutte, inutili, superficiali - rende necessario ristabilire la loro importanza, il loro spessore, la loro bellezza. E che oltre a permanere su Rai 3, Fuori Orario si è felicemente espanso arrivando a contagiare anche la piattaforma RaiPlay, sulla quale esiste un'ampia sezione di film che nascono dalla curatela delle tante eccellenze che continuano a occuparsi del programma.
E come diceva sempre Enrico, "Buona visione".

Era il 2 novembre 1989 quando - sulla scia di “Schegge” e “La Magnifica Ossessione” – la notte della Rai 3 di Angelo Guglielmi si accendeva con “Fuori Orario cose (mai) viste”, ideata da Enrico Ghezzi. Uno spazio che - riproponendo e rilanciando la domanda di André Bazin: “Che cosa è il cinema?” - è diventato un unicum nella storia della televisione non solo italiana e un punto di riferimento per diverse generazioni di spettatori, cinefili, critici e cineasti. Un “compleanno” al quale Rai Cultura dedica – nelle notti dei weekend fino all’11 novembre – un programma speciale con maestri riconosciuti, rarità da scoprire, film inediti in Italia e importanti ritrovamenti: la prima visione tv di film di Frederick Wiseman, il più importante narratore dell’America contemporanea, proprio nel periodo delle elezioni presidenziali, sette corti e mediometraggi restaurati di Chaplin del periodo d’oro del cinema muto americano, tutte le 25 ore girate da Alberto Grifi al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro nel 1976, il capolavoro ritrovato del cinema sperimentale italiano, “La nott’e’l giorno” di Gianni Castagnoli, e infine “Jeanne Dielman” di Chantal Akerman, eletto “miglior film della storia del cinema” dal referendum tra centinaia di critici internazionali promosso dalla rivista Sight and Sound.
Un programma che sintetizza 35 anni tra riscoperte di cinema non convenzionale e “scavi” nella grande miniera delle Teche Rai, che ha messo in luce tanti lavori prodotti dalla tv italiana di figure cardine del secondo ‘900 come Roberto Rossellini, Carmelo Bene, Ermanno Olmi, Luciano Emmer, Vittorio Cottafavi, Luca Ronconi, Bernardo Bertolucci. Un lavoro che ha permesso di ritrovare veri e propri tesori, tra cui la versione voluta da Orson Welles del suo “Nella terra di Don Chisciotte”, e interi girati inediti delle troupe Rai, come le eruzioni dell’Etna, il viaggio di Paolo VI in India, o la visita in Italia di John Kennedy pochi mesi prima dell’attentato di Dallas.
“Fuori Orario” ha mandato in onda, inoltre, migliaia di film, di natura e provenienza molto diversi, spesso in prima visione e in lingua originale con sottotitoli. Si va dal cinema classico americano - Chaplin, Ford, Hawks, Walsh, Welles, Oliver and Hardy, centinaia di film prodotti dalla RKO – al New American Cinema di Brakhage, Robert Kramer, Snow; il Giappone filmato da Ozu (con la leggendaria retrospettiva completa dei suoi film) come quello di Wakamatsu; i film sovietici di Dziga Vertov e Eisenstein, di Barnet, Kira Muratova, Larissa Scepitko, Marlen Kutziev, e Pelesjan ma anche molte opere rimaste bloccate dalla censura e dalla Guerra Fredda che è stato possibile conoscere soltanto dopo la caduta del Muro di Berlino. Sono presenza costante di questi 35 anni della trasmissione i maggiori registi del cinema europeo dai Lumière a Dreyer, da Renoir a Vigo, la Nouvelle Vague francese di Godard, Rivette, Chabrol, Rohmer come il cinema “contro” di Guy Debord; i tedeschi Lang, Murnau ma anche Fassbinder, Syberberg, Herzog, o il film fiume “I bambini di Golzow” che in 42 ore racconta tre decenni della ex DDR, una delle opere più straordinarie della storia del cinema. Accanto alle cinematografie più conosciute, va sottolineata la grande attenzione al Portogallo di Manoel de Oliveira, Paulo Rocha, Pedro Costa, alla Spagna fiammeggiante di José Val Del Omar e Víctor Erice, ai Paesi in cui il cinema ha trovato maggiori difficoltà storiche ed economiche per affermarsi, come l’Iran, il Brasile, il continente africano, il cinema di Taiwan e Hong-Kong.
