L’inganno dei BOT, spiegato bene

Vincenzo Imperatore

03/01/2024

03/01/2024 - 08:31

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Dobbiamo imparare a elaborare progetti di lungo periodo con l’obiettivo non solo di soddisfare le nostre necessità, ma anche di assicurarci quei servizi non più garantiti dallo Stato.

L’inganno dei BOT, spiegato bene

Da qualche mese, in questa rubrica, stiamo affrontando il tema del rapporto con le finanze dell’italiano, da sempre grande risparmiatore ma pessimo investitore. Una relazione anacronistica se si pensa all’enorme trasformazione economico-sociale in atto, che sempre di più ci obbligherà a sviluppare nuove abitudini e nuovi comportamenti finanziari, prima che sia troppo tardi. Chi non intercetterà questo cambiamento avrà vita difficile.

Ma come mai si è sviluppata negli anni questa caratteristica? Cominciamo con una considerazione storico-antropologica. Innanzitutto, per le particolari abitudini finanziarie che gli italiani hanno adottato dal dopoguerra a oggi, quando sono stati accuditi da “mamma Stato”. In altre parole, dalla culla alla pensione c’era una “mano invisibile” a proteggerli. Lo stato sociale (scuola, sanità, servizi pubblici, assistenza, eccetera) permetteva di fare sonni tranquilli, di non doversi preoccupare (economicamente) per eventuali malattie o per l’istruzione dei figli, né tantomeno per la pensione. Tutto era garantito e assicurato, appunto, dallo Stato.

Questa sorta di bolla protettiva in cui gli italiani sono vissuti per oltre settant’anni ha inculcato loro alcuni comportamenti che nel tempo sono diventati abitudini, sulle quali costruivano il proprio stile di vita finanziario. Infatti, non avvertivano l’esigenza di pianificare un investimento per gli studi dei figli o di accantonare parte del risparmio per il periodo del pensionamento, né di crearsi una copertura finanziaria (o assicurativa) per un’eventuale inabilità sul lavoro, poiché per tutte queste emergenze, future ed eventuali, interveniva lo stato sociale. Questo approccio ha rimosso dalla vita finanziaria dei risparmiatori italiani il concetto di tempo, proprio perché non avevano bisogno di guardare al lungo termine, al futuro di per sé incerto. [...]

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