1. Tagliacarte
La prima frase ingannevole appare pochi secondi (20 circa) dopo l'inizio del film, quando il narratore dice:
“
La mattina dell'11 settembre 2001... 19 terroristi, armati di tagliacarte, dirottano quattro aerei commerciali....”
Il regista parla di “tagliacarte”. Ma le cose stanno davvero così?

Il
Rapporto della Commissione di inchiesta, a pagina 8, dice:
“A differenza
degli altri voli, un passeggero del volo 77 ha riportato che i dirottatori erano armati di “box-cutter” (che è improprio tradurre “tagliacarte”, ma più correttamente
è un
taglierino, di quelli con una affilatissima lama d'acciaio, come
nella foto a destra).
A pagina 9, lo stesso rapporto dice, sempre in relazione al volo 77:
“Barbara Olson chiamò suo marito... spiegò che... i terroristi avevano coltelli e box-cutter”.
Questi sono i soli due accenni ai “box-cutter” nel Rapporto, ed entrambi si riferiscono al volo 77.
Infatti il Rapporto, a pagina 7, dice che
i dirottatori del volo UA175 usarono coltelli,
“mace” (spray irritante al peperoncino) e la minaccia di una bomba, e cita le affermazioni di almeno due passeggeri e
di un assistente di volo.
A pagina 8 il Rapporto dice che
un passeggero del volo 77 ha riferito che i dirottatori
erano armati di coltelli.
A pagina 13 il Rapporto dice che almeno 10 passeggeri e 2 assistenti di volo sono riusciti a fare telefonate
dal volo 93 e hanno affermato che
i dirottatori erano armati di coltelli e affermavano di avere una bomba.
La nota 82 di pagina 457 del Rapporto spiega che tra le macerie del volo UA93 sono stati rinvenuti ben
14
coltelli o pezzi di coltello.
La nota 25 di pagina 453 parla di
coltelli a bordo del volo 11, sulla base di quanto
dichiarato dalle due assistenti di volo, ed a pagina 5 il Rapporto spiega che
i dirottatori del volo 11 utilizzarono spray irritanti e la minaccia di una bomba.
Abbiamo quindi coltelli, spray irritanti, minaccia di bomba... e solo per un singolo volo, il 77, si parla anche di “box-cutter”.
Stranamente il regista ignora tutto questo, e parla
solo di “tagliacarte”.
Potremmo concedere che si tratti di un'approssimazione, una svista....? No, non possiamo farlo. Per tre motivi:
Inganno Globale è giunto alla terza revisione e pertanto ci sono state le possibilità di eliminare un errore o una svista.
Il regista ha più volte affermato di aver svolto approfondite
ricerche sull'argomento. Ad esempio, lo ribadisce in questa intervista:
ItalyRadio
. Pertanto, come fa un ricercatore a sbagliare così clamorosamente?
Il regista vive negli Stati Uniti ( Macroedizioni ), quindi l'inglese lo conosce bene, e certamente conosce il
significato e la differenza di termini semplici come “knives” (coltelli) e “box-cutter”(taglierini).
A questo punto potremmo pensare che il regista, nelle sue “approfondite
ricerche”, abbia reperito fonti attendibili che gli permettono di parlare di “tagliacarte” anziché di
“taglierini” e “coltelli” e “bombe” e “spray irritanti”... ma
questo
è impossibile, perché non esistono fonti che possano spiegare e descrivere cosa è successo a bordo di quegli aerei, se non
le parole dei passeggeri e degli assistenti di volo che sono riusciti a utilizzare i telefoni di bordo.
E quindi, che altre fonti può mai aver trovato il regista di Inganno Globale?
Se avesse davvero fatto una ricerca, avrebbe certamente scoperto che passeggeri e assistenti di volo hanno sempre parlato di coltelli, mai di tagliacarte.
Ad esempio i ricercatori del sito Killtown (che pure è un sito a tendenza complottista) hanno raccolto
tutte
le dichiarazioni e registrazioni disponibili in merito alle telefonate da bordo degli aerei, e ne hanno anche indicato con precisione le fonti, in questo dettagliato lavoro:
Phone Calls nel quale chiunque può verificare quanto abbiamo appena affermato.
E'chiaro quindi che il termine usato dal regista (“tagliacarte”) e l'esclusione di ogni accenno a coltelli, spray irritanti e minacce di bomba, non sono una scelta casuale: è invece una precisa tecnica per predisporre lo spettatore a dubitare della versione ufficiale, ingannandolo a
monte sul contenuto della versione ufficiale stessa.
La tecnica è subdola e sofisticata, perché uno spettatore, da un film del genere, si aspetta un meccanismo del tipo: <Questa è
la versione ufficiale, mentre questa è la nostra versione alternativa>
ma non si aspetta che il film menta sulla versione ufficiale stessa.
Chiediamo venia per esserci così dilungati su questo primo singolo dettaglio, ma vedremo assieme come il regista abbia applicato questa tecnica di inganno più volte nel corso del filmato.
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2. "Abbattuto dai passeggeri"
Non bisogna aspettare molto: bastano meno di 30 secondi, ed ecco che
al minuto 0 e secondi 48, il regista, continuando la sua ricostruzione dei fatti secondo la (presunta) versione ufficiale, spiega che i primi due aerei sono stati fatti schiantare contro le Twin Towers, il terzo contro il Pentagono e il quarto
“viene abbattuto dai passeggeri in rivolta... nei cieli della Pennsylvania”.
Come sarebbe,
“abbattuto dai passeggeri?”.
Il volo United 93 è stato fatto
schiantare dai terroristi, per evitare che i passeggeri
in rivolta ne riprendessero il controllo. Questo ormai lo sanno tutti, e quindi perché il regista fa un errore così
madornale?
Pensateci un attimo.
Il regista non ha alcuna convenienza a dire che l'aereo è stato “abbattuto” dai passeggeri anziché dai
dirottatori: una cosa o l'altra non incide sugli scopi che si è prefissato e la stragrande maggioranza degli spettatori conosce bene la storia
ufficiale del volo United 93, oggetto persino di un film.
Il regista dà per scontato che lo spettatore non si soffermerà sull'imprecisione, ma il suo scopo è comunque raggiunto, ed
è quello di introdurre il termine “abbattuto”.
Da quando in qua dirottatori o passeggeri “abbattono” un aereo?
Semmai si dice: “fanno schiantare”.
Il termine “abbattere”, invece, richiama mentalmente l'azione militare di un caccia, o di un missile antiaereo, specialmente se esso è seguito da
“nei cieli
della Pennsylvania”.
“Abbattere in cielo” ha un significato ben diverso da “schiantare al suolo”, vi pare?
Ecco quindi che lo spettatore viene predisposto ad “incapsulare” nei suoi processi mentali anche questo secondo concetto (il primo
è stato quello dei tagliacarte): “l'abbattimento”.
Sono passati meno di 50 secondi dai titoli di apertura e già il regista ha trasmesso due messaggi precisi quanto apparentemente
casuali, così apparentemente casuali che se qualcuno gli facesse notare la cosa, tosto potrebbe rispondere: “Ma vuol criticare il mio film appellandosi a qualche imprecisione linguistica? Questo è arrampicarsi sugli specchi !”.
Andiamo oltre.
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3. Le identità dei terroristi
Minuto 01 e 10 secondi.
Voce narrante:
“I dirottatori risultano essere quindici sauditi e quattro egiziani, di cui due giorni dopo l'FBI fornisce al mondo nome, cognome e fotografia”
L'affermazione serve a far apparire sospetto che l'FBI sia riuscita in 48 ore a procurarsi dati anagrafici e fotografie dei dirottatori.
Ma in realtà c'è ben poco di strano in ciò: i dirottatori hanno dichiarato i propri nomi e cognomi al momento di acquistare i biglietti di volo, e i medesimi sono stati annotati in fase di check-in e registrati sulle liste di imbarco. Le assistenti di volo, come si evince dalla lettura del citato Rapporto della Commissione di Inchiesta, hanno riferito telefonicamente i numeri dei posti occupati dai dirottatori. Nelle liste passeggeri, peraltro,
quelli dei dirottatori erano gli unici nomi arabi.
Persino il più mediocre degli inquirenti aveva a disposizione elementi a sufficienza per risalire ai nomi e cognomi dei dirottatori in mezz'ora, altro che 48 ore.
A quel punto, bastava verificare quei nomi e cognomi negli archivi del Servizio Immigrazione, per tirare fuori le schede relative al rilascio del visto di ingresso per gli USA con tanto di foto appiccicata sopra. Per non parlare dei vari documenti di identità e patenti di guida che i terroristi avevano chiesto e ottenuto nel loro periodo di soggiorno in USA. Una discreta raccolta di questi documenti è contenuta nella Appendice A, pag. 171, della monografia
Terrorist Travel
acquisita agli atti della Commissione di Inchiesta e liberamente scaricabile. Niente di trascendentale, quindi. Possibile che il regista non se ne sia accorto, nelle sue "approfondite ricerche"?
A sinistra, il Visto di ingresso (VISA) di Atta, capo dei 19 terroristi, rilasciato dalle autorità statunitensi.
Ma non è tutto. Infatti,
è falso che l'FBI abbia rilasciato "al mondo" le fotografie dei dirottatori, appena due giorni dopo gli attentati. L'FBI ha rilasciato le fotografie il 27 settembre del 2001, con un
comunicato ufficiale, nel quale peraltro le identità anagrafiche non sono ancora stabilite con certezza.
Non due giorni, quindi, ma oltre due settimane. E in quello stesso giorno, 27 settembre,
nomi e foto sono pubblicati dai media, come
CBS
News.
Invece, il 14 settembre precedente, l'FBI aveva rilasciato solo una lista di nomi e cognomi, peraltro imprecisi, anche in questo caso con un
comunicato ufficiale. Tre giorni dopo, non due. Solo nomi e cognomi
imprecisi, niente foto.
Ma che ricerche ha mai fatto questo regista? Nemmeno
Wikipedia (note 36 e 38) ha consultato, visto che pure lì
c'è scritto!
Peraltro, se avesse letto almeno quella (Wikipedia) avrebbe scoperto che i dirottatori non erano quindici sauditi e quattro egiziani.
Di egiziani, infatti, ce n'era solo uno.
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4. La versione "ufficiale"
Minuto 01 e 25 secondi.
Voce
narrante:
“Questa è in sintesi la versione ufficiale dei fatti, fornita al mondo dall'Amministrazione americana, tramite i maggiori media a diffusione globale”
Come abbiamo visto, la "versione ufficiale" è un tantino diversa, ma lo scopo del regista è chiaro: spaccia per "versione ufficiale" qualcosa che è diverso, e meno credibile, per poterla poi attaccare. Ha superato il primo "muro" mentale dello spettatore, fornendogli una versione ufficiale diversa da quella reale, prima ancora di iniziare l'attacco alla versione ufficiale stessa. Lo spettatore si aspetta l'attacco,
vuole valutarlo, ma non sa che l'attacco c'è già stato e ha già preparato il terreno per "lo sfondamento finale".
E' la stessa tecnica di un bravo prestigiatore o illusionista: il pubblico si chiede come faccia a far sparire una donna da una scatola in cui è stata chiusa, cerca di capire qual è il trucco, ma non ci riesce, perché la donna, in realtà, non
è mai entrata nella scatola. Il trucco si è consumato prima ancora dell'inizio.
Ma il regista fa di più: introduce il termine "versione ufficiale" , che solitamente è usato, nel linguaggio corrente, per indicare una versione dei fatti rilasciata dalle autorità e che potrebbe essere artificiosa rispetto a quella reale. Ma una "versione ufficiale" è appunto quella rilasciata dalle autorità, non quella che viene riferita dai mass-media, che solitamente testimoniano e riferiscono anche ciò che i propri reporter hanno avuto modo di vedere e sentire personalmente. Nel caso dell'11 settembre, i media hanno avuto un ruolo fondamentale: i giornalisti
hanno visto, hanno ascoltato, hanno fatto riprese televisive, hanno intervistato, hanno raccolto informazioni di ogni tipo.
La gente comune di solito si fida poco delle "versioni ufficiali" ma tende a lasciarsi influenzare dalla generalità dei media.
Il regista ha bisogno di incrinare la fiducia che solitamente si ripone in una versione che è accettata e riferita da una pluralità di
mass-media.
E cosa fa? Dice che la "versione ufficiale" è stata fornita al mondo dall'Amministrazione americana "tramite" i media. Ossia che i media si sono asserviti a diffondere globalmente non ciò che essi stessi hanno visto e verificato, ma ciò che l'Amministrazione americana gli ha passato.
Il regista sta abilmente
suggerendo nella mente dello spettatore: <Questa è la versione ufficiale, e come vedi ha dell'improbabile già solo a sentirla. E' una versione fornita dall'Amministrazione Bush, e se la versione è improbabile, significa che probabilmente quella Amministrazione mente. E quindi i mass-media mentono anche loro. Fra poco ti mostrerò io come stanno i fatti>.
Non dimentichiamo che il "bersaglio" del film è lo spettatore medio, ossia quello spettatore che non si è mai dedicato a ricerche e approfondimenti sull'argomento. Uno spettatore che sa dell'11 settembre solo ciò che ha letto sui giornali e visto in TV, ossia proprio attraverso i mass-media. E se ora pensa che i media gli abbiano mentito, è consapevole... di non sapere nulla. Con un paio di abili mosse il regista ha incrinato le convinzioni dello spettatore medio e adesso ha campo libero per inculcargli ciò che vuole.
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5. I punti "oscuri"
Minuto 02 e 00 secondi.
Narratore:
“Ma
dall'identità stessa dei terroristi, alla scomparsa totale di due dei quattro aerei, dall'inspiegabile stallo della difesa più impenetrabile del mondo, alle cause stesse del crollo delle tre torri, questa
versione ufficiale presenta moltissimi
punti oscuri, che nessuno finora ha mai saputo chiarire”
Come abbiamo detto più sopra, la tecnica utilizzata accompagna alla disinformazione sottile e sistematica, l'enunciazione di concetti secchi e precisi destinati a rimanere impressi nello spettatore. Quest'ultimo infatti, dopo due minuti di film, ha già la consapevolezza di una versione ufficiale che non è credibile, così come non sono credibili i mass-media che la documentano. E' quindi pronto ad assimilare il concetto che esistono "punti oscuri" da chiarire, e pronto ad accettare affermazioni senza fondamento quali "scomparsa totale di due aerei" e "inspiegabile stallo della difesa".
Invece (basta dare uno sguardo ai documenti e ai link che riportiamo su Crono911) l'identità dei terroristi è oggi ben nota, nessun aereo è scomparso, le ragioni dello "stallo" della difesa aerea sono
state ampiamente sviscerate e spiegate, le cause del crollo degli edifici sono state analizzate e spiegate dai migliori esperti strutturali del mondo, punti oscuri ce ne sono ancora pochi o nessuno, e tutti i chiarimenti possibili sono stati forniti (non solo dal Governo USA ma anche da molti altri enti e autorità, perfino dai complici dei dirottatori) e raccolti in decine e decine di migliaia di
pagine di documentazione, tutta tranquillamente consultabile o scaricabile da Internet.
Ma lo spettatore comune, tutto questo non lo sa, e il regista si guarda bene dal diglierlo.
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6. FAA e NORAD "interconnessi"?
Minuto 03 e 25 secondi.
Il film descrive il funzionamento del sistema di controllo del traffico aereo civile
(FAA) e ad un certo punto afferma:
“A sua volta il
sistema civile è interconnesso a quello della difesa militare, il NORAD, che dispone anche di una sua rete di controllo indipendente”.
Interconnesso?
Non c'era alcuna interconnessione, l'unica via di comunicazione tra gli enti di controllo civili e quelli militari era rappresentata... dalle normali linee telefoniche! C'è un'ampia documentazione di ciò, che comprende
anche le registrazioni delle telefonate tra operatori civili e militari, anch'esse rese disponibili.
Ma già il Rapporto della Commissione di Inchiesta, sin dal 2004, aveva messo in luce l'assenza di qualsiasi interconnessione. Una disamina del
funzionamento della difesa aerea americana è presente in una specifica
Sezione di Crono911 , nonché nello
Staff Report del 26 agosto 2004 , e
Vanity Fair ha pubblicato il resoconto completo di tutte le comunicazioni tra FAA e NORAD , ed è possibile persino ascoltarne le registrazioni.
Tutto questo è sfuggito al regista? Non lo crediamo. Crediamo che ci siano già tanti elementi, in questi primi tre minuti e mezzo di film, per capire che non stiamo parlando di sviste ed errori, ma di vera e propria disinformazione.
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7. La difesa aerea
Minuto 03 e 45 secondi in
poi.
Il narratore descrive l'efficienza delle procedure di intercettazione dei caccia militari nei confronti di aerei civili fuori rotta, citando le decine di casi risolti positivamente nello stesso 2001, prima dell'11 settembre.
Il film evita accuratamente di precisare che quei casi sono radicalmente diversi, perché
sui quattro velivoli dirottati l'11 settembre i transponder furono spenti o ne
fu cambiato il codice identificativo. I transponder sono quegli apparati che consentono di individuare con esattezza l'identità e la
posizione di un aereo (
funzionamento transponder) in mezzo a centinaia di altri velivoli, grazie a un codice identificativo. Una simile evenienza non si era mai verificata in precedenza.
Inoltre il regista afferma che in caso di dirottamento
“l'aviazione civile avvisa subito quella militare, che fa scattare l'allarme e fa alzare in volo uno o due caccia dalla base più vicina... il tempo medio fra l'allarme e il decollo dei caccia è di circa sei minuti”
Anche questa è una significativa "imprecisione": i caccia per l'intercettazione
non si alzano dalla “base più vicina”, perché solo alcune basi aeree mantengono i propri caccia in servizio “di allarme”, pronti al decollo. Nel 2001 c'erano solo sette basi aeree a garantire il servizio di allarme in USA, e di queste, solo due erano nell'area di competenza del
NEADS, il settore della difesa aerea che copre New York e Washington.
Non c'è da meravigliarsi per questo: dopo la fine della Guerra Fredda, i paesi occidentali hanno progressivamente diminuito lo stato di prontezza operativa dei propri reparti di intercettazione.
Non è un caso, ad esempio, che nel recente
episodio
di un B-737 dirottato dalla Grecia verso l'Italia, i caccia italiani hanno dovuto decollare addirittura da Trapani, nonostante vi fossero basi aeree ben
più vicine (Foggia - Amendola, Brindisi, Bari - Gioia del Colle, Taranto - Grottaglie).
