ESCLUSIVO. Sanitari non vaccinati, il professor Daniele Granara: “Ecco perché li difenderò dinnanzi al Tar”
“Manca la ragionevole certezza sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini anti-Covid”. Il professor Daniele Granara non ha dubbi: non ci sono i presupposti giuridici per imporre obbligatoriamente la vaccinazione al personale sanitario. Avvocato cassazionista, amministrativista e costituzionalista, è professore aggregato all’Università degli Studi di Genova e docente all’Università “Carlo Bo” di Urbino. I suoi principali ambiti di ricerca riguardano, oltre il diritto costituzionale e amministrativo, anche il diritto regionale e pubblico comparato. Nei giorni scorsi il legale ha dichiarato che porterà le ragioni dei sanitari non vaccinati dinnanzi al Tar. E la notizia ha fatto il giro del web.
Professore, innanzitutto perché ha deciso di ricorrere proprio al Tar?
“Gli avvisi, relativamente all’obbligo vaccinale contro il Covid, che le Asl stanno facendo recapitare ai sanitari sono atti amministrativi, perciò il ricorso al Tar è l’unica strada percorribile. Non si tratta di cause di lavoro, ma di un aspetto riguardante l’esercizio della professione sanitaria. Se poi seguiranno gli ordini veri e propri prenderemo ulteriori provvedimenti. Nella sede del ricorso al Tar solleverò la questione di costituzionalità dell’articolo 4 del decreto legge n. 44/2021 (per approfondire: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/04/01/21G00056/sg), in relazione all’articolo 32 della Costituzione: l’efficacia e la sicurezza di questi vaccini non sono garantite, per il semplice fatto che nessuno è in grado di prevedere le loro eventuali conseguenze”.
Obbligo vaccinale: cosa dice, in realtà, la legge?
“La legge dice che, in ambito vaccinale, devono essere soddisfatti i requisiti di efficacia e sicurezza. Nella giurisprudenza vi sono le sentenze della Corte Costituzionale del 2012 e del 2020, in cui la Corte ha dichiarato l’incostituzionalità di una legge delle Marche e di un’altra dello Stato, che semplicemente “raccomandavano” la vaccinazione antinfluenzale. Per i vaccini contro il Covid non è previsto nemmeno un indennizzo per gli eventuali danni subiti, per due motivi: da un lato non è possibile prevedere le conseguenze del trattamento, dall’altro viene richiesta, all’atto della somministrazione, l’esclusione della responsabilità di terzi. È veramente un ossimoro”.
L’obbligatorietà è stata motivata con l’asserzione che il vaccino proteggerebbe non solo sé stessi, ma anche gli altri…
“Sui vaccini anti-Covid non esistono prove di ragionevole efficacia e sicurezza. Intendiamoci: nessuno pretende che il vaccino debba essere efficace e sicuro al 100%. Siamo infatti tutti consapevoli che, in medicina, la garanzia assoluta non esiste. È invece necessario che si dimostri una sicurezza ragionevole del prodotto: tutta la comunità scientifica è concorde nel sostenere che occorreranno alcuni anni per provarla, tant’è che gli studi sono tuttora in corso. La verità è che, attualmente, la scienza non è in grado di prevedere gli effetti di queste vaccinazioni”.
I vaccini anti-Covid hanno ottenuto un’”autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni”: cosa comporta, sul piano giuridico, un’autorizzazione del genere?
“Ciò che ho affermato in precedenza e cioè che non si può imporre l’obbligo vaccinale se prima non sono state soddisfatte ragionevoli condizioni di efficacia e sicurezza. L’articolo 32 della Costituzione è molto chiaro, in tal senso”.
Più precisamente?
“Esso contiene due indicazioni che non sono contrapposte, tra loro, ma rappresentano un binomio: la tutela della salute collettiva e individuale. La tutela della dimensione sociale non può in alcun modo mettere a rischio quella del singolo. Mancano ancora tantissime informazioni importanti sui vaccini. Poniamo il caso di una donna di 30 anni che desideri un figlio: dove sono gli studi scientifici che escludono con certezza gli eventuali rischi legati alla fertilità? Prima di decidere se farsi somministrare o meno il vaccino può una giovane raccogliere una decina di pareri medici diversi, al fine di giungere a una scelta consapevole? Ovviamente ognuno è poi libero di accettare volontariamente il rischio. Ma se la trentenne avesse un dubbio? Va rispettata la sensibilità di costei: sono sconvolto che non siano stati valutati questi aspetti”.
