One of the great "fusion" ideas of the 1980s was the idea of integrating the brutal rhythmic and vocal styles of funk and rap music with the brutal guitar-driven style of heavy-metal. The pioneering albums by the Red Hot Chili Peppers, Red Hot Chili Peppers (1984) and Freaky Styley (1985), basically discovered what George Clinton and Jello Biafra had in common. The punkish impetus of these albums was due in large part to the mesmerizing style of former Fear bassist Michael "Flea" Balzary, but also to their (sub)cultural background: the decadent, histrionic and irreverent Hollywood scene. The excessive heavy-metal overtones of The Uplift Mofo Party Plan (1987) missed the point, and, when John Frusciante replaced guitarist Hillel Slovak who had died of an overdose, the band adopted a mainstream sound. Mother's Milk (1989) and Blood Sugar Sex Magik (1991) left the rage and the sarcasm behind, yet another sign that the whole Los Angeles scene was going through a painful rehabilitation program. If English is your first language and you could translate my old Italian text, please contact me. | Decadenti e irriverenti istrioni di Hollywood, i Red Hot Chili Peppers hanno re-inventato l'ibrido di rock e funk, uno stile che era stato inventato decine di volte nel mondo del punk-rock, ma loro l'hanno re-inventato per il pubblico giusto, quello guarito dalla depressione punk e dimentico dei traumi che l'avevano causata. Dopo di loro, la fusione fra rap e heavy metal diventera` una delle colonne sonore della fine del secolo. Quando si formarono, i Red Hot Chili Peppers erano esponenti autentici dei bassifondi di Los Angeles. Il loro merito fu quello di scoprire le affinita` fra il funk e l'hardcore, fra James Brown e Jello Biafra. Sposando la grinta dell'uno e la rabbia dell'altro, i RHCP coniarono uno stile ibrido di funk, thrash, rock e hip hop. Quello stile sarebbe diventato uno dei generi di maggior successo degli anni '90. Il bassista Michael "Flea" Balzary (nato in Australia e cresciuto a New York, gia` nei Fear e aspirante attore), il batterista Jack Irons e il chitarrista Hillel Slovak (nato in Israele), compagni di liceo, assunsero il cantante (e anch'egli aspirante attore) Anthony Kiedis e debuttarono nel 1983. In breve il loro show divenne un mito all'Hollywood Strip. Il sound si ispirava ai P-Funk di George Clinton, ma conservava le sonorita` violente dell'heavy metal. Valse loro soprattutto la fama di criminali e maniaci sessuali (nel caso di Kiedis totalmente abusata, perche' era figlio di un celebre personaggio dello spettacolo). Red Hot Chili Peppers (Enigma, 1984), su cui Slovak non suona ancora, aveva come obiettivo il pubblico punk piu` che quello dell'heavy metal o del rap, ma fini` per mettere d'accordo tutti. Le scosse sismiche del basso di Flea, la batteria thrash del nuovo batterista Cliff Martinez, la chitarra pulsante del nuovo Jack Sherman complementano con sguaiata ferocia i rap di Kiedis. L'approccio e` demenziale (True Men Don't Kill Coyotes), tutto orientato al divertimento collettivo (Get Up And Jump), con qualche rap satirico (Baby Appeal, Out In L.A.) e qualche eccesso "hendrixiano" (Green Heaven). L'unico brano sperimentale e` lo strumentale da colonna sonora che chiude l'opera, Granpappy Duplenty. La forma che sembra piu` promettente e` la fanfara funky, ballabile e umoristica, non cosi` eclettica e selvaggia come nel caso dei Rip Rig Panic, ma altrettanto spericolata. Slovak rientro` nei ranghi per il secondo album, Freaky Styley (Enigma, 1985), prodotto proprio da George Clinton e con un ospite d'onore come Maceo Parker, Il gruppo intona fanfare ancor piu` comiche, confermando l'intento parodistico con una serie di sketch da vaudeville a ritmi funky epidermicamente essenziali (Brothers Cup) e preferibilmente su temi osceni (Thirty Dirty Birds). Si contano infinite trovate scipite, dalla danza tribale di Jungle Man al loro tema (Nevermind), fino al grottesco "zappiano" di Catholic School Girls Rule (il brano piu` divertente, se non il migliore). La loro e` sempre una musica molto corporea, vivacizzata da trovate canore. Nonostante un brano thrash (Battleship), il rap arrabbiato di American Ghost Dance e la sinistra title-track (Helios Creed e formule magiche), i Red Hot Chili Peppers rimangono testardamente fedeli al mix che hanno coniato. Il disco, il capolavoro della formazione, allieto` le serate di piu` di un collegiale americano come pochi altri prodotti