Semplicemente, Trapani era la base in servizio di allarme, le altre, pur avendo numerosi caccia a disposizione, non erano in allarme e pertanto non avevano
velivoli pronti al decollo.
Per preparare un caccia al decollo, rifornirlo e armarlo, occorrono ore.
Un'altra affermazione fuorviante, è quella del tempo medio tra allarme e decollo dei caccia.
E' verissimo che i caccia decollano in pochi minuti dall'allarme, ma
per “allarme”
non si intende il momento in cui si verifica l'emergenza, ma il momento in cui viene dato l'ordine di decollo.
Sono due cose ben diverse. L'ordine di decollo può arrivare anche decine di minuti dopo che si verifica una situazione di emergenza,
perché la procedura segue precise regole di autorizzazione nella catena di comando civile, militare e persino politica. Solo dal momento
dell'arrivo dell'ordine di decollo, che in gergo si chiama “Scramble”, si calcolano quei sei minuti di tempo medio.
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8. La sincronizzazione dei
voli
Minuto 04 e 35 secondi.
Il film descrive cronologicamente gli eventi di quella mattina, e in particolare rotte e vicende degli aerei dirottati. Dopo aver citato gli orari di
decollo degli aerei (non precisissimi, la differenza è di circa un minuto rispetto a quelli reali, la cosa è ininfluente
ma in ogni caso stona con le famose “approfondite ricerche” di cui il regista si fa vanto) afferma:
“
Nel frattempo il primo aereo ha staccato il transponder, che per i controllori di volo significa dirottamento, e ha compiuto un'improvvisa virata a sinistra. Subito dopo anche il secondo aereo stacca il transponder e
vira a sinistra, venendo a trovarsi praticamente accanto al primo, in rotta verso New York. Ma mentre il primo aereo prosegue verso le
torri gemelle, il secondo le oltrepassa e continua per almeno 50 miglia in direzione sud. Solo quando il primo aereo ha colpito la prima torre, il secondo fa un'inversione di marcia e punta
a sua volta su Manhattan. Arriva così quindici minuti dopo a colpire la seconda torre, sotto gli occhi di tutte le telecamere che
già stava inquadrando la prima che bruciava. In quel momento il terzo
aereo, che si trova già sul West Virginia, stacca il transponder e inverte la rotta, viaggia indisturbato per quasi 40 minuti e si abbatte sul Pentagono alle 9:39. A quel punto
il quarto aereo che si trova ai confini dell'Ohio, stacca il transponder e
inverte la rotta, viaggia a sua volta indisturbato per quasi mezz'ora, prima di cadere nel campo vicino a Shanksville”
Questa sequenza è semplicemente falsa.
Le Time Line e le rotte dei velivoli sono ricostruite nei documenti già citati (il Rapporto della Commissione di Inchiesta e lo
Staff Report), e in tutti i
rapporti
della FAA e dell'NTSB resi pubblici.
Una ricostruzione corretta delle sequenze temporali è consultabile nella sezione
Timeline di Crono911.
Una disamina delle presunte (ed inesistenti) coincidenze degli orari, proprio con riferimento alle affermazioni di Inganno
Globale, è stata inserita in un
articolo
su
Undicisettembre.
Scopriamo così, ad esempio, che il terzo aereo ha staccato il transponder sette minuti prima dell'impatto del secondo aereo, e non dopo, come sostiene il regista.
Ed il volo UA175 (il secondo aereo) non ha volato 50 miglia in direzione sud, ma volava verso ovest, e non ha mai "oltrepassato le torri".
Siamo quindi in presenza di una menzogna bella e buona, e in questo caso non c'è nessuna scusante che tenga: posizione, orari e rotte dei velivoli in volo, infatti,
non possono essere fornite da nessuna altra fonte che non siano i
tracciati radar e le scatole nere. Non c'è modo di sfuggire a questo semplice dato di fatto. E quindi, da dove ha preso il regista quei dati? Se li è inventati, o è andato a pescarli su qualche vecchia timeline pubblicata da qualche giornalista sulla base di mere supposizioni,
quando i dati reali non erano stati ancora resi pubblici? Sarebbero queste le "approfondite ricerche", allora? Cercare dati vecchi e imprecisi,
chiaramente sbagliati, pur di assecondare le proprie affermazioni? Non lo sappiamo, perché
Inganno
Globale, ovviamente, non cita quasi mai le fonti da cui trae le proprie affermazioni.
Del tutto falsa anche l'affermazione che lo spegnimento del transponder sia interpretato dai controllori di volo come il segnale di un dirottamento: prima dell'11 settembre 2001 non è mai successo che un velivolo dirottato abbia spento il transponder: in caso di dirottamento il pilota inserisce un codice preciso nell'apparato (7500) che pertanto deve essere acceso e funzionante per segnalare il dirottamento.
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9. Basi militari
Minuto 06 e 30 secondi circa.
Narratore:
“Questa è la mappa delle basi militari nella zona interessata dai
dirottamenti di quel giorno” (mostra una mappa geografica con tante basi).
Come abbiamo detto (e documentato), una base militare che non abbia
aerei pronti al decollo su allarme,
non può essere di alcuna utilità in simili evenienze. Pertanto la mappa mostrata è solo un ulteriore elemento per
distorcere i fatti.
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10.
Caccia bloccati
Minuto
06 e 50 secondi circa
Narratore:
“Mentre al NORAD si seguivano gli eventi in tempo reale, sulle varie piste i caccia attendevano inutilmente un ordine di decollo che per qualche motivo non arrivava mai”.
Il regista condisce questa affermazione parlando di
ordini e contro-ordini che avrebbero tenuto i caccia a terra.
Si tratta di un'affermazione priva di qualsiasi fondamento.
Come abbiamo visto più sopra, c'erano solo due basi disponibili con un totale di quattro caccia, e tutti e quattro sono decollati
quando è arrivato l'ordine di decollo, senza alcun contro-ordine. Dalle
Time-Line che abbiamo citato, peraltro, si evidenzia chiaramente che i primi due
caccia ricevettero l'ordine di decollo nel momento in cui il primo aereo impattava il WTC-1,
circa
sei minuti dopo che il NEADS (comando dipendente dal NORAD) era stato informato del dirottamento, ed i caccia
decollarono nel giro di 7 minuti dall'ordine. Non ci sembrano tempi così lunghi.
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11. Caccia deviati
Minuto 07 e 40 secondi.
Narratore:
“Il secondo aereo dirottato entrava in quel momento negli schermi radar dell'aeroporto di Newark... ma per qualche inspiegabile motivo ai due caccia già in volo per New York veniva ordinato di proseguire a
velocità ridotta. In questo modo anche United 175 faceva in tempo a colpire la seconda torre. A quel punto i due caccia venivano inspiegabilmente
mandati a parcheggiarsi in quota, a largo di Long Island, nonostante il terzo aereo
avesse già interrotto i contatti da molti minuti... altri due caccia pronti a decollare dalla pista di Langley,
vicino a Washington, decidevano di farlo anche se l'ordine ufficiale
continuava a non arrivare... ma una volta in volo, quando stavano
puntando sull'aereo diretto sul Pentagono, venivano
deviati su Baltimora verso un bersaglio inesistente, da una telefonata dei
servizi segreti della Casa Bianca”
Anche qui
siamo nel campo dell'invenzione pura,
e della più sfrenata fantasia, al punto che diventa persino difficile contestare qualcosa che è totalmente campato in aria.
Infatti i primi due
caccia di Otis sono decollati quando il volo AA11 (il primo aereo) si era ormai
schiantato, e il NEADS non ha avuto notizia di un secondo aereo
dirottato (l'UA175) fino alle ore 09:03, ossia nello stesso momento in
cui anche il secondo aereo si stava schiantando. I due caccia di Otis,
quindi,
non hanno mai avuto la possibilità fisica di intercettare né il
volo AA11 né il volo UA175. Non c'è nulla di inspiegabile, è proprio chiaro e
lampante, ed è evidentissimo dall'esame delle fonti precedentemente citate.
Quanto al terzo aereo (AA77, che ha impattato il Pentagono a Washington DC), come spieghiamo con dovizia di dati e fonti
QUI
,
non era intercettabile in tempo utile
né dai primi due caccia decollati da Otis, né dalla
seconda coppia di caccia decollata da Langley con la massima tempestività (appena tre minuti dall'ordine).
E' poi
del tutto falsa l'asserzione di una telefonata dei servizi segreti che avrebbe messo fuori rotta i
caccia di Langley.
I servizi segreti fecero esattamente il contrario, adoperandosi per far decollare
quanti più caccia possibile a protezione di Washington DC (
Aviation
Week) .
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12. Cheney al comando
Minuto
08 e 45 secondi
circa (continuando il discorso da sopra).
Voce narrante:
“Pare che
l'ordine arrivasse direttamente da Dick Cheney, il Vice Presidente,
che sin dal primo mattino, per l'assenza di Bush dalla Capitale, era
saldamente
al comando della situazione” (il regista accompagna
l'affermazione con lo sfondo di una fotografia di Cheney in
atteggiamento “ringhioso”: probabilmente la peggiore che è riuscito a reperire).
Cheney non era affatto al comando della situazione.
Nel corso di quegli avvenimenti, c'erano
ben nove centri di
comando civile e sei centri di comando politico-militare interessati
, senza alcun coordinamento l'uno con gli altri, come si evince dalla
lettura dei documenti già citati.
Ed in particolare,Cheney è stato trascinato nel Bunker operativo sotto la Casa
Bianca, praticamente nello stesso momento in cui il terzo aereo (AA77)
si stava schiantando sul Pentagono: (
Telegraph , Rapporto della Commissione 9/11 pag.40 e relative note,
Washington Post .
Prima di quel momento, il Vice Presidente non aveva avuto alcuna possibilità
di controllo di quanto stava accadendo e di fatto gli unici a tentare di coordinare le operazioni erano Richard Clarke (consigliere
presidenziale per l'antiterrorismo) in teleconferenza dalla Casa Bianca, e il comando militare NMCC al Pentagono.
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13. Generali promossi
Minuto 09 e 00 secondi
circa
Voce narrante:
“I responsabili ai più
alti livelli della difesa, invece
di venire processati, degradati o
comunque puniti in qualche modo, venivano sorprendentemente promossi
a posizioni ancora più prestigiose”.
Mentre il narratore pronuncia questa affermazione, a video scorrono
immagini di non si sa chi, quando, cosa. Non viene detto chi sarebbe stato promosso, quando sarebbe stato promosso, e perchè
non avrebbe dovuto esserlo. Pare che il regista si sia basato solo sulle dichiarazioni della
McKinney (più sotto) senza alcuna verifica e approfondimento.
In ogni caso, come abbiamo visto,
la difesa aerea non poteva fare più di quello che aveva fatto,
per cui non c'era ragione di punirne i responsabili, che anzi hanno
scavalcato e ignorato le normali lungaggini burocratiche pur di assicurare il decollo rapido dei caccia disponibili.
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14. La Mc Kinney
Minuto 09 e 15 secondi circa
Narratore:
“La parlamentare
democratica Cinthya McKinney ha chiesto ripetutamente al governo
dei chiarimenti ma fino ad oggi non ha ottenuto risposta”
Sottotitoli riportano le dichiarazione della donna:
“Washington
DC sembra essere l'unico posto dove si possono commettere ripetuti errori sul lavoro e venire promossi. La mia domanda alla Commissione
è questa: il fatto di aver visto delle promozioni, invece delle punizioni, per aver sbagliato che cosa ci dice, se mai vuol
dire qualcosa, sulla linea di condotta tenuta dalle persone che poi sono state promosse?”
Onestamente questa dichiarazione, messa così, ci dice poco.
Intanto, però, ci dice che un solo parlamentare, tra le centinaia che
compongono il Congresso USA, ha contestato queste promozioni (e anche
in questo caso non sappiamo di chi si stia parlando).
Un parlamentare contro 535.
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15. Dirottatori a zonzo
Minuto 10 e 05 secondi
circa.
Narratore:
“Un altro aspetto che rende incomprensibile la strategia dei terroristi, è come
gli ultimi due aerei, nonostante ci dovesse essere l'intera aviazione che li cercava, si siano concessi il lusso di allontanarsi di tre o quattrocento miglia ciascuno dal proprio bersaglio, prima di
invertire la rotta. Sarebbe come partire da Fiumicino, con l'intenzione di colpire il Colosseo, andando però fino a
Milano a fare inversione di marcia, nonostante ci debbano essere i
caccia di tutta Italia che ti stanno cercando".
E qui rasentiamo la pura idiozia.
Dove sta scritto che i dirottatori avrebbero dovuto iniziare il dirottamento
non appena l'aereo è decollato?
Sono entrati in azione nel momento in cui hanno ritenuto opportuno farlo, e se nel frattempo l'aereo ha continuato a volare, ci pare una
cosa abbastanza normale.
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16. Ancora i voli sincronizzati
Minuto 11 e 10 secondi circa.
Voce narrante:
“Con scarti di un paio di minuti al massimo, ciascun aereo ha invertito la rotta subito dopo
che quello precedente aveva colpito il suo bersaglio:
08:46 (mostra impatto AA11) – 08:47 (mostra inversione rotta UA175)
09:02
(mostra impatto UA175) – 09:03 (mostra inversione rotta AA77)
09:39 (mostra impatto AA77) – 09:40 (mostra inversione rotta UA93)"
Come abbiamo detto già prima,
il
regista inventa gli orari, o forse li pesca dal gioco del Lotto, non si capisce.
Infatti questi sono gli orari
corretti:
L'UA175 ha invertito la rotta alle 08:53 e ha impattato alle 09:03.
L'AA77 ha invertito la rotta alle 08:54 e ha impattato alle 09:37.
L'UA93 ha invertito la rotta alle 09:34.
E, sempre come abbiamo detto prima, non si scappa su questi orari, attestati
dalle "Scatole Nere" e dalle registrazioni dei Tracciati Radar.
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17. La testimonianza di Mineta
Minuto 12 e 20 secondi
circa.
Per smentire la circostanza che il controllo aereo aveva perso le tracce del volo
AA77, il regista fa ascoltare la dichiarazione di Mineta, ministro
dei trasporti, davanti alla Commissione di Inchiesta:
“Nel
periodo in cui l'aereo si stava avvicinando al Pentagono, c'era un giovane che ogni
tanto entrava e diceva al Vice Presidente: <l'aereo è
a 50 miglia, l'aereo è a 30 miglia>. E quando è
arrivato a 10 miglia il giovane ha anche chiesto al Vice Presidente:
<L'ordine rimane immutato? >
E il vice-presidente ha girato la testa di scatto, e ha detto: <Certo che rimane
immutato. Hai forse sentito qualcosa in senso contrario?>
Presidente della
Commissione: “Il volo di cui sta parlando...”
Mineta: “ E' il volo che
ha colpito il Pentagono”
Il regista sfrutta queste dichiarazioni con l'intento di sostenere che
la difesa aerea conosceva benissimo la posizione del volo AA77 ed era
in condizione di abbatterlo. poiché, però, non
lo ha abbattuto, l'ordine di Cheney era necessariamente un ordine di "non abbattimento".
Ora, si impongono un paio di considerazioni. La prima è che
sarebbe davvero ben strano che una circostanza così
scandalosa sia stata tranquillamente riferita da Mineta come fosse la
cosa più normale del mondo.
La seconda considerazione, insuperabile, è che Mineta si è semplicemente sbagliato.
Vediamo perché.
La testimonianza di Mineta si può leggere in
versione integrale a questo link:
Audizione
di Mineta
Una traduzione in italiano dei passaggi fondamentali può
essere letta sul nostro blog
"L'ordine
misterioso di Cheney" e su
Crono911
Online .
I due link citati contengono anche un'analisi puntuale degli orari con indicazione delle relative fonti.
Si scopre così che Mineta parla del momento in cui si
trovava all'interno del PEOC, il centro operativo di emergenza della
Casa Bianca, insieme a Cheney.
Mineta, per sua stessa ammissione, è giunto alla Casa
Bianca, scortato dai servizi segreti, mentre l'edificio veniva evacuato:
Mineta: "Nel momento in cui giunsi alla Casa Bianca, questa veniva evacuata..."
Ora, l'evacuazione è avvenuta alle ore 09:45 circa
( Fonti:
CNN
;
Washington Post)
mentre il volo AA77 si era già schiantato alle 09:37 !
Quindi, se Mineta è giunto alla Casa Bianca alle 09:45 ed
è entrato nel PEOC dopo che il volo AA77 si era
già schiantato, è evidente che il velivolo in
avvicinamento di cui ha sentito parlare nel PEOC non poteva essere il volo AA77 !
E difatti lo stesso Cheney è entrato nel PEOC praticamente nello stesso momento in cui il volo
AA77 si schiantava sul Pentagono (Fonti:
Telegraph;
Rapporto Commissione 9/11 pag. 40-41 e relative note;
Washington
Post ), ossia alle 09:37 circa. E Mineta è arrivato pochi minuti dopo, non prima delle 09:45.
E quindi, se non era il volo AA77, che volo era?
In realtà
era il volo UA93, del quale la FAA, pur avendone perso le tracce,
cercava di simulare la traiettoria di avvicinamento a Washington
basandosi sugli ultimi dati conosciuti prima che sparisse dai radar.
E questo avveniva, si badi bene, a partire dalle 10:12 (Fonte:
Washington
Post ) quando anche il volo UA93 era già precipitato da alcuni minuti
(alle 10:03) nelle campagne di Shanksville, ma al quartier generale della FAA ancora non lo sapevano.
Per verificare tutto questo, non ci vuole una grossa scienza. Bastava leggersi le fonti giornalistiche (ne
abbiamo citato alcune tra le tante) o lo stesso Rapporto della Commissione di Inchiesta, per non parlare dell'audizione di Mineta. E'tutto scritto nero su bianco.
Ma il regista preferisce ingannare lo spettatore.
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18. Ritrovare il Pentagono
Minuto
13 e 20 secondi circa.
Il narratore chiede:
“Come si può
pensare di
ritrovare il Pentagono, partendo da un punto qualsiasi in
West Virginia? Senza
più nessun aiuto da terra?”
E' tanto tempo, ormai, che hanno inventato i sistemi di navigazione automatica, ed il Boeing
757 - come pure il Boeing 767 - dispongono di un sistema
particolarmente sofisticato, in grado di pilotare il velivolo senza alcun intervento umano:
Un sistema computerizzato
interamente integrato per il controllo del volo (FMCS) permette
guida e controllo automatici del 757-200 da subito dopo il decollo fino
all’avvicinamento finale e all’atterraggio. Unendo
i processori digitali che controllano la navigazione, la guida e la
spinta del motore, il sistema di controllo del volo assicura che il
velivolo segua la rotta più efficace e un profilo di volo
teso a ridurre il consumo di carburante, il tempo di volo e il lavoro
dell’equipaggio.
