Il racket degli scafisti con base a Milano: tariffe, case segrete, conti paralleli. Dieci fermi per traversate sui barconi dalla Libia, una finita in naufragio

di Cesare Giuzzi

Seimila euro per arrivare in Italia, cinquemila per la Grecia. I versamenti con l'«hawala». Individuati dalla Dda, dieci cittadini egiziani sono stati bloccati nella notte perché sospettati di fare parte di una cellula dedita al traffico di migranti

Ascolta l'articolo
5 min
i Questo audio è generato in automatico ed è letto da una voce virtuale, per cui potrebbero esserci dei difetti di pronuncia o intonazione.
new

Associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed esercizio abusivo dell’attività creditizia. Sono le accuse nei confronti di dieci egiziani fermati nella notte di mercoledì 16 ottobre dalla squadra Mobile di Milano e del Servizio centrale operativo in un’indagine della Direzione distrettuale antimafia con il coordinamento di Europol nell’ambito dell’Operational Task Force Mediterraneo, a guida italiana. La banda organizzava viaggi con i barconi dalla Libia e via terra attraverso la Grecia per cifre tra i 4 e i 5 mila euro a migrante.

La cellula milanese

Le indagini, avviate nel mese di luglio 2023, hanno evidenziato la presenza di una cellula milanese inserita in un più ampio network criminale internazionale, con ramificazioni in Egitto, Libia e altri Paesi europei, che si muoveva su due fronti. Per primo, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di egiziani e l’esercizio abusivo di attività di prestazione di servizi di pagamento.

Traffico di esseri umani

In questo filone sono emersi soggetti che, vantando specifica esperienza e collegamenti internazionali, hanno creato una rete di contatti tra referenti in Nord Africa e in Europa. È stata documentata, infatti, l’operatività di persone attive nella gestione delle safe house presenti in Libia, al reperimento di beni necessari alla gestione dei migranti durante i mesi di permanenza in territorio libico (cibo, acqua, telefoni, satellitari, schede telefoniche), alla raccolta del denaro per il pagamento delle varie tratte e alla individuazione delle imbarcazioni utilizzate per attraversare il Mediterraneo.

La rete delle «house»

I migranti, dopo aver concordato, dall’Egitto, la partenza, hanno versato gli importi imposti ai facilitatori presenti a Milano. Poi sono stati spostati in Libia attraverso il confine egiziano da altri complici presenti all’estero; infine giunti in territorio libico, i migranti sono stati raccolti dai facilitatori libici e collocati nelle house dislocate in varie località in attesa di partire. Durante tale attesa, che è spesso durata anche diversi mesi, talvolta anche in condizioni degradanti, alcuni migranti sono stati anche costretti a improvvisi trasferimenti, per sottrarsi ai crescenti controlli delle Autorità libiche, finalizzati a contrastare le partenze illegali. Dopo aver raggiunto l’Europa, in particolare la Grecia o l’Italia, su imbarcazioni non sempre in grado di sostenere la traversata, gli indagati si sono attivati per far ottenere ai migranti permessi di soggiorno irregolari o per garantire il trasferimento da Milano ad altre città.

Otto traversate

Per quanto riguarda, invece, i facilitatori presenti in Nord Africa, soprattutto Egitto e Libia, è stato accertato che hanno agito come agenzie di viaggio, procacciando i migranti, concordando il prezzo e organizzando il trasferimento fino alla destinazione finale in Europa.
Sono almeno 8 le traversate via mare ricondotte agli indagati, una approdata a Lampedusa, una a Civitavecchia e 5 sulle coste greche. Un ulteriore viaggio, con destinazione le coste italiane, si è concluso con una attività di soccorso, dopo che l’imbarcazione è risultata non più governabile e quindi essere finita alla deriva.

Da 3 mila a 6 mila euro

Le proiezioni del gruppo in Grecia hanno permesso allo stesso di avviare anche la gestione di alcuni trasferimenti attraverso la rotta balcanica, per far fronte al crescente contrasto a quella marittima. Il traffico di ogni singolo migrante diretto verso l’Italia ha portato all’organizzazione un introito oscillante tra i 4.000 e i 6.000 euro, perlopiù versati da parenti o amici. La rotta attraverso la Grecia invece, il pagamento di una cifra compresa tra i 3.000 e i 5.000 euro. Per il pagamento della somma veniva usata l’hawala, grazie alla presenza, sempre nella zona di Milano, di un nucleo familiare specializzato nel citato trasferimento di denaro.

Cosa è l'«hawala»

L'hawala è un sistema di trasferimento di denaro informale, basato sulla fiducia, in cui privati si accordano con altri privati e in cui il sovrapprezzo alla transazione, cioè la provvista che viene trattenuta dagli hawaladar, è in genere più alto di quello richiesto dalle società che legalmente si occupano di tali attività di trasferimento di denaro contante.
Nel corso delle indagini, infine, è emerso che alcuni indagati nell’ultimo periodo hanno provato a eludere le normative che, attraverso il decreto flussi, disciplinano l’ingresso regolare di lavoratori stranieri in Italia e altri Paesi europei. L’operazione ha interessato anche le province di Firenze, Asti, La spezia e Pavia, dove sono stati rintracciati alcuni degli indagati destinatari del provvedimento di fermo.

16 ottobre 2024 ( modifica il 16 ottobre 2024 | 12:31)

Rifiuta e abbonati arrow

Il Corriere della Sera si impegna quotidianamente a fornirti informazione di qualità attraverso il lavoro di centinaia di giornalisti, grafici e tecnici. Per garantire un'informazione libera e accessibile facciamo ricorso a pubblicità profilata che copre i costi della navigazione così da permetterti di usufruire di una parte dei contenuti gratuitamente. Senza la pubblicità l'accesso ai nostri servizi avviene previo pagamento a pacchetti di abbonamento crescenti per contenuti e costo. Scegli se accedere al servizio di base permettendoci di erogare pubblicità personalizzata o aderendo a un piano di abbonamento equivalente.

Come indicato nella cookie policy, noi e terze parti facciamo uso di tecnologie, quali i cookie, per raccogliere ed elaborare dati personali dai dispositivi (ad esempio l'indirizzo IP, tracciamenti precisi dei dispositivi e della posizione geografica). Per installare i cookie che garantiscono le funzionalità tecniche, non è necessario il tuo consenso. Con il tuo consenso, noi e alcune tra 901 terze parti presenti in questa lista - inserzionisti nonché intermediari del mercato pubblicitario di volta in volta coinvolti -, potremo archiviare informazioni sul tuo dispositivo e/o accedervi, utilizzare dati di geolocalizzazione precisi e di identificazione attraverso la scansione del dispositivo, mostrarti pubblicità e contenuti personalizzati e misurarne la performance, effettuare ricerche di mercato e sviluppare i nostri prodotti e servizi. Puoi liberamente conferire, rifiutare o revocare il consenso a tutti o alcuni dei trattamenti facendo click sul pulsante "Preferenze" sempre raggiungibile anche attraverso la nostra cookie policy. In caso di rifiuto integrale o delle singole finalità necessarie all'erogazione di pubblicità e di contenuti personalizzati, potrai scegliere di aderire a un piano di abbonamento. Puoi acconsentire direttamente all'uso delle tecnologie sopra menzionate facendo click su "Accetta e continua" o rifiutarne l'uso e abbonarti facendo click su "Rifiuta e abbonati".