Esclusione della responsabilità di terzi e obbligatorietà del trattamento per i sanitari: questi ultimi sono sì costretti a sottoporsi alla vaccinazione (dietro minaccia di demansionamento o sospensione dal servizio), ma allo stesso tempo devono sottoscrivere il proprio consenso. Non ravvisa una contraddizione?
“È una contraddizione palese. Sul piano giuridico sono cose dell’altro mondo: i sanitari devono sottoporsi alla vaccinazione, esentando terzi da qualsiasi responsabilità. La somministrazione di tutti gli altri vaccini non prevede l’esclusione della responsabilità. Per le eventuali conseguenze del siero anti-Covid, invece, non esiste neppure un indennizzo, perché nessuno è in grado di quantificare economicamente eventuali danni. Il diritto alla salute del singolo va coordinato con quello della collettività. Solo negli Stati totalitari i diritti della collettività vengono anteposti a quelli del singolo”.
La vaccinazione è un atto medico: quindi si tratta di una cosa molto seria. Per sensibilizzare i cittadini si punta, però, su campagne pubblicitarie aggressive, offrendo (in alcuni Paesi) pure birre, cannabis e denaro. In Italia sono state introdotte le “notti bianche” e si sta valutando di vaccinare i giovani in discoteca. La scienza non corre il rischio di essere banalizzata e strumentalizzata?
“Assolutamente sì! Comprendo che, dietro una vaccinazione di massa ruotino ingenti interessi economici, fra l’altro del tutto legittimi. Tali interessi devono però rimanere una conseguenza e non il fine ultimo della campagna vaccinale”.
A breve il vaccino anti-Covid verrà somministrato ai bambini: qual è il Suo parere? Ritiene che, se venissero commercializzati i vaccini tradizionali, la gente sarebbe meno diffidente?
“Il vaccino anti-Covid sui bambini pone altri, gravi problemi. Alla seconda domanda rispondo affermativamente, in quanto i rischi legati ai vaccini tradizionali sono generalmente noti. Sottolineo il concetto: qualsiasi vaccino comporta dei rischi. Un conto, però, sono quelli ragionevoli, un altro quelli ignoti. I sanitari che difendo mi raccontano: “Ogni giorno vediamo esiti che non ci convincono e di cui abbiamo paura”. Si può continuare così?”.
Perché l’Italia è l’unico Paese europeo ad avere introdotto l’obbligo vaccinale per alcune categorie?
“Per rispondere a questa domanda dovremmo estendere la discussione al fatto che siamo, forse, l’unico Paese europeo privo di opinione pubblica. È un argomento complesso, che non si può esaurire in poche battute. Ritengo comunque che l’Italia non abbia mai avuto un’opinione pubblica indipendente, anche a causa della limitatezza dei mezzi di comunicazione”.
Affrontiamo il problema della gestione della pandemia. La Corte Costituzionale ha ribadito che la profilassi internazionale è di competenza esclusiva dello Stato (art. 117, 2° comma, lettera q della Costituzione). Tuttavia Regioni e Province Autonome hanno proceduto spesso per conto proprio: perché?
“Perché lo Stato stabilisce solo i principi. Nello stesso articolo è specificato, ad esempio, che i regolamenti rientrano nella materia concorrente. È altrettanto vero, però, che lo Stato non ha attuato il potere sostitutivo solo per una questione politica, generando il bailamme di cui siamo tutti consapevoli”.
Quindici mesi di sacrifici, di misure restrittive rigidissime, di obblighi e di privazione della libertà personale. Ora c’è anche il Green Pass: la Costituzione è stata “sospesa”?
“A mio parere no. Ciò che è accaduto negli ultimi quindici mesi è avvenuto pur sempre nei limiti della Costituzione. Le limitazioni, comunque provvisorie, sono state giustificate per esigenze di sicurezza. Nel mirino erano finiti i “famosi” dpcm, in realtà legittimati dal decreto-legge, che ha consentito di modularli a seconda delle circostanze. Certo, a un dato momento sorge il problema della proporzionalità delle misure”.
Foto, Daniele Granara
Antonio De Sandoli
Bene ma non benissimo... "...Comprendo che, dietro una vaccinazione di massa ruotino ingenti interessi economici, fra l’altro del tutto legittimi...." Ogni tanto si tende a dimenticare il secondo periodo dell'art.41 della costituzione riguardo all'iniziativa economica privata che è si libera, ma "Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana", quindi è auspicabile che giuristi e legali si rammentino di considerare anche il significato del secondo comma di questo importantissimo articolo.