La
precisione del sistema di navigazione GPS, le funzioni automatizzate per
il controllo del traffico aereo e le prestazioni avanzate per
migliorare la guida e le comunicazioni, ora sono disponibili come parte
del nuovo computer per il controllo di volo,
il Future Air Navigation System (FANS).
Il comandante e il primo ufficiale hanno a disposizione ciascuno due display elettronici per la
strumentazione di volo principale. Un indicatore
elettronico mostra la posizione dell’aereo e dà
indicazioni per la guida con il pilota automatico. L’indicatore
elettronico della posizione orizzontale mostra una mappa video di
assistenza al volo, degli aeroporti e della rotta prevista e
può mostrare l’immagine radar della situazione
meteorologica a terra.
(Fonte: BOEING )
Ma vi pare possibile che il regista
non sappia queste cose? Vi pare possibile che non si sia preso la briga
di vedere quali sistemi di navigazione sono installati su un moderno
Boeing ? Possibile che abbia fatto un film di novanta minuti con un
atto d'accusa così pesante... senza nemmeno sentire un pilota?
Evidentemente al regista non interessa dire la verità, e nemmeno
porre legittime domande: gli basta trarre in inganno lo spettatore.
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Minuto 13 e 45 secondi circa
Narratore:
“Hani Hanjour, come ha confermato il suo istruttore in un'intervista al New York Times, era
lo zimbello della scuola di volo, non era mai
stato in grado di pilotare nemmeno un monomotore, non aveva mai volato in quota> (in
realtà i titoli sullo sfondo dicono <mai guidato un
jet>)
e di certo non
aveva mai visto prima da vicino i comandi di un 757".
Hani Hanjour di istruttori ne ha avuti più di uno nella sua carriera di
pilotaggio, ed il New York Times esce 365 volte all'anno... ma il
regista ha ritenuto superfluo indicare il nome dell'istruttore e la
data di pubblicazione dell'intervista. Fa in ogni caso piacere notare
che, quando vuole, il regista i giornali li legge.
In ogni caso, i fatti sono che Hanjour ha preso una licenza di pilota commerciale per
aerei plurimotori nel 1999, dopo aver preso altre due abilitazioni di volo, cui ha fatto seguito l'addestramento per i "jet" (
Associated Press ).
La storia di Hanjour e le sue esperienze di volo, sono state ampiamente riportate
dalla stampa e nel Rapporto della Commissione 9/11. Ne abbiamo
preparato un'ampia panoramica su
Crono911
( con relativo
Elenco
Fonti ) e sul blog
Undicisettembre
, che integra anche le fonti di riferimento.
Da questa ampia documentazione si evincono in maniera molto chiara le capacità
di Hanjour, che non sarà stato un pilota provetto ma in ogni
caso era perfettamente capace di pilotare, ed aveva al suo attivo ben
600 ore di volo. Inoltre si era addestrato su sofisticati simulatori che
gli consentivano di avere una considerevole confidenza con i comandi del Boeing 757.
Infine,uno dei suoi istruttori (Marcel Bernard della Freeway Airport... noi i
nomi e i cognomi li citiamo) ha dichiarato:
"Despite
Hanjour's poor reviews, he did have some ability as a
pilot... "There's no doubt in my mind that once that [hijacked
jet] got going, he could have pointed that plane at a building and hit
it" (Fonte:
Newsmine
)
Tradotto:
"Nonostante gli scarsi risultati di Hanjour, egli aveva una certa
abilità nel pilotaggio... Non ho alcun dubbio sul fatto che
una volta in volo, poteva puntare quel tipo di aereo contro un edificio e colpirlo".
Anche in questo caso, abbiamo una serie articolata di fonti, facilmente
reperibili, che dicono come stanno le cose.
Anche in questo caso, il regista fa finta che esse non esistano,
preferendo citare una sola fonte generica e difficilissima, se non
impossibile, da verificare.
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20. La manovra di Hanjour
Minuto 14 e 05 secondi circa
Narratore:
“Una volta in vista del Pentagono è
sceso in pochi secondi da oltre 2000 metri con una
spettacolare virata di 270 gradi. Una manovra simile
a questa ma fatta verso il basso (mostra le immagini di un caccia che
fa il
giro
della morte)
portando l'aereo con
grande sicurezza ben oltre i limiti
concessi dal suo stesso sistema di guida. Non a caso i controllori di
volo che lo seguivano sui radar commentavano: <La velocità,
la manovrabilità, il modo in cui ha virato, tutto
ciò ci ha fatto pensare a un caccia militare , e siamo tutti
controllori con una certa esperienza sulle spalle>.
Questa
ci porta a quella che si può considerare la madre di tutte le domande: che
cosa, in realtà, ha colpito il Pentagono?"
Anche in questo caso il regista propone dati strampalati,
forse pescati da vecchi articoli di cronaca in cui i giornalisti, non
avendo a disposizione altri dati, hanno colmato i vuoti con la propria
immaginazione e con supposizioni di vario genere .
Ma la rotta del volo AA77 non è più argomento di
libera interpretazione. I tracciati dei radar e la "scatola nera" del velivolo
hanno fornito tutti i dati necessari a ricostruire con estrema
precisione la rotta, e questi dati sono stati tutti resi
pubblici.
Noi, che le ricerche le facciamo sul serio, abbiamo reso disponibili,
in una apposita
Sezione di
Crono911, tutti i rapporti e i dati relativi all'
indagine dell'NTSB
(l'ente per la sicurezza del volo), alle
radio-comunicazioni,
alla ricostruzione della rotta attraverso
i dati del Flight Recorder
(la "scatola nera") del volo AA77, ai
tracciati radar e
all'analisi dei dati dell'autopilota di bordo. Troverete anche l'immagine radar con
la posizione dei quattro velivoli dirottati.
Nella Home
Page abbiamo inserito, nel modulo documenti, persino i dati "grezzi"
del Flight Recorder, che chiunque può scaricare e analizzare come crede.
La traiettoria reale
del volo AA77 è questa (cliccare per ingrandire):
La
linea gialla mostra l'ampia virata, di circa 330 gradi (e non 270)
compiuta da Hanjour.
Virata che non è stata particolarmente brusca o veloce,
e che non ha niente a che vedere con il giro della morte (che è
una manovra sul piano verticale e non su quello orizzontale) che siamo
soliti apprezzare durante le acrobazie aeree.
Peraltro,
si tratta di una manovra che non supera affatto "i limiti del sistema di guida
dell'aereo". Affermazione, quest'ultima, probabilmente frutto di
qualche esperienza onirica del regista, che - come abbiamo visto prima
- non sa nemmeno quale sia il sistema di guida installato sul Boeing
757.
E' chiaro che la manovra di Hanjour non è in ogni caso una manovra usuale per
un aereo carico di passeggeri: di solito i piloti commerciali assicurano
un volo tranquillo e rilassato, estremamente docile. Questo spiega i
commenti dei controllori di volo (ammesso che siano di quel
tenore... anche in questo caso dobbiamo fidarci ciecamente del regista,
visto che non ci dice chi sono questi controllori e quale fonte ne
abbia riportato i commenti...).
Ma di certo Hanjour non era particolarmente preoccupato del comfort dei
passeggeri del volo AA77...
Ora si impone una considerazione. Quando si analizza la rotta di un velivolo, non
c'è molto spazio per la fantasia e le valutazioni personali: i dati possono
essere forniti solo dai tracciati radar e dalle scatole nere.
Al massimo da qualche testimone presente sul posto. Ma né i
tracciati radar, né i dati delle scatole nere, dicono
ciò che il regista ha affermato. Quanto ai testimoni, come vedremo dopo, la
quasi totalità di essi ha dichiarato di aver visto il volo
AA77, con tanto di colori American Airlines, impattare il Pentagono (e
per inciso, non è affatto vero che l'aereo fosse pilotato con
"grande sicurezza", perché la stragrande maggioranza dei
testimoni oculari ha affermato che il velivolo ondeggiava vistosamente).
E quindi, su quali
dati si è basato? Sulle chiacchiere delle comari di paesino?
Sulle confidenze del barbiere? Glieli ha comunicati il giornalaio?
Boh... lo sa solo lui.
La verità è che il regista ha mentito spudoratamente,
evitando di citare i dati reali.
E dopo questa interminabile sequenza di inganni e menzogne, ora fa il suo affondo,
certo di aver ormai conquistato la credulità dello spettatore
poco informato: cosa avrà mai colpito il Pentagono? Che
sarà mai questo oggetto misterioso? Un UFO? Una meteora? Uno
pterodattilo? Di certo il barbiere avrà avuto la risposta anche
a questo enigma. Vediamo qual è.
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21. Telecamere al Pentagono
Minuto 14 e 50 secondi circa
Narratore:
“Intorno al Pentagono
sono disseminate
centinaia di telecamere di sicurezza (mostra
immagini varie di telecamere installate chissà dove) che coprono
ogni
minimo angolo della zona, di giorno e di notte. E'
semplicemente il
posto più protetto del mondo. Ci sono inoltre
le telecamere del vicino svincolo autostradale che inquadrano
ininterrottamente lo spazio aereo antistante il Pentagono stesso. Qualunque
cosa lo abbia colpito deve per forza essere passata di qua. Anche il vicino Hotel
Sheraton ha alcune delle sue telecamere puntate
proprio in direzione dell'edificio colpito, ma i nastri di tutte queste
telecamere sono stati immediatamente confiscati dall'FBI. E nessuno ha mai
potuto vederli. Perché per le Torri Gemelle ci viene
mostrato fino alla nausea l'impatto del secondo aereo, mentre per il
Pentagono ci viene mostrato l'unico filmato in cui l'aereo non si vede affatto?”
Questo regista è davvero stupefacente.
Vogliamo dire... se la società autostradale monta una telecamera sullo svincolo
autostradale, si presume lo faccia per monitorare il traffico
autostradale... perché
mai dovrebbe tenerla puntata sul Pentagono?
Non è che si sposti frequentemente in autostrada, il
Pentagono. Mica è un caravan. Allo stesso modo, se il proprietario dello
Sheraton si è montato le sue brave telecamere, lo
avrà fatto per controllare il proprio albergo. perché mai avrebbe
dovuto puntarle sul Pentagono? Oltre che gironzolare per le autostrade,
forse che il Pentagono ogni tanto si fa anche una scappatella allo
Sheraton? Con la Casa Bianca?
L'FBI ha sequestrato i nastri di tutte le telecamere nei paraggi, e
questa è una procedura normale. Questo però non
significa che in quei nastri ci sia chissà cosa, e non si vede ragione
per cui l'FBI dovrebbe renderli pubblici, se non c'è nulla che
possa interessare all'opinione pubblica. Non ci si aspetterà
davvero che l'FBI dica: "Signore e signori, questo è il nastro dello
Sheraton. Il Pentagono non è inquadrato, ma in compenso
possiamo osservare il senatore John Smith che entra con... ehi gente.... quella
biondona non assomiglia affatto alla moglie del senatore!".
Peraltro, una volta sequestrati, i nastri entrano nella
disponibilità degli organi giudiziari, ed è un
giudice che deve decidere se è il caso di diffondere il contenuto
dei nastri oppure no. L'FBI non c'entra più nulla con la questione.
Recentemente è stato reso pubblico uno dei nastri sequestrati,
quello di un impianto di rifornimento di carburante, le cui telecamere,
secondo i cospirazionisti, dovevano aver ripreso per forza
l'aereo. Nel nastro si vedono... le pompe per il rifornimento di
carburante, come è logico che sia.
Ad ogni modo, due telecamere, entrambe del Pentagono, hanno ripreso l'impatto.
Ed è già tanto, considerato che le telecamere
servono a sorvegliare un edificio e i suoi punti di accesso, e non certo il cielo
blu. Entrambi i filmati sono stati rilasciati al pubblico.
Non è poi vero che il Pentagono sia il "posto più
protetto del mondo". A parte il fatto che è il primo obiettivo
nel mirino dei missili nucleari russi e cinesi, nel malaugurato caso in
cui dovesse scoppiare una guerra atomica, per cui non ci sentiremmo
particolarmente al sicuro lì dentro, il Pentagono è solo
l'equivalente del nostro Ministero della Difesa. E' essenzialmente una struttura
burocratica, che beneficia di misure di sicurezza paragonabili a quelle di qualsiasi
altro edificio pubblico di una certa importanza. Il Pentagono non
è un vero comando operativo. Al contrario, il comando strategico
delle forze armate americane (che comprende il NORAD) è ubicato
nel cuore di una montagna (Cheyenne Mountain a Colorado Springs) ed
è protetto da decine di metri di roccia cui si aggiungono porte
interne corazzate in cemento e acciaio del peso di 30 tonnellate l'una.
Quello sì che può definirsi "il posto più protetto del mondo"...
Ma le acrobazie di quest'uomo non finiscono qui.
Si chiede "perché per le Torri
Gemelle ci viene mostrato fino alla nausea l'impatto del secondo aereo,
mentre per il Pentagono ci viene mostrato l'unico filmato in cui
l'aereo non si vede affatto?".
Innanzitutto i filmati
del Pentagono sono due, non uno. E l'aereo si vede. Non
sono riprese in stile Paramount Pictures, l'aereo si vede a
malapena, ma c'è.
Quanto alla risposta... sarà mica per il piccolo, insignificante
particolare che quando il secondo aereo ha colpito la seconda Torre,
c'erano migliaia di telecamere puntate sulle Twin Towers? Non
telecamere di sicurezza, ma le telecamere delle televisioni. Non sappiamo se
il regista riesce a cogliere questo aspetto, forse è troppo complicato.
C'è invece da chiedersi come mai il regista, in forza della
sua logica particolare, non abbia detto:
"Ma come!? Con le centinaia, le migliaia di telecamere di sicurezza che
stanno attorno alle Twin Towers e in tutta Manhattan, possibile che non
ce ne sia una che abbia ripreso in maniera decente il primo impatto?
Eppure dev'essere passato per forza di qui..."
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22. I testimoni del Pentagono
Minuto
16 circa
Dopo aver detto e mostrato che tutti i testimoni concordano sul fatto che sia stato un
aereo dell'American Airlines a colpire il Pentagono, il film afferma:
“Ma riguardo al tipo di
aereo si va da chi aveva creduto di vedere un Boeing 757 , a chi dice
di aver visto un aereo molto più piccolo, da 10-12 posti al
massimo, molto più simile nelle dimensioni a un caccia
militare".
Ecco che il regista torna a sfoderare le sue armi più sottili. Poco prima, ha
abilmente introdotto il concetto del caccia militare, utilizzando il
paragone fatto da un imprecisato controllore di volo, e mostrando la
manovra acrobatica ("giro della morte", il termine tecnico corretto
sarebbe "looping" ma non osiamo sperare in simili raffinatezze) di un agile e piccolo caccia.
Adesso il regista deve
superare un problema, ossia quello dei numerosi testimoni che hanno
visto un aereo dell'American Airlines impattare contro il Pentagono.
Il regista non può sostenere che tutti quei testimoni siano
comprati e mentano: ciò allargherebbe a dismisura il numero
delle persone coinvolte in un ipotetico "complotto", rendendolo ancor meno credibile.
Allora, notate l'espressione: "si va da chi aveva creduto di vedere un Boeing.... a
chi dice di aver visto un aereo molto più piccolo".
In altre parole, non solo il regista cerca di stemperare il numero delle testimonianze,
inducendo lo spettatore a credere che esse siano molto discordanti sul
tipo di velivolo, ma usa il termine "aveva creduto di vedere" ,
riferito al Boeing 757, in contrapposizione con il termine "dice di
aver visto" riferito a un aereo più piccolo.
Con questa attenta scelta dei termini, lo spettatore si predispone a pensare che chi ha
visto un Boeing credeva di vederlo, ossia non l'ha visto realmente.
Anzi, nella scelta del verbo egli usa un passato così remoto
(aveva creduto) che sembra quasi che il testimone stesso, in un momento
successivo, abbia precisato di essersi sbagliato! Questo è
l'effetto subliminale voluto dal regista.
Al contrario, chi parla di un aereo più piccolo, "dice di aver visto", e non "aveva
creduto di aver visto". Quindi, è sicuro di aver visto. Ed il tempo
del verbo è presente: "dice".
Furbo, eh?
Ovviamente, alle dimensioni più piccole, un aereo
da "10-12 posti", affianca il paragone con un caccia, cui lo spettatore
è già stato predisposto in precedenza.
La tecnica è quella di aprire un piccolo forellino nelle
convinzioni dello spettatore, per poi allargarlo e consolidarlo, per
consentire alle "nuove certezze" confezionate dal regista, di dilagare
senza più freni né riserve. Il tutto presentato
in maniera tale che lo spettatore abbia la convinzione di esserci arrivato
da solo, esaminando dati e fatti oggettivi e incontrovertibili.
Ma come stanno realmente le cose?
Innanzitutto,un aereo da 10-12 posti non è comunque un caccia. I caccia
sono monoposto, al massimo biposto. Quindi il paragone non regge.
Poi, non è
affatto vero che i testimoni siano così discordanti, tutt'altro.
Ci sono almeno un'ottantina di testimoni, ed essi descrivono con molta precisione
la traiettoria finale prima dell'impatto ed i movimenti del velivolo.
Alcuni di loro parlano genericamente di un aereo, altri di loro parlano
di un grande aereo passeggeri, altri ancora precisano che si trattava
di un Boeing 757, altri hanno visto chiaramente le livree dell'American
Airlines... ma ce n'è solo UNO (Steve Patterson) che parla di un aereo da
10-12 posti: "appeared to hold about eight to 12 people"
che tradotto significa: "Sembrava trasportare tra le otto e le 12 persone".
Vediamo invece cosa dicono molti altri testimoni, peraltro ben
più vicini di Patterson che si trovava nel suo appartamento al
14mo piano di un edificio della zona:
Mike Dobbs: "It
was an American Airlines airliner"
James Cissell: "That is
a big
plane... I saw the faces of some of the passengers on
board"
Dennis Clem: "There was
a commercial
airliner that said American Airliners over the side"
Richard Benedetto: "It
was an American Airlines airplane, I could see it very clearly"
Omar Campo: "It was a passenger plane.