di quella stagione. The Uplift Mofo Party Plan (EMI, 1987) eccede forse in violenza heavy metal (No Chump Love Sucker, Me And My Friends, Fight Like A Brave), ma contiene ancora numeri tipici della loro spassosa volgarita`, come Special Secret Song Inside (ovvero Party On Your Pussy). Il sound si e` ormai arroccato attorno a un vibrante funk-metal che prolifera imitatori in tutta la nazione. Behind The Sun fa in realta` capire che il gruppo ha anche un potenziale commerciale di altra natura, ma l'atteggiamento del gruppo e` ancora anti-establishment, e certamente anti-conformista. L'album e`, insomma, un'opera di transizione, che conserva le istanze dei primi dischi ma lascia intravedere un altro gruppo. Dopo la morte di Slovak per overdose nel giugno 1988, sostituito dal diciottenne John Frusciante, e l'ingresso del nuovo batterista Chad Smith, esce l'album molto piu` commerciale Mother's Milk (EMI, 1989). Se Johnny, Kick A Hole In The Sky (con il "call-and-response" del gospel e vibrazioni funky molto pronunciate) e` il brano piu` programmato, Good Time Boys, un collage di citazioni con un esplosivo riff di heavy metal, ovvero il loro tributo alla civilta` musicale di L.A., e` il piu` autentico. Il gruppo sfoga poi i suoi tradizionali pruriti post-puberali nello shuffle di Sexy Mexican Maid e tocca l'apice di comicita` e frenesia nel rock and roll di Nobody Weird Like Me. Se la loro identita` e` felicemente conservata in questi brani, canzoni come Taste The Pain e Knock Me Down segnalano invece l'allineamento ai valori della borghesia media e un sound meno sarcasticamente nocivo. L'album segna un palese "sell-out" commerciale e l'abbandono della cultura punk da cui erano venuti. La nuova formazione puo` essere vista come piu` competente o piu` scontata a seconda dei punti di vista: Frusciante non e` un genio della chitarra, ma la sa suonare, a differenza del suo predecessore, che forse non la sapeva suonare ma era originale. E analogamente per il resto del gruppo, cresciuto "tecnicamente" ma non necessariamente "artisticamente". Cio` che cambia soprattutto il suono e` la produzione, anche quella molto piu` commerciale. Non stupisce pertanto che Blood Sugar Sex Magik (Warner Brothers, 1991), prodotto da Rick Rubin, faccia perno sui singoli Give It Away, un funk canonico, ma soprattutto Under The Bridge, la ballad che li proietto` nelle classifiche di vendita, e Breaking The Girl, addirittura acustica, con inflessioni alla Moody Blues. Il disco e` in realta` contrassegnato dal loro funk-metal piu` "duro" (Mellowship Slinky, If You Have To Ask, Naked In The Rain e Sir Psycho Sexy), ma anche piu` monotono. Il quasi-thrash di qualche brano (Suck My Kiss, Greeting Song) e la ricercata title-track non bastano a giustificare per un'ora intera questo innesto di Ohio Players e speedmetal. E` il loro album piu` accessibile, ma anche quello meno divertente. L'album vendette tre milioni di copie e li trasformo` in star dello spettacolo. Dalle stesse sessioni proviene la ballata Soul to Squeeze, un altro dei loro grandi successi. Partito John Frusciante, One Hot Minute (Warner Bros, 1995), con Dave Navarro (Jane's Addiction) alla chitarra, testimonia di una profonda crisi creativa. Warped sfodera il solito barrage chitarristico e le solite propulsioni bestiali di basso, ma anche un gorgheggio spaziale e un jammming vertiginoso, quasi raga, prima che il bombardiere di Flea riprenda il controllo della situazione. L'unico brano che puo' fargli concorrenza e' Deep Kick, perlomeno in termini di jamming selvaggio e di melodia eterea. Al confronto hanno una qualita' quasi irreale la filastrocca pop di Aeroplane (ripresa da Mary Jane's Last Dance di Tom Petty e ripetuta da un coro di bambini) e il ritornello demenziale di Coffeeshop. Si riallacciano al passato chiassoso ed enfatico del gruppo One Big Mob e la title-track. I momenti piu' morbidi sono anche i piu' imbarazzanti: My Friends, ballata melensa degna del peggior John Lennon; Walkabout, rap su liquido sottofondo funky-soul dell'eterno aspirante istrione Anthony Kiedis; e Tearjerker, che ricicla l'idea di Breaking The Girl. Piu' che altro, il gruppo e' ancora troppo occupato a ripetersi. Stacchetti funk, cambi di tempo e fiondate heavymetal hanno fatto il loro tempo, e soltanto sporadicamente ingranano la marcia giusta. Le loro volgarita' suonano sempre piu' gratuite e ostentate, da far sembrare shakespeariano il colloquiale delle medie inferiori. |