Accanto ai maestri della storia del cinema, inoltre, ci sono alcuni tra i maggiori cineasti contemporanei che hanno avuto in “Fuori Orario” un canale che ha permesso agli spettatori italiani di conoscere le loro opere, tra questi vanno ricordati Frederick Wiseman, Takeshi Kitano, Alexander Sokurov, Huillet-Straub, Hou Hsiao-hsien, Edward Yang, Jia Zhang-Ke, Júlio Bressane, Rogério Sganzerla, Glauber Rocha, Raúl Ruiz, Tsai Ming-liang, Alberto Grifi, Ciprì e Maresco, Tonino De Bernardi, Shinya Tsukamoto, Adao Adachi, Amos Gitai, Otar Iosseliani, Amir Naderi, Gianikian-Ricci Lucchi, Philippe Garrel, Leo Carax, Lav Diaz, Wang Bing. Abel Ferrara, Takeshi Kitano.
Lo spirito di ricerca è rimasto una costante del programma nel corso degli anni, ha resistito agli innumerevoli cambiamenti tecnologici, storici e sociali, nonché all’avvicendamento degli autori, anche dopo l’uscita di Ghezzi dalla Rai nel 2019. Grazie anche alle nuove tecnologie e allo sviluppo di RaiPlay, dove “Fuori Orario” ha una striscia di film che si rinnova settimanalmente, offrendo la possibilità di usufruire della programmazione anche in orari differenti da quelli notturni, negli ultimi anni la trasmissione ha approfondito i percorsi già intrapresi ma ha aperto anche a nuove forme e nuovi autori. In questi ultimi cinque anni, accanto a cose ancora (mai) viste di Godard, Straub, Bressane, Sokurov sono stati programmati film di Agnès Varda, di Chantal Akerman, di Rita Azevedo Gomes, di Kelly Reichardt, e per la prima volta film di Jean-Daniel Pollet, Jonas Mekas e molti film africani - da Touki Bouki a “La noire de”, restaurati negli ultimi anni, nonché tanto cinema contemporaneo, italiano e internazionale, di autori come Alessandro Comodin, Fabrizio Ferraro, Lisandro Alonso Thomas Heise Bruno Dumont, Apichatpong Weerasethakul, Ryusuke Hamaguchi, Hong Sang-soo. Costante è rimasta anche l’attenzione alla musica, con film come “Transes” e “Gimme Danger”, ma anche con approfondimenti su figure come Battiato, Dylan, Stratos o Glenn Gould, così come verso il teatro di ricerca con puntate dedicate alle compagnie più originali degli ultimi anni, tra cui Teatro delle Albe, Teatro Valdoca, Motus, Fanny&Alexande. e verso la scrittura, con notti dedicate a autori come William Burroughs o Franz Kafka.
Insieme alla programmazione dei film “Fuori Orario” continua a produrre contenuti originali, come filmati e interviste e la sua ricerca all’interno del patrimonio della Rai, da cui sono riemerse, insieme a rari lavori realizzati da protagonisti del teatro alternativo come Carlo Quartucci o le produzioni legate ai movimenti femministi degli anni ’70, tutte le quindici ore di girato dell’Otello di Carmelo Bene, presentate in anteprima al festival Cinema Ritrovato di Bologna. Negli ultimi anni è stato aperto un dialogo costante con diversi festival e rassegne, sempre al Cinema Ritrovato, Fuori Orario ha presentato lo scorso luglio il restauro di “Tropici”, realizzato da Gianni Amico nel 1967, primo film prodotto dalla Rai e primo restauro realizzato interamente con risorse interne all’azienda.