I think an American Airways plane"
Bobby Eberble: "I looked
back and saw a jet
airliner flying very low and very fast"
Steve Eiden: "You could
almost see the people
in the windows"
Penny Elgas: "I
remember recognizing it as an American Airlines plane -- I could see
the windows and the color stripes"
Cheryl Hammond: "We saw
the big
American Airlines plane"
Joe Harrington: "An
American Airlines airplane"
Albert Hemplhill: "The
aircraft, looking to be either a 757 or Airbus"
Terrance Kean: "I saw
this very,
very large passenger jet"
William Lagasse: "I could see
the windows and the blinds had been pulled down. I read
American Airlines on it"
Lincoln Leibner: "I saw
this
large American Airlines passenger jet coming in fast and
low"
Elaine McCusker: "I saw
a very low-flying American Airlines plane "
Mitch Mitchell: "A huge jet plane
clearly with American Airlines written on it"
Terry Morin: "The airliner
came into my field of view"
James Mosley: "I looked
over and saw this big silver
plane run into the side of the Pentagon"
Christopher Munsey: "A
silver,
twin-engine American Airlines"
Vin Narayanan "An American
Airlines jet flying right at me"
John O' Keefe: "I
immediately recognized it as an American
Airlines jet"
Mary Ann Owens: "A large
plane"
James Robbins: "The
sight of the
757 diving in at an unrecoverable angle is frozen in my
memory"
James Ryan: "I see an
American Airlines plane, silver plane, I could see AA on the tail"
Joel Sucherman: "Looked
to be an American Airlines jet, probably a 757"
Philip Thompson: "I
could see the passenger
windows glide by"
Tim Timmerman: "It was
a Boeing
757, American Airlines, no question"
Alan Wallace: "The
airplane was a
757 Boeing or a 320 Airbus"
Mike Walter: "I saw a big
silver plane and those double A's ...It was an American Airlines jet"
Dave Winslow: "I saw
the tail of a large
airliner"
Ian Wyatt: "It looks
like a silver American Airlines, twin-engine
plane"
Madelyn Zakhem: "It was
huge!
It was silver. It was low."
Ci fermiamo qui... 32 testimonianze, tra essi vi sono anche alcuni
piloti, come Tim Timmerman. Parlano di un grande aereo
passeggeri, con i colori American Airlines, alcuni hanno riconosciuto
senza alcun dubbio il Boeing 757, altri aggiungono particolari ancora più specifici.
Ma di quale caccia parla, il signor Regista? Quale piccolo aereo da
10-12 posti? Su oltre ottanta persone, ha pescato l'unica che
parla di un aereo più piccolo, e tanto gli basta per dire,
sostanzialmente, che tutte le testimonianze lasciano il tempo che trovano !
Senza contare un altro, importante particolare: il volo AA77 è stato visto dall'equipaggio di un
velivolo da trasporto C-130 in volo su Washington, che lo ha seguito
visivamente fin quasi al momento dell'impatto, su richiesta della
locale torre di controllo!
Ci sono molti siti che, con esaustivi lavori di ricerca, hanno raccolto
tutte le testimonianze dirette e indicato le relative fonti.
Ne citiamo alcuni:
Pentagon
Witness Accounts
Analysis
of Eyewitness Statements Pentagon
They
Saw The Aircraft
Da essi,
potrete leggere con i vostri occhi le dichiarazioni dei testi, e
consultare i link ai media che le hanno raccolte. E state tranquilli
che in quei siti non troverete nessuno che cercherà di
convincervi a comprare il suo DVD o il suo libro...
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23. Sagadevan e la manovra
impossibile
Minuto 16 e 35 secondi circa
Voce narrante: “Una volta allineato con l'edificio, l'aereo aveva davanti a sé lo svincolo
autostradale a forma di quadrifoglio, che dista dalla facciata del
Pentagono circa 250 metri , ma invece di
puntare comodamente verso la zona centrale dell'edificio il pilota sceglieva a quel punto di
abbassarsi pericolosamente al livello del suolo, copriva così
gli ultimi 250 metri a volo radente, viaggiando alla massima velocità e tranciando nel frattempo, lungo il percorso,
svariati pali della luce. Oltre che assolutamente
illogica, questa manovra è stata giudicata praticamente
impossibile da piloti di linea ben più esperti di Hani Hanjour..."
Mentre il narratore dice queste parole, il regista ci mostra una trasmissione del TG-1 in cui un
pilota dice che la manovra è “estremamente
difficile”.
Il punto è che non sta scritto da nessuna parte che Hanjour volesse impattare esattamente
dove ha impattato e nel modo in cui ha impattato.
E' come tirare un sasso su una spiaggia e, dopo che è
caduto, chiamare un bagnante e chiedergli: "Secondo lei qualcuno
riuscirebbe a tirare un sasso esattamente in questo preciso punto?"
. E' chiaro che chiunque risponderebbe: "E' molto difficile".
Ma la cosa strabiliante è che il regista afferma che la manovra è stata
giudicata "praticamente impossibile" e nel contempo trasmette la dichiarazione di
un pilota che dice: "E' estremamente difficile". Dalle nostre parti, "estremamente
difficile" e "praticamente impossibile" non sono sinonimi.
Peraltro, un pilota "normale" di solito non fa quel tipo di manovre... non è che
tutti i giorni uno si va intenzionalmente a schiantare contro un edificio...
Ed
è poi
singolare che il regista si lamenti che Hanjour non ha puntato
"comodamente" la zona centrale dell'edificio: Il Pentagono, al centro,
è vuoto. C'è un grande cortile. perché mai Hanjour avrebbe
dovuto voler schiantarsi sul cortile? Nostalgia degli spazi aperti? Boh...
Il regista commenta che si è abbassato "pericolosamente": chi glielo spiega che
Hanjour non stava facendo un volo turistico su Washington? Come diavolo si
può pensare che uno che ha dirottato un aereo, ucciso i
piloti, sfidato la difesa aerea militare, ed è intenzionato a
schiantarsi sul Pentagono a oltre 800 km/h, possa preoccuparsi di
abbassarsi troppo? Che ci dirà ancora il regista? Che
è strano che non si sia allacciato la cintura di sicurezza?
Il regista osserva che la manovra è "assolutamente illogica". A parte che non
è mai molto logico schiantarsi contro un edificio... ma non era stato
proprio lui, il regista, a dirci che Hanjour era una schiappa di
pilota? Se era una schiappa, una manovra poco logica te la devi pur aspettare...
Noteremo anche più avanti che il regista comincia a contraddire sé stesso.
Questo è uno dei primi film cospirazionisti in cui l'autore si "debunka" da solo.
Ma al regista importa poco: in 15 minuti di video è ormai certo di aver ridotto in
poltiglia le capacità logiche dello spettatore (anche perché uno che resta lucido dopo un quarto d'ora di questa
tortura, difficilmente va oltre nella visione) e di averlo trasformato
in un aspirante cospirazionista, pronto a credere a tutto ciò che il film vorrà comunicargli.
Proseguendo nel filmato, il regista utilizza una simulazione
dell'impatto. Si vede l'aereo a una quota estremamente bassa, al punto che durante il
percorso colpisce in pieno alcuni pali di illuminazione, all'incirca a
metà della loro altezza.
La simulazione è palesemente falsa. Infatti sia le
testimonianze dei presenti (vedi sopra) che le foto
dei pali abbattuti nonché le simulazioni
3D professionali ci dicono che il velivolo ha colpito la sommità dei pali.
Successivamente il regista ci mostra un altro spezzone della trasmissione al
TG-1, in cui un altro pilota parla della difficoltà di volare raso terra: “Si deve
vincere la reazione
istintiva di alzarsi... primo... secondo, ci sono tutta una
serie di turbolenze che rendono molto
difficile stare veramente appiccicati per terra”.
Anche in questo caso, il pilota parla di una reazione istintiva ad alzarsi, decisamente normale
per un pilota che non intende schiantarsi, ma certamente assente in un pilota
suicida. Nessuno mette in dubbio che stare "appiccicati per terra" non
è una passeggiata, tanto più con un aereo di quelle dimensioni, ma
abbiamo visto che Hanjour non era poi così appiccicato come il
regista vuol far credere, ed i 250 metri percorsi a oltre 800 km/h
corrispondono ad un secondo e mezzo di volo! Non è che Hanjour
dovesse volare per chissà quanto tempo in quelle condizioni!
Quindi il regista introduce la
testimonianza di Nela Sagadevan, definito “ingegnere
aeronautico, un pilota ed è specializzato in aerodinamica”.
Sagadevan dice: “Si
chiama effetto suolo, ed è maggiore negli aerei che hanno un
basso carico alare , cioè i grossi aerei con
ali grandi... gli aerei con forte carico alare invece, come ad esempio i caccia,
possono volare ad altissima velocità rasoterra perché
sono progettati per farlo. Ma con aerei come
il Boeing 757 non puoi farlo... è aerodinamicamente impossibile”.
Sagadevan si sofferma sulle scarse capacità aviatorie di Hanjour, dice
di aver parlato con alcuni dei suoi istruttori e che non era in grado
di volare in solitario, definendolo “il più semplice e
fondamentale esercizio di volo che uno possa fare...”
Dunque, la prima domanda che dobbiamo porci è: ci sono decine di migliaia di piloti
ed esperti ingegneri aeronautici nel mondo, è mai possibile che il
regista sia andato a pescare questo Nela Sagadevan.... addirittura dallo Sri Lanka? Niente di più vicino?
Proprio così, questo sedicente esperto, sulle cui credenziali
dobbiamo fidarci senza riscontri, viene addirittura dal lontano Sri
Lanka, ed è autore di un libro intitolato "Warpaint of the Gods"
, uno strano volume che pone questo interrogativo: "Dio ha una
religione? Se sì, qual è? Se no,
perché gli uomini ne hanno così tante?".
Nela (o Nila) Sagadevan, lo dice la sua biografia,
ha vissuto per 15 anni in Alaska, dove è stato colto da una
specie di crisi mistica che lo ha portato a interrogarsi sulla visione antropocentrica della
vita e della religione..... Dalle nostre parti, se uno prende il
brevetto di pilota, si laurea in ingegneria aeronautica e si
specializza in aerodinamica, tutto questo per rintanarsi in Alaska e
scrivere un libro di religione, si pensa che non abbia tutte le rotelle al proprio posto...
E' poi strano che questo Sagadevan si sia preso la briga di andare a parlare con gli istruttori
di Hanjour... dall'aeronautica alla religione all'investigazione complottista...
Va bene, se il regista non ha trovato di meglio per sostenere le proprie
tesi, non possiamo farci nulla.
Peccato però che gli anni in Alaska, a quanto pare, devono aver congelato le conoscenze
tecniche di Sagadevan, il quale sostiene che l'effetto suolo impedisce
agli aerei con un basso carico alare di volare ad altissima
velocità rasoterra, cosa possibilissima invece per i caccia che hanno un forte carico alare.
Dunque, il carico alare si ottiene dividendo il peso dell'aereo per la sua
superficie alare.
Vediamo un po', il Boeing
757 ha una superficie alare pari a 185,25 metri quadri ed un peso
al decollo pari a circa 110.000 kg, il che si traduce in un carico alare
di 593 kg/mq.
Vediamo come se la cava un caccia, e precisamente l'F-15E Strike Eagle,
un aereo progettato per volare ad altissima velocità (oltre 1.400 km/h) rasoterra: il peso tipico di missione al decollo
è intorno ai 22.000 kg e la sua superficie alare è pari a 56,61
metri quadri, il che ci dà un carico alare di 388 kg/mq !
Ma allora, se Sagadevan ha ragione, e gli aerei con più alto carico alare possono
volare ad alta velocità rasoterra, il
Boeing 757 non ha alcun problema, visto che il suo carico alare
è di gran lunga superiore a quello che oggi è
considerato il miglior caccia da penetrazione a bassa quota esistente al mondo.
Potremmo fermarci qui, ma vogliamo essere un po' più cattivi.
Sagadevan è poco aggiornato: il discorso degli alti carichi alari fa parte di una
tecnologia costruttiva che ormai è considerata preistorica. I
velivoli moderni, come l'F-15E o il Boeing 757, dispongono
di un sistema di controllo del volo computerizzato che consente di
volare a bassissima quota ed elevata velocità,
indipendentemente dal carico alare.
Peraltro, l'effetto suolo,
così come introdotto da Sagadevan, è una vera e
propria panzana. Jeff
Scott, ingegnere aerospaziale specializzato in analisi
aerodinamiche e progettazione di aerei, in un articolo tecnico su Aerospaceweb,
ha spiegato con dovizia di particolari le ragioni per cui l'effetto suolo non ha creato nessun problema ad Hani Hanjour ed al
velivolo che pilotava, e le ragioni per cui la manovra di attacco di Hanjour
è stata relativamente semplice e non richiedeva alcuna particolare abilità.
E poi, signor Sagadevan... se lei è convinto che un aereo così grosso non possa volare così basso e
veloce.... non lo dica a noi... provi a dirlo a questo:

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24. Senza sbandamenti
Minuto 21 e 05 secondi circa.
Narratore:
“L'aereo prosegue, a
detta di tutti i testimoni, senza un solo sbandamento,
dritto verso il proprio obiettivo. Prima di schiantarsi colpisce con l'ala destra
un grosso camion generatore, che stava parcheggiato davanti
all'edificio, mentre con l'ala sinistra sorvola dei grossi rulli di
cavo elettrico, senza farli cadere. Il camion generatore prende
immediatamente fuoco..."
Questa è un'altra spudorata menzogna.
Vari testimoni, infatti dicono esattamente il contrario.
Alcuni esempi:
Steve Anderson: "I
watched in horror as the plane flew at treetop level, banked
slightly to the left"
Gary Bauer: "And it veered
to the right into the Pentagon"
Penny Elgas: "It banked
in the slightest turn in front of me"
Bruce Elliot: "It was banking
"
Albert Hemphill: "He
was slightly left
wing down"
Robert Leonard: "The
aircraft, so close to the ground, was banked
skillfully to the right "
David Marra: "The
plane rolled
left and then rolled right"
Steve Riskus: "It
was not
completely level"
Il regista dovrebbe sapere cosa significano termini come "banked" e "rolled", e queste
testimonianze dimostrano che l'aereo ha ondeggiato e sbandato prima di
colpire il Pentagono. Ma lui non dice: "molti testimoni", non dice
"vari testimoni", dice: "tutti i testimoni".
Pensate poi a un altro aspetto. Prima il regista ha detto che i testimoni "hanno creduto di
aver visto" un grosso aereo, quando gli conveniva sostenere che le
testimonianze non sono affidabili e potrebbe anche essere stato un
piccolo aereo. Poi improvvisamente fa leva su quelle stesse
testimonianze, quando gli conviene sostenere che l'aereo andava diritto e senza sbandamenti.
Si può essere più scorretti? Certo che sì. Il regista infatti
non ha finito di stupirci... ma di una cosa siamo certi: le testimonianze le
ha lette, ed anche bene, per non essergli sfuggita l'unica che parlava
di un aereo di 10-12 posti. E pertanto quando mente, come in
questo caso, lo fa in assoluta consapevolezza.
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25. Un buco piccolo piccolo
Minuto
21 e 55 secondi
circa
Voce narrante:
"La
spaccatura centrale è di circa 20 metri (il film
mostra la zona collassata del Pentagono) mentre
l'apertura alare di un Boeing 757 è di circa il doppio”.
E a questo punto si dedica a evidenziare che la spaccatura è troppo piccola
rispetto alle dimensioni dell'aereo.
Mostra una foto della facciata colpita, prima del collasso (una foto in cui si vede ben
poco a causa del fumo...), e spiega:
“La parete è
ancora tutta in piedi e presenta un solo foro
di entrata di tre – quattro metri al massimo ... al piano terra le colonne
portanti sono rimaste in piedi (e mostra un'area larga decine di metri,
in piedi ma sconquassata). Le macerie sono quasi tutte riversate
all'esterno (nella foto che ci mostra, non si vedono...) Molte
delle finestre hanno addirittura ancora i vetri intatti... L'aereo
quindi non è finito sotto le macerie... come molti hanno creduto... ”
Innanzitutto, l'area interessata dall'impatto è molto più larga di quello che il regista vuol
far credere. E non c'è da andare troppo lontano per scoprirlo. Basta leggersi
il rapporto "The Pentagon Building Performance" preparato dagli
ingegneri civili strutturali dell'ASCE, nel quale sono presenti
fotografie, planimetrie e ricostruzioni digitali. In altre parole, non
è che lo dicono gli ingegneri: lo dicono, lo mostrano e lo
provano, e chiunque può verificarlo da sé. Il rapporto
può essere scaricato dalla Home Page del sito Crono911.org .
Quella che mostriamo è la ricostruzione dell'ASCE che mostra la parte gravemente lesionata dall'impatto e la sezione interessata dal successivo cedimento strutturale.
Si noti come la conformazione dell'apertura richiami da vicino il profilo dell'aereo e
delle ali. A pagina 35 del Rapporto ASCE leggiamo che l'area
gravemente danneggiata dall'impatto ha una larghezza complessiva di 120
piedi, pari a 36 metri e mezzo, mentre l'apertura alare di un Boeing
757 è pari a 125 piedi, ossia 38 metri. Le due misure,
quindi, corrispondono pressoché perfettamente. Bisogna poi
considerare che il Boeing ha impattato con un'angolazione di 42 gradi
rispetto alla "normale" della facciata, e pertanto l'ala destra ed il
muso hanno urtato prima dell'ala sinistra. Questo il regista lo sa
bene, visto che il rapporto è stato rilasciato al pubblico
all'inizio del 2003. Però preferisce mentire.
"La parete è ancora tutta in piedi", sostiene il regista... "presenta un solo foro di
entrata di tre o quattro metri al massimo....", "le macerie sono quasi tutte
riversate all'esterno".... ma il bello è che nelle immagini che mostra, si
vede esattamente il contrario.
Il rapporto ASCE, peraltro, contiene decine e decine di fotografie, che
mostrano chiaramente lo stato dei luoghi, sia prima che dopo il
cedimento strutturale della sezione interessata dall'impatto. Nella Sezione
Pentagono del nostro sito abbiamo inserito decine di altre
foto che non lasciano spazio a dubbi o strane interpretazioni.
Quanto al singolo foro di entrata... l'aereo era uno. perché mai dovrebbero esserci
più fori di entrata? Quanti fori avete visto nelle pareti
delle Twin Towers? Avete visto qualcosa che assomigliava a una fetta di
gruviera, per caso? Peraltro, le foto dimostrano che quel foro non era
affatto largo "3-4 metri" (che è un'affermazione
assolutamente ridicola) ma una vera e propria voragine infuocata.
E' incomprensibile, poi, che il regista piagnucoli sul fatto che alcune colonne portanti (alcune
colonne... non "le colonne") siano rimaste in piedi, o che alcune finestre siano rimaste intatte.
Innanzitutto la zona impattata dal velivolo era stata recentemente ristrutturata e
rinforzata per resistere ad attentati esplosivi, ed i rinforzi comprendevano
l'installazione di speciali finestre anti-esplosione pesanti più di una tonnellata ciascuna (oltre al citato rapporto
ASCE, si veda anche questo articolo del Washington
Post). Non si capisce quindi cosa ci sia di strano nel fatto che una
struttura progettata per resistere a un'esplosione, resista a un'esplosione.
Il regista sa bene come stanno le cose, ma sa anche che difficilmente
lo spettatore conosce questi "retroscena".
In secondo luogo, non si vede perché le colonne portanti del Pentagono debbano
obbedire ai desideri del regista e andare tutte giù come i birilli in
uno strike del bowling. Un aereo è fatto di parti più
"dure" (come i motori e i carrelli) e di parti più fragili (come le
ali e la fusoliera) ed è normale che una colonna portante
colpita da un'ala abbia più probabilità di restare in piedi
rispetto a una colonna portante colpita da un motore. La verità
è che nell'area investita dal velivolo e dai suoi rottami, ci sono molte
decine di colonne portanti. Una trentina di esse sono state distrutte,
più di una quindicina sono state deformate al punto da non avere
più alcuna resistenza strutturale, una decina sono state
gravemente lesionate e più di venti hanno riportato danni
significativi. Ci sono solo un paio di colonne, interessate
marginalmente dal percorso dei rottami dell'aereo, che sono rimaste
integre (si veda la pianta delle colonne a pag. 53 del rapporto ASCE).
Ma in ogni caso, anche ammesso che un certo numero di colonne sia
rimasto in piedi, questo cosa significherebbe?
Il regista per il momento non lo spiega. Evidentemente il suo scopo è solo
quello di ingolfare il cervello dello spettatore, per far
passare l'affermazione: "L'aereo quindi non è finito sotto le macerie, come molti hanno creduto".
Eccoci arrivati, quindi. Dopo una serie di chiacchiere, infondate, menzognere e prive di significato,
trae una conclusione che non ha nulla a che vedere con quanto ha appena
detto. Come dire che uno parla per dieci minuti della
pericolosità dell'uranio, e poi conclude che le uova sode fanno ingrassare.
Chi ha mai detto che l'aereo è finito sotto le macerie, scusate? Quali macerie? L'aereo si è disintegrato
nell'impatto, è esploso, si è trasformato esso stesso in rottami e
macerie. La sezione colpita è collassata molti minuti dopo
l'impatto... e chiaramente è finita sopra... a quello che
stava sotto.
O doveva finire sotto a quello che stava sopra? Ma di
cosa sta parlando il regista? Quale cartone animato ha visto? Non
è dato saperlo.
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26. Un prato pulito pulito
Minuto 23 e 25 secondi circa
Narratore:
“Poco dopo l'impatto, il
prato appare intonso (e mostra una foto di un
pezzo di prato ben dietro i mezzi di soccorso), non si vede il minimo segno di una
strisciata,
tantomeno quello di una buca
e non c'è in giro un
solo rottame di una certa consistenza che possa essersi staccato
dall'aereo al momento dell'impatto (e continua a scorrere
su immagini in cui i rottami non si vedono). Non un'ala, non un motore, un
sedile, un pezzo di fusoliera... una valigia, un timone di coda...
niente, assolutamente niente di quello che siamo abituati a vedere
normalmente quando cade un aereo di quelle dimensioni...”
Scusate. Appena pochi secondi prima il regista ha detto che "le macerie sono
quasi tutte riversate all'esterno". Adesso ci dice che il prato appare intonso.
Queste macerie non stanno dentro, non stanno fuori, non si capisce dove le
voglia mettere il regista. Secondo noi quando fa il Presepe inizia a
novembre ed è già tanto se lo finisce per Pasqua.
"Non si vede il minimo segno di una strisciata". Ecco. Ci manca solo la pattuglia della
Polizia Stradale che ci dice "Non si vede strisciata, quindi l'aereo non ha frenato...".
Ma signor regista, se proprio lei ha detto che l'aereo ha colpito i pali, e poi ha colpito
il generatore, ma che strisciata vuol vedere? Guardi che stava volando quell'aereo, mica pattinando...
"Tantomeno... una buca". E magari una mazza da golf? La buca c'è, sta nella
facciata del Pentagono. Logica vuole che se uno si schianta contro la facciata
del Pentagono, faccia il buco nella facciata. perché dovrebbe
farlo nel prato? Mica si è schiantato sul prato!
"Non c'è in giro un solo rottame..." Ma se è pieno di rottami!
Se non bastano, ci sono anche queste serie
di foto.
Foto come queste:




E se guardate in secondo piano nella prima e nella quarta foto, ne vedete un bel po' sul prato "intonso".
A noi questi sembrano proprio rottami, e anche di "una certa consistenza". Come mai , allora,
il regista dice che non ce ne sono?
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27. Un Pentagono basso basso
Minuto 24 e 20 secondi circa
Il regista torna a parlare della manovra, dicendo che è impossibile colpirlo
raso terra perché “Il
Pentagono si trova più in basso rispetto al Quadrifoglio di almeno 10 – 15 metri”
e per confermare questa affermazione mostra un filmato in cui si vede il
dislivello. Peccato che nel filmato le persone sono tutte stranamente
inclinate verso destra, e così anche le case e gli alberi,
il che dimostra che il filmato è stato opportunamente angolato per dare la
sensazione del dislivello!
In ogni caso, non si capisce perché un dislivello renderebbe impossibile la
manovra. L'aereo ha colpito i pali, ha colpito i generatori, è finito contro il Pentagono.
E poi, ammesso che fosse impossibile fare una cosa del genere, dovrebbe essere allora
impossibile per qualsiasi cosa che voli, non si vede perché
solo il Boeing 757 del volo AA77 debba soffrire di questa limitazione... o
il regista pensa che il Pentagono sia stato colpito da un treno?
Il regista poi mostra un disegno in cui si vede l'aereo che impatta a 45 gradi e lamenta
l'assenza di una buca che avrebbe dovuto esserci.
E chiede: “Come può un Boeing di quelle dimensioni aver sorvolato il camion e i rulli
elettrici senza fare nessuna buca per terra, per poi scomparire praticamente nel nulla?”
Quello che dice il regista va oltre il limite per il quale si rende
consigliabile una visita psichiatrica. Se un aereo sorvola un camion,
perché dovrebbe fare una buca per terra? Al
limite la domanda avrebbe senso se l'aereo fosse passato sotto il
camion.
Che significa, poi, che l'aereo è scomparso
"praticamente nel nulla?".
Ma glielo avete detto al regista che l'aereo si è schiantato
contro il Pentagono? Non ci direte che gli avete fatto fare tutto
questo film senza dirgli che l'aereo è finito nel Pentagono,
e non in una buca nel prato !?
E' sconcertante questa mania che ha il regista per le buche.... chissà cosa ne penserebbe Sigmund Freud...
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28. Un aereo grande grande
Minuto 25 e 10 secondi circa
Voce narrante:
“Sulla facciata non
si vedono i segni delle ali (e sovrappone alla facciata un disegno dell'aereo
collocato maliziosamente molto più in alto rispetto alla
posizione reale) né quelli dei motori o del timone di coda
che è una lama spessa mezzo metro e alta quasi
quanto l'edificio stesso”.
Ora,il regista dice che non si vedono i segni delle ali. Abbiamo visto come la superficie
danneggiata dall'impatto è larga oltre 37 metri. La fusoliera
del Boeing 757 è larga meno di quattro metri: esattamente 3,75 metri.
Secondo voi, 33 metri di segno delle ali bastano? O il regista voleva anche le
bandierine e le luci colorate?
Quanto ai segni dei motori... non solo ci sono i segni, costituiti dallo squarcio e dalle colonne
abbattute dagli stessi motori, ma ci sono anche i motori, se è
per questo... basta guardare le raccolte di foto che vi abbiamo indicato prima.
Il timone di coda... "una lama ... alta quasi quanto l'edificio
stesso"....
Sapete quant'è alto il Pentagono?
21,6 metri.
Sapete quant'è alto il timone di coda del Boeing 757? Circa 7 metri.
Il regista ha davvero uno strano senso delle misure... o una straordinaria faccia tosta nel mentire.
Dopo la bufala del timone, il regista ci mostra una
foto in cui si vedono alcuni oggetti (uno sgabello con un libro) in una
stanza dell'edificio, che sono rimasti in piedi e intatti.
Ma la foto mostra una stanza interna, lasciata
scoperta dal crollo della parete nel collasso che ha interessato
l'intera sezione, quindi non è con l'esplosione dell'aereo
che deve prendersela, ma con il collasso. Il collasso è avvenuto
sotto gli occhi delle telecamere, lo sgabello e il libro sono rimasti in
piedi dietro una delle pareti crollate. Ci sapete dire cosa
vuol significare? Cosa c'entra con l'aereo?
Niente, non c'entra niente e non ha nessuna attinenza, ma come abbiamo visto, il regista
riempie la testa dello spettatore di particolari apparentemente
inusuali, per confonderlo completamente. Ci manca poco che mostri il
vecchio trucco in cui si tira via la tovaglia dalla tavola imbandita,
lasciando intatti piatti e bicchieri...
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29. Nessun rottame
Minuto 26 circa
Il regista ci mostra il servizio del cronista Jim McIntyre al Pentagono : “Da un mio sopralluogo
ravvicinato non c'è niente che indichi che un aereo si è abbattuto in qualunque
luogo vicino
al Pentagono. L'unica zona interessata è la
fiancata dell'edificio colpita, dove appunto gli unici rottami
trovati sono piccoli abbastanza da poterli raccogliere con le mani.
Non c'è nessun grosso pezzo
della coda, delle ali, della fusoliera, niente del genere, dovunque si guardi”
Il cronista dice che nessun aereo si è abbattuto intorno al Pentagono, ma solo
sulla fiancata dell'edificio. Questo lo sappiamo anche noi. Semmai è
il regista che dovrebbe rivedersi almeno un paio di volte questo servizio,
visto che continua a cercare buche nel prato.
Per il resto, il cronista non dice nulla di significativo. Non vede grossi pezzi
dell'aereo nei pressi della facciata, ma solo pezzi piccoli (e tutto
questo conferma che l'aereo si è disintegrato). Come abbiamo
visto nelle foto, effettivamente i pezzi rinvenuti all'esterno del
Pentagono non sono né molto grossi né
particolarmente pesanti. I pezzi pesanti sono finiti dentro il Pentagono, certo non
sono volati in giro, e questo è logico. Del resto
è esattamente quello che è accaduto anche alle Twin Towers. Si
capiscono bene le dichiarazioni del cronista, che parla nell'immediatezza dei
fatti, per informare la gente di quanto stava accadendo. In quel
momento non si era nemmeno sicuri che fosse stato un aereo a colpire il
Pentagono, dal punto di vista strettamente giornalistico.
Ma proporcele oggi, dopo 5 anni, che senso ha?
E' come se chiediamo a un giornalista, subito dopo un omicidio: "Chi
è l'assassino?" .
Cosa volete che vi risponda? Vi dirà: "Non si sa". E'
normale.
Molto meno normale è, anni dopo che l'assassino è
stato individuato e arrestato, utilizzare quella dichiarazione per dire che
ancora non si sa chi sia l'assassino...
Il regista poi passa a fare confronti con altri incidenti aerei, partendo da casi in cui un
aereo sbatte contro una montagna “che è molto
più dura di qualunque edificio al mondo” ed “i resti si
vedono eccome”... E nuovamente ci mostra le interviste
a un paio di piloti, a cui viene chiesto quali sono le parti che sopravvivono a un
incidente aereo e al conseguente incendio. Il pilota risponde:
“Pezzi del carrello e il cuore dei motori, che è molto
più compatto della parte esterna dei motori ed è fatto di
materiali che devono resistere alla temperatura”
Cosa c'entra un incidente aereo contro una montagna, con un incidente aereo
contro un edificio? Proprio perché una montagna è
durissima, i pezzi dell'aereo restano fuori e ben visibili. In un
edificio, ed in particolare in un edificio impattato intenzionalmente
alla massima velocità, l'aereo penetra all'interno
distruggendosi. Esattamente come è successo alle Twin
Towers. Quindi, questa frase del regista è un altro auto-debunking:
si tira da solo la zappa sui piedi.
Stesso discorso vale per le parti che sopravvivono (solitamente) a un incidente aereo: pezzi del
carrello e cuore dei motori, dice correttamente il pilota intervistato.
E guarda caso, parti del carrello e cuore dei motori sono stati ritrovati, tra le macerie del Pentagono.
Ma il regista non lo sa! Infatti... (vedi sotto).
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30. Nessun motore
Al minuto 27 e 30 secondi,
...il regista si chiede (è proprio il caso di dire
che se lo chiede da solo, perché noi lo sappiamo bene): “Ma dove sono finiti i
due motori? Visto che sul prato non
ci sono e sulla parete c'è un
foro soltanto?”
Ma signor regista! Ma che le ha fatto di male il prato del
Pentagono??? Ma sarà mica invidia della serie "l'erba del
vicino è sempre più verde?".
Ma perché vuol trovare i motori sul prato, quando l'aereo si
è infilato nel Pentagono?
E cosa vuol dire che "sulla parete c'è un foro soltanto?" .
Ma di quale foro parla? Ancora questa mania dei buchi? Ma sarà
mica un rappresentante della "Black & Decker"?
Ma che foro e foro...!!! Era un 757 quello lì, mica un chiodino da falegname !!! C'è una voragine di 37
metri e mezzo !!!! Hai voglia a farci entrare aereo, motori, carrello, passeggeri,
valigie... perché mai i motori non dovrebbero entrare dove entra
tutto il resto? Sono motori snob questi qua? Vogliono un ingresso tutto
per loro? E i carrelli che devono dire? Anche per quelli ci vogliono
buchi a parte? Guardi che l'aereo è arrivato intero al
Pentagono... o pensa che l'abbiano prima smontato e
poi abbiano tirato i pezzi uno alla volta contro la facciata?
Dopo questa acuta osservazione, il regista passa a criticare quindi
la "versione ufficiale", mostrando una ricostruzione della Purdue
University, in cui – secondo lui – non si spiega la scomparsa dei motori.
La ricostruzione della Purdue University è, appunto, una
ricostruzione della Purdue University. Non è una "versione
ufficiale". Semmai, è una ricerca indipendente
che ulteriormente conferma la "versione ufficiale".
E' una ricostruzione al computer, che serve a ricostruire la dinamica
generale dell'impatto secondo l'ipotesi avanzata dai ricercatori
dell'università. Non è un film della serie
Airport, nel quale si deve pretendere di vedere ben bene i motori ed i carrelli
mentre si sfasciano, e magari le facce stravolte dei passeggeri che
urlano.
Questo passaggio, però, è utile per evidenziare un tipico comportamento cospirazionista:
si contesta la "versione ufficiale", ma nel momento in cui appare un documento, frutto di una ricerca indipendente, che conferma la
"versione ufficiale", ecco che il documento diventa esso stesso
"versione ufficiale". E' chiaro che in questo modo si toglie a monte qualsiasi possibilità
di contraddire la tesi cospirazionista,
e di dimostrare la validità "della versione ufficiale":
qualsiasi documento che va a sostenere la "versione ufficiale", diventa
esso stesso "versione ufficiale", e quindi inaffidabile perché
è l'oggetto della contestazione.
La tecnica utilizzata dal regista (e dai più abili cospirazionisti) è di grande sofisticazione. Sottovalutarla
è un grave errore.
Torniamo al film.
Il regista passa a mostrare alcune foto dei motori di un Boeing 757, badando a mostrare la cofanatura
anteriore ed esterna, anziché il “core”.
E poi confronta le dimensioni di quella parte anteriore, con le
fotografie delle parti di motore ritrovate nel Pentagono, che sono di
diametro sensibilmente inferiore.
Il trucchetto è di facile presa, idoneo a ingannare lo
spettatore che non si intende di motori aeronautici (ossia il 99 %
della gente) ma di certo non un esperto.
Sotto mostriamo la sezione del modello di motore installato sul Boeing
757 del volo AA77: come potete notare, la parte anteriore ha un
diametro enormemente maggiore rispetto a quello che è il
"core" del motore. A fianco vediamo una foto di una parte del
core, rinvenuta tra le macerie del Pentagono. Le gambe dell'uomo aiutano ad avere
un'idea delle dimensioni del pezzo. E a destra c'è la foto
del core del motore, al quale quel pezzo appartiene:



Chiaro il giochetto, vero? Per una disamina più
approfondita, consigliamo il sito Aerospaceweb,
gestito da ingegneri aerospaziali, che ringraziamo per le foto.
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31. Il missile Cruise
Minuto 28 e 20 secondi circa.
Il regista paragona il “foro di entrata” del Pentagono
(ovviamente usando una foto in cui se ne vede solo una parte) con la
foto dei danni provocati dall'esplosione
di un missile Cruise contro l'abitazione del leader Milosevic in Yugoslavia.
Finalmente si getta la spugna! Ecco che il buon regista, dopo 28 minuti e 20 secondi di un
torturante stillicidio di informazioni false, inventate, ingannevoli,
spara la sua cartuccia. E' stato un missile Cruise a colpire il Pentagono.
Vediamo di seguire il ragionamento del regista, e vediamo come esso
è ancora una volta abilissimo a debunkarsi da solo.
Ricorderete che ha speso tempo (soprattutto di chi ha visto il film), parole e immagini, per
spiegarci che i testimoni del Pentagono e i controllori di volo
avrebbero visto un aereo piccolo, da 10-12 posti, un caccia. Ci ha
mostrato persino il giro della morte.
Cosa c'entra un Cruise, scusate? Un missile Cruise, per i tecnici Tomahawk,
ha un diametro di appena mezzo metro ed è lungo sei metri.
La sua apertura alare è di poco superiore ai due metri e mezzo.
Come si fa a confonderlo con un caccia o con un aereo da 10-12 posti?
Come si fa a vederci i finestrini? Non ha nemmeno un timone di coda, ma
quattro alette. Dove ce la metti la scritta American Airlines e il logo
AA ? Eppure queste cose, i testimoni, le hanno viste tutte!