Qui i seguito il programma dei film messi in onda dal prossimo fine settimana in avanti:

Venerdì 1 novembre

JEANNE DIELMAN, 23 QUAI DU COMMERCE, 1080 BRUXELLES (1975)
di Chantal Akerman
Un referendum tra centinaia di critici internazionali, promosso dalla prestigiosa rivista inglese Sight and Sound, ha assegnato a Jeanne Dielman il primo posto nella classifica dei cento film migliori di tutti i tempi. Negli ultimi anni Fuori Orario ha iniziato la programmazione dei film della grande regista.

Sabato 2 novembre

I FILM DI CHARLIE CHAPLIN DEL PERIODO “FIRST NATION” 1918-1921
(prima visione tv delle versioni restaurate dalla Cineteca di Bologna)
A Day’s Pleasure / Una giornata di vacanza (Charles Chaplin)
A Dog’s Life / Vita da cani (Charles Chaplin ) USA 1919
Sunnyside / Charlot campagnolo (Charles Chaplin) USA 1919
Pay Day /Giorno di paga (Charles Chaplin) USA 1922
Shoulder Arms / Charlot soldato (Charles Chaplin) USA 1918
The Pilgrim / Il pellegrino (Charles Chaplin) USA 1920
The Idle Class / Charlot e la maschera di ferro (Charles Chaplin) USA 1921
Un momento chiave della storia del cinema, in cui Chaplin raggiunge la piena maturità artistica, preparando il passaggio al lungometraggio e realizzando capolavori come Vita da cani, Charlot soldato, Il pellegrino.

Domenica 3 novembre

IL FESTIVAL DEL PROLETARIATO GIOVANILE AL PARCO LAMBRO
di Alberto Grifi (rushes, 3 parte, prima visione tv)

Venerdì 8 novembre

Due notti dedicate al cinema di Frederick Wiseman, il più importante narratore dell’America degli ultimi cinquanta anni. Andrà in onda per la prima volta Monrovia, Indiana ritratto dell’America rurale che, nelle intenzioni del regista, compone un dittico con In Jackson Heights, che racconta la vita quotidiana di una parte di New York multietnica.

MONROVIA, INDIANA (2018, prima visione tv)
di Frederick Wiseman
“Ho pensato che un film incentrato su una piccola comunità̀ rurale del Midwest sarebbe stato il giusto corollario alla serie che ho realizzato sulla vita americana contemporanea. Mentre la vita nelle grandi città della East e West Coast viene regolarmente documentata, mi interessava indagare più̀ da vicino la vita nelle cittadine americane e condividere ciò̀ che ho visto”. (Frederick Wiseman)

IN JACKSON HEIGHTS (2015)
di Frederick Wiseman
Frederick Wiseman, pluripremiato cineasta americano e uno dei più importanti documentaristi della storia del cinema, torna a New York, la città in cui ha girato diversi film dalla fine degli anni Sessanta. Attraverso il racconto delle strade e della vita quotidiana di Jackson Heights, una zona del Queens, Wiseman ci porta nella New York multietnica che prova a rinascere e trasformarsi dopo gli attentati del 2001.

Sabato 9 novembre

CITY HALL (2020)
di Frederick Wiseman
Wiseman racconta la vita contemporanea della sua città, Boston e nello stesso tempo il funzionamento dell’amministrazione pubblica nella democrazia americana. City Hall ritrae un’amministrazione che offre un’ampia varietà di servizi importanti e necessari in una delle maggiori città americane, la cui popolazione ben rappresenta la storia della diversità̀ degli Stati Uniti.

Domenica 10 novembre

IL FESTIVAL DEL PROLETARIATO GIOVANILE AL PARCO LAMBRO
di Alberto Grifi (rushes, 3 parte, prima visione tv)