Era un missile Cruise travestito?
Come Babbo Natale? E come ha fatto a colpire e abbattere i pali della
luce prima del Pentagono (mica uno... cinque ne ha presi!) senza
esplodere? Un missile Cruise pesa appena 1.200 kg... 100 volte di meno
di un Boeing 757 !!! Per non parlare del generatore impattato prima
della facciata...
E poi... un Cruise che fa il giro della morte? Mai visto né sentito.
Ma notate la tecnica del regista. Prima parla di un aereo piccolo, delle dimensioni di un caccia
o di un aereo da 10-12 posti, che fa una manovra simile al giro della
morte, ma verso il basso (che acrobaticamente parlando è ancor
più complessa di un vero giro della morte). Tanto gli basta per
sostenere che non poteva essere un Boeing 757 e per convincere di
ciò lo spettatore. Poi però propone un
Cruise, che non è compatibile per dimensioni e
per profilo di volo né con un caccia, né con un
aereo da 10-12 posti, né con un giro della morte fatto al contrario.
Una cosa è sicura: il ragionamento del regista è
che i danni al Pentagono sono troppo piccoli (un buchetto di pochi metri, le
finestre ancora intatte, le colonne ancora in piedi) per essere stati
causati da un Boeing 757, e sono più consoni a
quelli provocati da un missile Cruise.
Per inciso, i missili Cruise hanno una testata di guerra ad alto esplosivo del peso di circa
500 kg...
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32. I rulli
Minuto 28 e 30 secondi circa
Il regista riprende a commentare la circostanza che diverse finestre
vicine al punto di impatto si sono salvate, vetri compresi, e che i
rulli di cavi elettrici “>non
sono nemmeno caduti”.
Sulle finestre abbiamo già detto. Non sappiamo perché il regista torni
sull'argomento, evidentemente si era prefissato di fare un film di novanta minuti.
Adesso però se la prende anche con i rulli dei cavi elettrici, che non sono "caduti".
Ora, lasciamo perdere la considerazione che non conosciamo la posizione
dei rulli prima dell'impatto, e lasciamo perdere anche la
considerazione che i rulli possono essere rotolati (son rulli...).
La considerazione da fare è un'altra: forse che l'onda d'urto dell'esplosione di
500 kg di alto esplosivo militare, è meno imponente di quella di
un aereo che si schianta? E quindi, se è stato un missile Cruise a
colpire il Pentagono, perché i rulli non sono caduti?
Indipendentemente da cosa abbia
causato l'esplosione, è chiaro che l'esplosione non ha fatto
cadere i rulli. Ma questo non ci dice cosa abbia provocato l'esplosione!
L'esplosione la vediamo tutti: ci sono due video che ce la mostrano. I rulli stanno lì.
Evidentemente sono troppo pesanti per cadere, e siccome un rullo
è fatto per rotolare, al massimo avranno rotolato anziché cadere.
L'osservazione del regista, quindi, è del tutto inutile e serve solo ad impressionare lo spettatore.
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33. Il foro di uscita
Minuto 29
Si passa dall'esame del foro di entrata, a quello del foro di uscita. La cosa
non ci meraviglia, visto il morboso accanimento che il regista nutre nei confronti di tutti i buchi e fori.
Il regista si chiede: se l'aereo si è disintegrato contro la facciata, “Che
cosa può aver causato questo foro di uscita, di dimensioni
simili a quello di entrata, che sta addirittura all'interno del terzo anello del
Pentagono? Fra il foro di entrata e quello di uscita, ci sono di
mezzo circa un centinaio di colonne di cemento armato
(mostra una foto in cui le colonne sono 53...). Che cosa può
avere la forza di travolgerle tutte, restando intatto e conservando
fino alla fine la forza sufficiente per fare questo danno?”
(mostra il foro di uscita).
Bella domanda. Noi la risposta la conosciamo: un Boeing 757 pieno di carburante e scagliato
alla massima velocità. Non è colpa nostra se al regista non sta bene.
Ma osservate come si
debunka ancora una volta da solo. Poco prima si è lamentato che le colonne sono rimaste
in piedi. Adesso si lamenta che sono state travolte tutte! Prima si
è lamentato che i danni sono scarsi. Adesso si lamenta che i
danni sono troppi!
E poi, dire che il foro d'uscita (che i tecnici chiamano "punch out") sia di dimensioni simili a quello di entrata....
Nelle due foto sotto vediamo a sinistra la facciata devastata
dall'impatto con la voragine infuocata al centro che raggiunge
un'altezza superiore alla metà di quella del Pentagono, e a
destra il "punch out" che è decisamente più modesto!
Certo è che il regista è così sicuro del fatto che ormai lo spettatore
è predisposto a credere a qualsiasi cosa, che non bada
più a mantenere il minimo livello
di coerenza, nemmeno con le sue stesse affermazioni !.
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34. Il generale
Minuto 29 e 30 secondi.
Il regista mostra una intervista a un generale in pensione (Albert
Stubblebine), il quale dice: “Io
guardo il buco nel Pentagono, poi guardo le dimensioni
dell'aereo che avrebbe dovuto colpire il Pentagono... e dico che
l'aereo non ci sta in quel buco”.
Bella frase. Bisognerebbe vedere che foto gli hanno mostrato, però.
Ma attenzione. Chi è davvero questo generale?
Stubblebine ha ricoperto una serie di incarichi nel settore dell'intelligence, ed è
stato silurato nel 1984 quando uno dei suoi ufficiali subalterni è
rimasto vittima di crisi psicotiche nel corso di un programma organizzato dal generale.
Successivamente Stubblebine si è dedicato a studi sugli UFO (avete
capito bene...omini verdi e storie simili) e sulle forze psichiche paranormali,
effettuando tour internazionali e partecipando a convegni e incontri.
Sostiene l'esistenza di persone che sono in grado di vedere a qualsiasi
distanza grazie ai propri poteri mentali, e che opererebbero
nell'ambito di un programma dell'Esercito americano, e - dulcis in
fundo - è coinvolto in iniziative che sostengono medicine di
tipo alternativo a quella ufficiale.
Che tipo affidabile, eh?
Prima un ingegnere aeronautico dal lontano Sri Lanka che scrive libri sulla religione di
Dio, adesso un vecchio generale in pensione che crede agli UFO e alle forze
psichiche paranormali... Certo che il regista se le sceglie proprio
bene, quelle poche fonti che cita!
Per i riferimenti biografici al generale Stubblebine, si vedano:
MindControl
Health Freedom
Rath Foundation
Psitech
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35. Il missile con le ali
Minuto 30 e 20 secondi
Il film ci delizia con le dichiarazioni di un testimone che dice:
“Era come un
missile cruise con le ali, è andato diritto di
là e ha sbattuto diritto contro il Pentagono”.
Il testimone sta chiaramente facendo un paragone. Non sta dicendo che
"è un missile Cruise". Cosa si pretendeva che dicesse? Che "era come un carciofo con le ali?"
Peraltro, chi ha detto questa frase è Mike Walter, reporter di USA Today, testimone diretto dell'impatto.
Mike Walter si trovava nella sua auto percorrendo la Northbound-27, una strada che passa proprio a fianco del Pentagono.
La sua dichiarazione completa è questa: "I
looked out my window and I saw this plane, this jet, an American
Airlines jet, coming. And I thought, 'This doesn't add up, it's really
low.' And I saw it. I mean it was like a cruise missile with wings. It
went right there and slammed right into the Pentagon".
Tradotto: "Ho
guardato fuori dal finestrino e ho visto questo aereo, questo jet, un
jet dell'American Airlines, che arrivava. E ho pensato che non aveva
senso, era davvero basso. E l'ho visto... voglio dire,
sembrava un missile cruise con le ali. E' andato proprio lì e si è
schiantato nel Pentagono".
La dichiarazione può essere letta sulla CNN.
Siamo in presenza di un altro palese inganno nei confronti dello spettatore.
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36. La buca di Shanksville
Minuto
30 e 45 secondi.
Finita la "tortura" del volo 77, si passa al volo 93.
Il film inizia con il fare riferimento all'ipotesi di abbattimento del volo da parte della difesa aerea:
“All'inizio si era sparsa la voce che fosse stato abbattuto in volo, e le diverse
testimonianze di rottami e di resti umani ritrovati nell'arco di
molte miglia, sembravano confermarlo. Ma la versione ufficiale ha
voluto che l'aereo sia stato fatto schiantare al suolo dagli stessi
passeggeri in un gesto di eroismo. In quel caso però questa
enorme
massa di acciaio avrebbe dovuto arrivare fino a terra
intatta scomparendo poi per intero in questa buca di pochi metri che sembra
quasi
disegnata da un autore di cartoni animati... non c'è
più niente, non un timone di coda, un pezzo d'ala, un carrello, nulla. Ma
in
tutti gli incidenti di questo tipo, anche i peggiori, almeno i
motori o il troncone di coda rimangono comunque riconoscibili...
mentre qui non c'è assolutamente nulla che si possa far
risalire a un Boeing 757, solo dei piccolissimi rottami della misura
di 20-30 centimetri al massimo, che potrebbero
appartenere a qualunque cosa”
Anche qui siamo in piena auto-confutazione. Infatti mentre il narratore espone queste
argomentazioni, il film mostra una serie di foto di piccoli rottami,
tra i quali una cintura di sicurezza dei passeggeri, che certamente non
potrebbe appartenere a "qualunque cosa".
Quanto alla "massa di acciaio", gli aerei non
sono costruiti con l'acciaio, ma con materiali
estremamente più leggeri, quali l'alluminio e le fibre di
carbonio. Solo alcune parti dei motori sono costruite in titanio o
altri materiali particolarmente resistenti (specialmente al calore).
Singolare, poi, che il regista si lamenti della buca: innanzitutto non è
di pochi metri, ma di 48
metri x 18 metri
. Poi non capiamo la battuta sulla forma: anche sulle Twin Towers e sul
Pentagono gli aerei impattati hanno lacerato la superficie di impatto
creando proprio la forma del velivolo. perché lo United 93
avrebbe dovuto comportarsi diversamente?
Il paragone con "incidenti di questo tipo" è senza senso: questo non
è un incidente in senso stretto. Il pilota ha volontariamente scagliato il
velivolo contro il suolo alla massima velocità. Negli incidenti
aerei, il pilota cerca di salvare il velivolo, cerca di contenere al
massimo i danni, cerca di fare un atterraggio di emergenza. E
quasi sempre le velocità sono molto inferiori a quella dello United 93.
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37. Il sindaco di
Shanksville
Minuto 32 e 50 secondi circa.
Narratore:
“Ernie Stuhl, il sindaco di Shanksville, è stato uno dei primi ad accorrere sul posto”.
Il regista ci fa vedere uno spezzone di intervista al sindaco, il quale sta dicendo:
“L'aereo non
c'era... non c'era nessun aereo”.
Poi mostra l'intervista a una donna, che dice: “Niente. Solo dei
pezzettini. Non c'era niente come un portello, un finestrino, c'erano soltanto
pezzettini, frammenti dappertutto...”
E così via con servizi e testimonianze dello stesso tenore.
Anche in questo caso il regista estrapola pezzetti di frasi, inserendole in
un contesto diverso.
Infatti, leggiamo cosa invece ha dichiarato il sindaco di Shanksville, a questo
proposito, in un'intervista su Der
Spiegel:
"My statements were taken completely out of context. Of course there
was an airplane. It's just that there wasn't much left of it after the
explosion. That's what I meant when I said 'no airplane'. I saw parts
of the wreckage with my own eyes, even one of the engines. It was lying
in the bushes."
Traduciamo:
"Le
mie dichiarazioni sono state prese totalmente fuori contesto. Naturalmente c'era un aereo. Volevo
solo dire che non ne era rimasto gran che dopo l'esplosione. Questo
è ciò che intendevo, quando ho detto: "Non c'è
l'aereo". Io ho visto parte dei rottami con i miei occhi, persino uno
dei motori. Era finito in mezzo ai cespugli".
Ma non è tutto. Come leggiamo nel citato articolo di Der Spiegel, il Sindaco di Shanksville, nell'intervista originale, subito dopo le frasi riportate dal regista di Inganno Globale, aveva aggiunto:
"They just found the two turbines because, of course, they're heavier and more massive than everything else. But there was almost nothing left of the actual airplane. You can still find plate-sized parts out there..."
Tradotto:
"Hanno trovato solo le due turbine perchè, è ovvio, sono più pesanti e più dure di qualunque altra cosa. Ma non c'era rimasto quasi niente del velivolo. Si possono ancora trovare pezzi delle dimensioni di un piatto là fuori."
Infastidiscono non poco questi giochetti, vero? Come può, un film che vuole essere
una "ricerca della verità", ridursi a questi piccoli mezzucci per
ingannare gli spettatori?
Il narratore prosegue: “I reporter locali, pur
essendo accorsi in pochi minuti, hanno trovato
la zona già interamente recintata dagli uomini dell'FBI che non li
lasciavano avvicinare”
Un altro caso di auto-confutazione. Il film, a sostegno di questa
affermazione, mostra immagini in cui si vedono normali poliziotti e
non uomini dell'FBI.
Considerato che l'aereo è caduto in una zona di campagna,
non agevolmente raggiungibile, che c'è da stupirsi che siano
arrivate per prime le autorità di polizia locali (e non
l'FBI) ?
E che c'è da stupirsi che la zona sia stata transennata? E'
una procedura standard, non ci si aspetterà mica che si lasci
che curiosi e giornalisti si mettano a gironzolare su un luogo dove
è appena precipitato un aereo con il suo carico di vite umane?
A questo punto il regista, sfruttando anche la dichiarazione di un giornalista, calcola la
buca come avente dimensioni di circa 4 x 7 metri, metro più metro meno, e fa
notare che un B-757 è largo 40 metri.
Ma non aveva detto, proprio il regista, che nessun giornalista si è avvicinato
al luogo dell'incidente? E ancora, ci sono le foto aeree della buca, che bisogno
c'è di ricorrere alle impressioni di un reporter che non
si è potuto nemmeno avvicinare? Come abbiamo visto, le
dimensioni della buca sono molto più grandi di quelle che il
regista sostiene (ma ormai sappiamo che con le misure ha un problema
congenito...)
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38. Rottami a Shanksville
Minuto 35
Il film mostra interviste a testimoni che dicono che nel boschetto di
fianco alla buca ci sono rottami, e mostra un rottame “a nido
d'ape”, “un pezzo di alluminio di 30 cm con
attaccata una vite a croce”, “una
pagina strappata di una rivista”, e uno dei
testimoni dice: “I
frammenti del disastro sono dappertutto”.
Un altro teste dice: “All'inizio non ero nemmeno sicuro che
fossero dei pezzi di un aereo, sono così piccoli, e non sono
riconoscibili, non si capisce se sono pezzi di fusoliera, oppure dei
pezzi di un sedile, non si capisce che cosa siano, ma siamo
letteralmente circondati da frammenti. E c'è un odore molto
forte, di terra bruciata ... non c'è l'odore di carburante
degli aerei... ”
Ma come? Appena pochi minuti prima si era lamentato che non ci sono pezzi di aereo.... adesso
spuntano fuori rottami a nido d'ape (tipici delle strutture degli aerei), pezzi di alluminio (metallo tipicamente utilizzato
sugli aerei), frammenti di oggetti personali,
di sedili...
Tutto questo in netta contraddizione con quanto affermato poc'anzi, e tutto questo per
arrivare a dirci che si sentiva odore di terra bruciata e non di kerosene!
Vedi infatti appena più sotto.
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39. Strani odori a
Shanksville
Minuto
36 e 05 secondi
circa.
Narratore:
“Odore
di terra bruciata, hanno detto, e non di kerosene”.
Cerchiamo di capirci.
C'è una buca. E' grossa come un aereo. Ci sono rottami, compresi
sedili, pagine di riviste, pezzi di motore... che appartengono a un
aereo commerciale. L'aereo si è schiantato sulla terra. Ha
bruciato sulla terra. Sarà normale che si sente odore di terra bruciata o no?
Non si sente puzza di kerosene, dice il testimone. E che vuol dire? Il
kerosene è bruciato sulla terra, si sente puzza di terra bruciata.
Dobbiamo mettere da parte i rottami e tutte le altre evidenze (compresi i
numerosi testimoni) perché l'olfatto di un tizio non sente
l'odore di kerosene? E chi è questo tizio, per fidarci
così ciecamente del suo olfatto? Joe Grande-Naso? Ma
perché, a voi capita tutti i giorni di sentire l'odore del
carburante di un aereo precipitato, dopo che è bruciato?
Ma ammettiamo che questo tizio abbia un olfatto eccezionale, che sia un
vero mago degli odori.
Ha forse detto che ha sentito altri odori sospetti? Ha detto che ha sentito odori di esplosivi, di barbecue? No.
E allora?
Possibile che il film si appigli a queste baggianate?
A quanto pare sì. E non è finita...
Subito dopo se la prende con l'unica foto disponibile del momento dell'esplosione dell'aereo,
una nuvola di fumo che si alza dal luogo dello schianto. E dice che
il fungo di fumo è “tipico dell'esplosione di una bomba”.
E ci mostra una serie di funghi di fumo di esplosioni di bombe, per
farci vedere quanto sono simili. E mostra anche un aereo (un vecchio
bimotore a elica) che si schianta su una pista aeroportuale,
sollevando una colonna di fumo.
Fateci capire, adesso siamo arrivati all'interpretazione delle nuvolette di
fumo? Come i pellerossa nei film western?
Se il regista vuole una foto del fumo di un'esplosione di un aereo, identica
in tutto e per tutto a quella di Shanksville, e diamogliela!
A sinistra la foto della nuvola generata dall'esplosione dello United 93
a Shanksville, a destra la foto della nuvola generata da un incidente
aereo a Piacenza:
(si ringrazia Gianluca Pietta per aver concesso l'uso della foto a Crono911).
Ma diamine, è possibile che dobbiamo metterci a spulciare il web per trovare una foto
di nuvola di fumo che si alza da un incidente aereo (perché non
sono mica così facili da trovare.... non è che gli aerei
cadono tutti i giorni e non è che c'è sempre
qualcuno pronto con una macchina
fotografica in quel preciso momento... e forse proprio su questo
contava il regista... Al contrario di foto di esplosioni di bombe se ne
trovano a bizzeffe... purtroppo...).
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40. Ferraglia
qualunque a Shanksville
Minuto 37.
Come al solito, dopo aver imbrogliato lo spettatore con dati senza senso e con trucchetti
degni del peggior prestigiatore, il regista sbologna la sua teoria:
il volo United 93 sarebbe stato abbattuto in volo, e la buca è
stata invece provocata dall'esplosione di una bomba e disseminata di
"ferraglia qualunque".
Ma diciamo, un po' di logica... perché
mai avrebbero dovuto fare una cosa simile ???
Se lo abbatti sul posto X, dici che è caduto sul
posto X e buonanotte. Che motivo c'è di complicarsi la vita a far
esplodere una bomba in mezzo alla campagna e poi a disseminarla di
pezzetti? E dove sarebbe stato mai abbattuto il volo 93, che nessuno ha
visto nulla?
E a quel punto, visto che devi fare tutta questa messa in scena... poi che fai? Sbagli le
dimensioni della buca e la fai troppo piccola, come dice il regista?
E ancora, per far esplodere una bomba e disseminarla di ferraglia, il
tutto prima che arrivino i reporter (che il regista stesso dice essere arrivati "in pochi minuti", ricordate?)
significa che devi avere tutto pianificato. Ma come facevi a sapere che
l'aereo l'avresti abbattuto in volo? Era anche quello pianificato? E
non facevi prima a mettere una bomba sull'aereo? E il regista lo sa che
aerei di quelle dimensioni, anche se abbattuti, non si disintegrano in
aria ma finiscono pressoché interi al suolo?
Questa dell'aereo abbattuto e della bomba fatta esplodere al suolo è davvero
una delle cose più ridicole che si possano immaginare!
Ma non è finita !!!
Per confermare questa teoria, il film ci mostra
le testimonianze di chi ha visto l'aereo andare giù !!!!!!!!!
Ma allora se l'hanno visto andare giù proprio lì a Shanksville... che c'entra l'abbattimento?
Che c'entra la bomba fatta esplodere nel campo? E' proprio kafkiana questa cosa qui.... roba da psichiatria
d'urgenza...
Infatti il film ci mostra un minatore che dice:
“Abbiamo
visto l'aereo praticamente capovolto. Veniva giù
quasi diritto. Si vedeva che stava cadendo, e un attimo dopo, su
Rossners, c'è stata questa enorme palla di fuoco. L'aereo
sarà stato ad almeno 100, 150 metri di altezza”
Ancora una volta il film si smentisce da solo!
Forse il regista vuole indurre lo spettatore a credere che Rossners sia una
località diversa e distante da Shanksville. Ma il minatore è Tim
Thornsberg, e lavorava in una miniera proprio nei pressi di Shanksville.
Le dichiarazioni di Thornsberg, insieme a quelle di molti altri testimoni che hanno visto
il volo United 93 cadere esattamente lì dove - secondo il regista -
sarebbe esplosa una bomba, ossia a Shanksville, possono essere consultate su
Crono911
(sono indicate e linkate le fonti), su
Flight93crash
e su 911 Research.
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41. Rottami nel lago
Minuto 37 e 30 secondi circa
Viene mostrata l'intervista
a un giornalista, il quale sostiene che rottami sarebbero caduti “in
un lago che si trova a due miglia
di distanza, proprio mentre l'aereo
si schiantava” e dice che
“dei frammenti più leggeri, come la posta che viaggiava nel
cargo, sia stata ritrovata fino a 8 – 9 miglia di distanza”.
Ci pare difficile che si trovi un rottame mentre
l'aereo si schianta. Semmai si trova dopo. Se il giornalista però dice che mentre
l'aereo si schiantava (ed è evidente che intende Shanksville)
rottami finivano nel lago a due miglia di distanza, significherebbe che
l'aereo si è effettivamente schiantato a Shanksville mentre questi
strani, loschi e indefiniti bombaroli e disseminatori di rottami... avrebbero
gettato i rottami in un lago. Non si capisce proprio il senso logico di queste dichiarazioni.
In ogni caso, c'è ben poco di strano che i frammenti più
leggeri, come il materiale cartaceo, possano essere finiti a distanze anche
notevoli dal punto di impatto.
Ma il punto è un altro.
Il giornalista intervistato è William Bunch, e cosa c'è di meglio di
leggere direttamente il suo articolo sulla vicenda, sul Philadelphia
Daily News?
Scopriremo così
che il giornalista ha dubbi sul fatto che l'aereo possa essere stato
abbattuto oppure no, ma non ha dubbi sul fatto che sia precipitato a
Shanksville.
Ed al contrario del regista, Bunch ha l'onestà di evidenziare che ci sono
testimoni oculari, come Linda Shepley e Nevin Lambert, che hanno visto l'aereo andare
giù intatto, senza lasciare dietro di sé scie di fumo o altro che facesse pensare a un
abbattimento.
Anche in questo caso quindi, il regista ha preso solo un pezzettino delle ricerche di Bunch,
solo il pezzettino che gli conveniva, per sostenere la tesi che a
Shanksville è stata fatta esplodere una bomba, tesi che invece lo stesso Bunch
non si sogna lontanamente di affermare!
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42. Piccoli aerei a
Shanksville
Minuto 37 e 50
secondi circa
Il film ci mostra testimoni che hanno visto “un
piccolo aereo allontanarsi dal luogo dell'incidente, subito dopo la caduta del Boeing”.
Infatti una donna intervistata dice:
“Un piccolo aereo, mi sembrava bianco, mi è passato sopra... era così silenzioso, e ha planato qui
sopra, esattamente così... quello che ho visto io non era un jet...
quello mi avrebbe spazzato via, passandomi sopra così vicino...”
Un altro testimone dice che “stavamo seguendo i fatti alla TV, e la corrente si è
messa a tremolare più o meno nel momento in cui abbiamo
sentito il rombo dei motori... siamo corsi fuori e in quel momento
abbiamo sentito il terreno tremare, poi abbiamo sentito un gran
botto, e abbiamo visto questa enorme palla di fuoco in aria... siamo
arrivati sul posto nell'arco di 45 secondi, un minuto al massimo dopo
l'impatto, siamo arrivati prima dei pompieri o di qualunque altro
soccorso. Quando siamo arrivati lì c'era un aereo che volava
sopra di noi. E' stato furbo e si è allontanato in direzione
del sole in modo da non poter vedere se fosse un caccia o che altro
tipo di aereo fosse... l'abbiamo visto di scorcio mentre virava, e
stava viaggiando praticamente nella stessa direzione
dell'aereo”
La testimone precedente torna in video, siamo al
minuto 39 e 25 secondi, e sta dicendo che
“verso le 11.30 di sera sono venuti quelli dell'FBI. Volevano
sapere quanto era grande l'aereo che avevo visto. Gli ho detto che
era piccolo, non molto più grande del mio furgone, e che mi
è passato sopra, e lui mi dice: <lei non lo sa, come è
fatto un 757> e io gli ho risposto: <mi eviti la paternale, se
non mi vuole credere non mi creda, ma io quello che ho visto lo devo
denunciare. Voi dovete sapere che c'era qualcos'altro in cielo che
volava in quel momento>. A quel punto si è fatto
più gentile, e mi ha detto che quello era un Lear Jet bianco, che faceva
le fotografie. E io gli dico: <Prima dell'incidente?> E
lui: <Ora dobbiamo andare>.
Ritorna il testimone di prima, al minuto 40 e 08
secondi, che sta dicendo: “Stavo
parlando con un tizio e gli stavo raccontando che eravamo lì quando
l'aereo è caduto ... e che le luci nell'ufficio hanno
cominciato a tremolare... e c'era un'altra persona davanti a me, un
ex-pilota dell'esercito, e appena mi ha sentito mi ha interrotto... :
<Io sono un ex-pilota, e quell'aereo è stato abbattuto...
perché quando le luci
in casa tremolano, vuol dire che hanno
accecato tutte le frequenze radar, prima di sparare...
ecco perché la corrente si è messa a tremolare. Non ha tremolato per
l'impatto, ha tremolato perché hanno accecato tutte le
frequenze radar, prima di sparare>.”
A questo punto, al minuto 41 e 15 secondi, il regista ci fa ascoltare le
comunicazioni radio della torre di Cleveland che chiede a un
aereo, sigla American 1060: “Vedete
qualcuno in direzione Nord
Est?” e il pilota risponde: “Sì
in effetti vediamo uno sbuffo di fumo, circa a ore 2”
Subito dopo il narratore
dice: “Ma a questo punto, non
è importante stabilire soltanto che il Boeing sia stato davvero abbattuto in volo, se nel
frattempo era stata approntata una buca, per simularne la caduta in
quel punto preciso, vuol dire che il destino di United 93 era già
stato deciso fin dall'inizio, da chi?”
Facciamo il punto su questi passaggi.
E' perfettamente fuorviante parlare di un secondo aereo sul posto del disastro, quasi
fosse chissà che mistero: infatti di aerei in volo nella zona dello
schianto ce n'erano non uno ma due: un C-130 da trasporto
e un Falcon 20 Executive. Quest'ultimo è molto simile al
Learjet. Proprio al pilota del Falcon 20 fu chiesto di circuitare sul luogo del disastro
per consentire di individuarne il punto con precisione, e dirigervi i
mezzi di emergenza. Se poi la presenza di questo aereo ha alimentato la
fantasia della gente, è anche comprensibile. Che alimenti
quella del regista, pure. Ma la fantasia è fantasia, ed i fatti
sono fatti. Un dettagliato approfondimento su questa circostanza è
presente su Crono911
(si veda la Cronologia tra le ore 10:03 e le 10:05), nonché
sulle varie fonti indipendenti in esso citate.
Ma la cosa più sconcertante è che anche in questo
caso il regista si confuta da sé,
trasmettendo le comunicazioni radio di Cleveland dalle quali appare
evidente che i controllori di volo contattano un altro aereo in volo sulla zona!
La storia delle luci
tremolanti, poi, appartiene al novero dei chiacchiericci da barbiere.
Un testimone che cita a sua volta un tizio sconosciuto! Ma che razza di
prove sono queste? Queste sono discussioni da bar!
Ma la cosa stupefacente (anche se ormai di questo regista non ci
stupisce più nulla, a dire il vero) è che il testimone dice "un tipo
dell'Aviazione, in pensione" e il regista traduce: "Un ex-pilota dell'esercito" !
A parte che l'esercito e l'aviazione sono due cose diverse, il teste
non parla di un ex-pilota! Un pensionato dell'aviazione può
essere qualunque cosa, persino un aviere incaricato di
controllare la pressione dei pneumatici dell'aereo!!!
E di certo il "tipo"
citato da un altro "tipo" cui sono tremolate le luci, di aerei da caccia se
ne intende ben poco, altrimenti saprebbe che i caccia utilizzano le
contromisure elettroniche per difendersi da attacchi di altri caccia, e
non certo per colpire un innocuo aereo civile! Senza contare il fatto
che l'energia elettrica che alimenta
le lampadine non è mica un radar, e non si mette certo a
tremolare in presenza di contromisure radar !!!
Questa insomma, è proprio la
baggianata che si può sentire dal barbiere.
Ma il regista è così
sicuro di aver convinto lo spettatore che a Shanksville è
esplosa una bomba (adducendo le strabilianti prove di un annusatore che
ha sentito odore di terra bruciata e non di kerosene, di un giornalista
che dice esattamente il contrario, e di uno sbuffo di fumo che
è identico a quello provocato dalla caduta di un aereo civile...) che
passa alla conseguenza successiva: il destino dello United 93 era
deciso fin dall'inizio !!!
Certo che era deciso. Ma non dall'Aviazione americana, bensì da
Ziad Jarrah, il terrorista che ne aveva preso i comandi...
E per chiudere questo argomento, visto che poi il film slitta
su altro, guardiamoci alcune foto dei piccoli "insignificanti" rottami trovati a
Shanksville:




Da sinistra verso destra: motore,
pezzo di fusoliera, "scatola nera", voice recorder. Queste e altre foto
in alta risoluzione possono essere visionate nella sezione Flight93
del sito Crono911.org .
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43. Larry Silverstein
Minuto
42 e secondi 05.
E arriviamo al World
Trade Center (seguendo l'ordine cronologico avrebbe dovuto essere il
primo, ma evidentemente il regista ha voluto prima preparare il terreno
sfruttando le scarse conoscenze del pubblico in relazione alle vicende
dei voli 77 e 93).
Il film apre subito l'argomento con il titolo “Le Tre Torri cadute”
(sembra il titolo di un romanzo della serie "Il signore degli
Anelli"...) e con Larry Silverstein.
Intanto noi vi precisiamo che al WTC c'erano sette edifici, e tutti e sette
sono andati distrutti. Così, per la cronaca.
Al minuto 42 e 50 secondi
circa, dopo una breve descrizione del World Trade Center, inizia
dicendo che il WTC-7 “era
entrato a far parte del complesso solo
nell'agosto del 2001, quando il suo proprietario, Larry Silverstein,
era riuscito a coronare il sogno della sua vita, acquistando dalla
città di New York le torri più famose del mondo.
Ma solo un mese dopo l'intero complesso andava distrutto dagli attacchi
terroristici, e mentre nessuno degli edifici circostanti subiva danni
sostanziali, alcune ore dopo le torri, crollava anche
inspiegabilmente proprio l'edificio numero 7”
Questo è uno di
quei passaggi che sembrano presi da un racconto onirico. Larry
Silverstein non ha coronato alcun sogno della sua vita, questa è
un'affermazione gratuita del regista. Non ha acquistato il complesso ma
lo ha affittato, peraltro in qualità di socio di una cordata di
investitori. Non è poi vero che "nessuno degli edifici
circostanti subiva danni sostanziali". Il crollo delle Twin Towers ha
causato la distruzione dell'intero complesso di sette edifici, e
danneggiato molto gravemente altre strutture limitrofe. Il WTC-7
è solo uno degli edifici investiti dal crollo. Ha avuto
l'unico torto di resistere alcune ore prima di crollare!
Per di più, non è
chiaro perché Silverstein, ammesso che avesse acquistato davvero
le Twin Towers, dovesse gioire per la loro distruzione. L'assicurazione
stipulata da Silverstein copre a malapena i costi del contratto di
affitto, ed i danni subiti da Silverstein e dagli altri investitori si
calcolano in decine di miliardi di dollari. Un resoconto completo sulla
vicenda "Silverstein" è presente su Crono911
. Va poi aggiunto che recentemente Silverstein ha perso tutte le cause
nelle quali ha tentato di farsi riconoscere un risarcimento
assicurativo doppio (sostenendo che gli attacchi alle Twin Towers
fossero due eventi distinti). Ulteriori fonti per approfondire questo
tema possono essere consultate su MindFully,
JonesReport,
Emporis.
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44. La demolizione
volontaria
Al minuto 43 e 25 secondi:
“Non è facile
per nessuno accettare l'idea che le torri non siano crollate da sole,
ma che siano state demolite volontariamente, pur sapendo quante
persone si trovavano al loro interno in quel momento, ma nell'arco di
questi anni sono emersi svariati indizi che puntano chiaramente il
dito in quella direzione, mentre rendono sempre più difficile
spiegare i crolli come semplice conseguenza degli impatti e degli
incendi”
Il regista ha compiuto
un cammino lungo, ha iniziato raccontando una "versione ufficiale" che
è del tutto diversa da quella reale, ha poi proseguito con una
serie di dati e fatti inventati o collocati in contesti diversi da
quelli originari, ha portato lo spettatore a dubitare sia degli enti
ufficiali che dei mass media, è partito dai voli 77 e 93 per
sostenere che il Pentagono è stato colpito da un missile e a
Shanksville è esplosa una bomba, ha lanciato il sospetto di
speculazioni finanziarie sui crolli del WTC con la storia di
Silverstein ed adesso si prepara all'affondo con la teoria che le Twin
Towers sono state demolite intenzionalmente.
L'approccio è cauto, per non scuotere troppo lo spettatore: "sono emersi svariati indizi che
puntano... in quella direzione".
E' però un approccio idoneo a stimolare l'interesse senza
provocare indesiderate reazioni di rigetto.
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45. La struttura delle Torri
Minuto
43 e 55 secondi.
Titolo: “Il progetto. Le torri che non dovevano crollare”
Il film racconta che le
Torri erano state progettate per resistere, “con ampio margine”,
all'impatto di un grosso aereo di linea “con
conseguente incendio”
Sullo sfondo mostra un imprecisato disegno in cui si nota la sagoma di
un aereo di linea a getto bimotore. Poi dice che “i calcoli
erano stati fatti su un Boeing 707” ... “l'aereo
più grande che ci fosse in circolazione in quegli
anni” e ci mostra, a conferma, le dichiarazioni di uno dei progettisti delle Twin Towers.
Già qui ci sono le prime contraddizioni. Innanzitutto è chiaro che il
disegno mostrato non c'entra nulla con quanto va dicendo, perché il
disegno mostra la sagoma di un bimotore mentre il Boeing 707 è
un quadrimotore. Il trucchetto serve affinché lo spettatore
abbini quella sagoma al Boeing 767 (il modello degli aerei bimotori che
hanno colpito le Twin Towers). Non è poi vero che il progetto
prevedeva l'effetto di un simile impatto e del conseguente incendio.
Come è
chiaramente spiegato nel Rapporto
Finale del NIST, a pagina 55, la Porth Authority (l'ente proprietario del
complesso) ha dichiarato che le Twin Towers erano state progettate
tenendo conto della possibilità di impatto di un Boeing 707,
ma il NIST non ha trovato traccia, nei documenti progettuali definitivi, di questo requisito, citato solo in una bozza preliminare.
E non esiste alcun elemento che faccia pensare che possa essere stato considerato l'effetto del "conseguente incendio".
L'affermazione del regista è pertanto del tutto gratuita e priva di fondamento.
Successivamente il film descrive la struttura delle Torri (minuto 44 e 50 secondi circa),
costituita “da 47 piloni di acciaio centrali”
contenuti da “una gigantesca maglia in acciaio".
Un'intervista a Paul Goldberger, giornalista del The New Yorker, "architectural critic",
spiega poi che il WTC aveva una “struttura tubolare”.
Il regista poi conclude che “l'aggiunta di
semplici
pannelli prefabbricati costituiva i
pavimenti dei vari piani”.
Questa frase è ingannevole, fa pensare quasi che si tratti di pannelli in
carton-gesso! In realtà quei "semplici pannelli" dovevano sostenere il peso
delle persone, degli arredi, dei pavimenti e delle attrezzature di
ciascun piano, quindi si può immaginare quanto fossero "corposi".
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46. Frank De Martini
Minuto 46 e 10 secondi
Il film cita Frank De Martini, “manager
del progetto di costruzione delle torri” il quale in una intervista spiega:
“L'edificio fu progettato per sostenere l'impatto di un Boeing 707 a pieno carico...
io sono convinto che l'edificio possa sostenere probabilmente più
di un impatto di aerei di linea perché la sua struttura è
come quella di una rete antizanzare... e l'aereo è solo una
matita che buca quella rete. In realtà non le fa
assolutamente nulla”.
Innanzitutto dobbiamo fare una precisazione. De Martini non dice esattamente "io sono
convinto". Dice: "I believe" che significa più correttamente "Io
credo". Non c'è poi molta differenza tra i due termini, visto
che il "probabilmente" chiarisce che si tratta di un'ipotesi, e non di
una certezza. Ma il termine "convinto" non è stato scelto a
caso dal regista, che l'inglese lo conosce molto bene: è un
termine che serve a restare impresso nella mente dello spettatore.
L'intervista risale al 25 gennaio 2001, ed è opera di History
Channel.
Peccato che il regista abbia deciso di non dire altro, di De Martini. Lo
facciamo noi.
De Martini, la mattina dell'11 settembre 2001, era all' 88° piano della South Tower,
assieme alla moglie Nicole, che lavorava come ingegnere strutturale
ispettore proprio nella South Tower. Nicole De Martini è
riuscita ad abbandonare in tempo la South Tower, mentre Frank De
Martini è rimasto lì, ad aiutare altre persone a mettersi
in salvo. E' uno degli eroi dell'11 settembre: ha salvato oltre 50 vite
umane, insieme all'ispettore di costruzioni Pablo Ortiz.
Frank De Martini ha comunicato via radio, dall'interno, che le
strutture degli ascensori rapidi della South Tower rischiavano di
collassare.
De Martini è rimasto ucciso nel crollo della South Tower.
né l'ingegnere, in quei tragici momenti, né successivamente la vedova, che come
abbiamo visto ha una competenza specifica nella materia, hanno mai avanzato il
benché minimo sospetto che le Twin Towers siano
crollate per ragioni diverse rispetto agli impatti ed ai conseguenti
incendi. E di sicuro non
si può immaginare di trovare testi più qualificati:
uno - lo dice anche il regista - è stato manager del progetto,
l'altra è stata ispettore strutturale della South Tower,
entrambi si trovavano proprio lì dentro al momento degli
impatti e dei collassi ed uno di loro non solo ha comunicato un principio di
collasso ma ci ha anche rimesso la vita!
Dovrebbe bastare questa considerazione a zittire definitivamente il
regista e ad avviare il suo film verso il cestino della spazzatura!
Per saperne di più, vi indichiamo le fonti di quanto abbiamo
appena detto: Cooperative
Research , Columbia
Daily Tribune .
Si può essere così cinici da utilizzare in questo modo le
dichiarazioni di Frank De Martini, senza alcun rispetto né per
l'uomo né per le circostanze della sua morte?
Vedremo più avanti che il regista farà di peggio...
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47. Incendi consumati
Minuto
46 e 55 secondi circa.
Voce narrante:
“E infatti, dopo essere state colpite,
le torri hanno ondeggiato e scricchiolato per qualche minuto prima di
fermarsi con il carico redistribuito sulla struttura restante, come
previsto. Ma poi, inspiegabilmente, quando gli
incendi si erano già consumati da un pezzo (il filmato non mostra
le Torri ma mostra i volti atterriti della gente), sono
improvvisamente crollate, una dopo l'altra,
trasformandosi
in una nuvola di polvere finissima (e mostra una foto
della nuvola al suolo) che ha ricoperto come neve tutta la punta Sud
di Manhattan”.
Come vedremo più
avanti, ci sono migliaia e migliaia di foto e di video che mostrano in
modo chiarissimo che le Twin Towers sono state divorate dagli incendi
fino al momento del collasso (basti pensare che hanno fumato
ininterrottamente). Questo il regista lo sa bene, ed infatti
anziché dimostrare la sua affermazione (una menzogna bella e
buona) con una qualche immagine o ripresa video, preferisce mostrare i
volti della gente per strada!
Una raccolta completa di video e foto delle Twin Towers (dagli impatti agli
incendi ai collassi) è presente sia sul sito Crono911 nelle
sezioni Foto-Video-Media che sui link di approfondimento riportati nella sua
Home Page.
Del tutto gratuita è anche l'affermazione che le Twin Towers si siano
trasformate in un nuvola di polvere finissima, perché anche in questo
caso vi sono migliaia e migliaia di foto e di video delle macerie.
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48. Acciaio e calore
Minuto
47 e 34 secondi.
Titolo:
“Temperatura
degli incendi. Il
kerosene non ha mai sciolto l'acciaio”
Narratore:
“La tesi ufficiale
vuole che il calore degli incendi abbia indebolito le strutture di
supporto, fino a farle crollare su sé stesse, ma l'acciaio
fonde a 1.500 gradi e deve essere esposto a una temperatura di almeno
800 gradi per lunghissime
ore prima di iniziare anche solo ad
ammorbidirsi”
Ormai le menzogne si susseguono a briglia sciolta. Innanzitutto il titolo: "il kerosene non
ha mai sciolto l'acciaio". A parte il fatto che si dice "fuso" (ma il
regista usa apposta il termine "sciolto", perché in questo modo
aumenta la sensazione di una cosa impossibile) , chi ha mai detto che l'acciaio si
è fuso? Di certo non le fonti ufficiali né le numerose ricerche
degli esperti del settore né i rapporti delle inchieste tecniche del NIST e del FEMA.
Poi il regista afferma che ci vogliono "lunghissime ore" per
ammorbidire l'acciaio, a 800 gradi. Questo
è del tutto falso.
L'acciaio si ammorbidisce man mano che sale la temperatura cui è esposto, in tempi estremamente rapidi.
In questo articolo di GreenSpec,
gli esperti spiegano come la resistenza dell'acciaio strutturale nei
confronti del fuoco va da 30
minuti (se privo di specifiche protezioni anti-incendio) a 60 minuti
(se protetto mediante sostanze spray). I citati rapporti del NIST
spiegano come gli elementi strutturali delle Twin Towers fossero
protetti proprio con pellicole spray. L'impatto degli aerei
però, ha distrutto una parte degli elementi strutturali e ha
danneggiato la protezione anti-incendio degli altri.
Il fuoco ha fatto il resto, in quanto la temperatura di combustione del kerosene è di
circa 800 gradi ed a quella temperatura la resistenza dell'acciaio si
abbassa a un valore pari al 20 % di quello iniziale. Le Twin Towers
hanno resistito una per 57 minuti (la South Tower) e l'altra per 85
minuti (la North Tower) dopo gli impatti ed i conseguenti incendi. Si
tratta quindi di valori perfettamente corrispondenti alle previsioni.
Una disamina
sulle cause del collasso delle Twin Towers è contenuta in Crono911,
con indicazione delle fonti e dei numerosi studi ingegneristici fatti in tutto il mondo.
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49. L'incendio di Madrid
Minuto
48 circa.
Narratore:
“A Madrid un edificio
simile ha bruciato per due giorni
interi a temperature
ben più alte di quelle delle torri gemelle senza che
l'acciaio mostrasse in seguito il minimo segno di indebolimento. Non si
spiegherebbe altrimenti perché sia necessaria la fiamma ossidrica
(il film mostra la foto di operai che tagliano le travi del rivestimento esterno del
WTC tra le macerie) per saldarlo,
se bastasse poi del semplice kerosene
per scioglierlo.
Il paragone con
l'edificio di Madrid non ha senso ed è menzognero.
Innanzitutto l'edificio di Madrid, il Windsor Tower, non è per niente
simile alle Twin Towers.
Infatti il Windsor era
alto 29 piani (più altri 3 sotterranei) mentre le Twin Towers
erano alte 110 piani. E questo comporta una bella differenza in termini
di peso. Inoltre, il Windsor era costruito in acciaio e cemento, mentre
le Twin Towers erano costruite solo in acciaio (parliamo per entrambi di struttura portante).
Non è poi vero che il Winsdor abbia bruciato per "due giorni
interi": ha bruciato per 26 ore.
Non si sa quale dato abbia il regista per poter affermare che le temperature nel Windsor
fossero "ben più alte" che nelle Twin Towers.
E' falso anche che l'acciaio
del Windsor non mostrava alcun segno di indebolimento: l'acciaio
dell'edificio di Madrid è invece collassato, ed il Windsor
è rimasto in piedi solo grazie alla presenza delle strutture
di cemento ( Case
Study: Windsor Tower ).
Singolare, poi, che il regista mostri immagini di operai che tagliano le
travi, mentre parla di saldare l'acciaio.
Infine, l'ennesimo richiamo al kerosene che "scioglie" l'acciaio è ancora una
volta privo di fondamento. Il kerosene degli aerei non ha solo prodotto
calore e fuoco per via dell'esplosione iniziale, ma ha innescato numerosi incendi
che si sono sviluppati e allargati anche dopo che il carburante era
completamente bruciato. Carte, legni di arredo, attrezzature e
rivestimenti, una volta incendiati sono andati ad alimentare il fuoco e
a sostenere il calore.
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50. Jonathan Barnett
Minuto
48 e 20 secondi circa.
Il film mostra un'intervista a Jonathan Barnett (Worcester Polytechnic Institute): “E' un
ingegnere specializzato nella protezione degli edifici dal fuoco”.
Barnett spiega: “I normali incendi non sono caldi abbastanza per fondere l'acciaio.
Anche usando un combustibile poco comune, come il kerosene, non si
possono raggiungere le temperature necessarie a fondere l'acciaio. In
oltre 20 anni non avevo mai visto una struttura in acciaio protetto
crollare per un incendio.”
Anche in questo caso la sfrontatezza del regista dimostra di non avere limiti.
Jonathan Barnett, infatti, è uno dei principali esperti che hanno portato avanti l'indagine del NIST
sui collassi delle Twin Towers ! Ossia è proprio uno degli autori di quel rapporto che il film vuole screditare !!!
E difatti il regista, anche in questo caso, sta bene attentp a mostrarci solo un pezzetto
delle dichiarazioni di Barnett.
Leggete (e ascoltate) cosa invece dice Barnett ( PBS
) :
“When the aircraft entered the building, the aircraft broke up. They hit
columns, they hit things... the floor slabs. And it fractured the fuel
tanks.
The jet fuel poured out of the tanks
in a spray of liquid droplets. A hot engine part or some other ignition
source ignited this cloud of droplets, and flames progressed through
the cloud, reaching the edge of the building and then coming outside in
the huge fireballs that we saw.
The jet fuel acted like charcoal lighter fluid on your barbecue, all right? It ignited all the other
fuels in the impact area. And in fact, that was the problem. You had
the furniture in the offices, on multiple floors. We had the seats and
the other solid fuels in the planes, and all of a sudden, these were
ignited by the jet fuel.
Normally, we don't design our
buildings to be hit by aircraft. And so the fireproofing that was used
in the World Trade Center wasn't designed to stick to the steel if it
was hit by an aircraft”.
Tradotto:
“Quando
l'aereo ha penetrato l'edificio, è andato in pezzi.
Pezzi che hanno colpito colonne, oggetti, i piani orizzontali. E i serbatoi
di carburante si sono squarciati. Il carburante degli aerei
è fuoriuscito dai serbatoi come una nuvola di goccioline. Le parti
roventi del motore o qualsiasi altra sorgente di innesco hanno incendiato
questa nuvola di goccioline, le fiamme si sono allargate attraverso la
nuvola, raggiungendo i bordi dell'edificio e fuoriuscendo in quelle
larghe palle di fuoco che abbiamo visto. Il kerosene ha funzionato come
il liquido che usiamo per accendere i carboni nel barbecue, chiaro? Ha
incendiato tutte le altre sostanze infiammabili nell'area di impatto. E
in effetti, quello è stato il problema. Negli uffici ci sono
gli allestimenti, sui vari piani. C'erano le poltrone e altri elementi
infiammabili sugli aerei, e istantaneamente queste cose sono state
incendiate dal kerosene. Di norma noi non progettiamo gli edifici per
resistere all'impatto di un aereo. E la protezione antincendio che era
stata usata nel World Trade Center non era progettata per restare
attaccata all'acciaio dopo essere stata colpita da un aereo".
Ecco la verità
sulle dichiarazioni di Barnett. Ancora una volta, quindi, il regista ha
ingannato gli spettatori, perché Barnett ha detto esattamente il
contrario di ciò che il film vuol farci credere!
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51. Steven Jones
Minuto 49 circa.
Il regista mostra un conferenza di “Steven
Jones, uno dei tanti accademici americani ad
aver contestato pubblicamente la tesi dei cedimenti
strutturali”
Nell'intervista, il Professor Jones ("BYU Department of Physics") spiega:
“Dovrebbero esserci altri
esempi, se è vero che è stato il fuoco a
far crollare questi edifici. Ma non c'erano altri esempi.
Le probabilità che uno di questi edifici crollasse a causa del
fuoco, visto le centinaia di altri edifici, che nel passato non sono
invece crollati per il fuoco, possono essere forse di una su 400
o 500. Ma tre edifici in
un giorno solo? Dal semplice punto di vista statistico, diventa 400 per 400
per 400, che è già un numero davvero molto piccolo di probabilità. Che poi siano
anche crollati simmetricamente...
sarebbe molto più logico che
fossero caduti inclinandosi
sul lato, ma quante sono le probabilità
che tutti e tre cadano invece in perfetta
verticale? ”
Eccoci finalmente arrivati al Professor Jones, vecchio cavallo di battaglia
dei cospirazionisti.
Chi è questo professore? I cospirazionisti solitamente evitano questo tipo di
domanda, affermando che non importa chi sia o cosa faccia una persona,
perché quello che contano sono le idee e gli argomenti, e
non chi li sostiene. Beh, questo approccio ci pare un po' troppo comodo,
specialmente nel caso di specie.
Prendiamo il regista di Inganno Globale. Il regista non cerca di attribuire un valore a
ciò che dice, basandosi su una propria (vera o presunta)
competenza. In fin dei conti si limita a mostrare ciò che altri
hanno detto o scritto, o a presentare immagini e commenti. Non sarebbe
giusto, quindi, screditare il film puntando il dito sul suo autore. E
difatti noi qui critichiamo il film e le scelte operate dal regista,
sempre in relazione al film stesso.
Lo stesso vale per noi di Crono911. Noi non cerchiamo di attribuire un maggior valore alle
nostre informazioni, facendo pesare una qualche competenza specifica.
Noi ci limitiamo a dirvi come stanno i fatti, mostrandovi i documenti e
le fonti attinenti a quei fatti. Noi ci limitiamo a divulgare e a
commentare, a proporre ragionamenti e percorsi di approfondimento, ma
nulla più.
Al contrario il Professor Jones è presentato come un professore
di fisica (e non come il Sig. Jones), e capirete che un professore di fisica che parla del
comportamento delle strutture di acciaio e del modo in cui sono cadute
le Twin Towers, è in grado di autorefenziare ciò che dice.
E pertanto non è affatto inopportuno verificare le credenziali della
persona.
Ebbene, il Professor Jones, al secolo Steven
E. Jones, è un professore di fisica presso la Brigham Young
University, ed è specializzato in fusione fredda ed energia solare. Si
tratta di materie ben diverse dall'ingegneria strutturale.
Ma, purtroppo per lui e per il regista, c'è di più.
Jones infatti è membro
di una strana congregazione religiosa dal nome "The Church of Jesus Christ of
Latter-day Saints" ed è l'autore di un libro-ricerca intitolato "Behold
My Hands: Evidence for Christ's Visit in Ancient America" , in
cui sostiene (e dice di averne le prove) che Gesù Cristo è stato in
America...
Ora, vogliamo dire, ad un tipo del genere non affideremmo nemmeno la
progettazione di un capanno per gli attrezzi... figuriamoci che
credibilità può avere uno che prima dice di avere le
prove che Gesù Cristo è stato in America, e poi dice di
avere le prove che le Twin Towers non potevano collassare...
E dobbiamo seriamente riflettere sul fatto che fino a questo momento il regista ci ha
proposto 3 "esperti"
che sostengono che l'11 settembre è stato organizzato dagli
stessi americani: uno è un ingegnere aeronautico che si dedica a scrivere libri
sulla religione di Dio... l'altro è un generale in pensione che
crede agli UFO e alla parapsicologia... e il terzo è un fisico che
sostiene di avere le prove che Gesù Cristo è
stato in America....
Uno abbastanza normale, non si riesce a trovarlo? Chiedetevi come mai.
Sta di fatto che Steven E. Jones è
stato screditato dai suoi stessi colleghi universitari, sospeso dall'insegnamento,
e sorpreso a costruire prove false per sostenere le sue teorie sull'11 settembre.
Per saperne di più: Brainiac
, Debunking
911 , Deseret
News , Wikipedia
, Undici Settembre ( Mother
, Attivissimo
, Hammer
), BYU
Newsnet
E adesso passiamo a esaminare quello che dice il Professor Jones.
L'accademico si meraviglia che tre
edifici siano andati giù per il fuoco in un solo giorno.
Qualcuno dovrebbe spiegargli che gli
edifici sono andati giù ANCHE per il fuoco. Ma
prima ancora erano stati colpiti
da due grossi aerei scagliati a tutta velocità (le
Twin Towers) e da decine
di migliaia di tonnellate di macerie e rovine (il WTC 7).
Jones poi si avventura in campo statistico e - non si capisce sulla
base di quali calcoli - ritiene che ci fosse una probabilità
su 400 o 500 che ciascun edificio crollasse.
Non si comprende cosa c'entra il calcolo delle probabilità.
Lui è un fisico, dovrebbe sapere che la resistenza strutturale non si
basa sulle probabilità, ma è un
preciso calcolo matematico. Avete mai sentito un ingegnere che, dopo
avervi costruito la casa, vi dice: "Guardi,
potete abitarci tranquillamente. C'è il 75 % di
probabilità che regga per i prossimi vent'anni..." ?
E se a un grattacielo distruggete buona parte delle colonne portanti, e
poi sottoponete le colonne rimanenti a un calore sufficiente a
indebolirle fino a un quinto della resistenza originaria, non è certo la
statistica che gli impedirà di crollare !!!
Inoltre, ogni considerazione statistica deve cedere il passo a una
indiscutibile realtà: non
si è mai verificato che un aereo da 100 tonnellate abbia colpito
un grattacielo di 110 piani per poi innescare un incendio incontrollato,
né si è mai verificato che qualche centinaio di migliaia di
tonnellate di macerie abbiano investito un grattacielo che poi è
rimasto in preda agli incendi per ore e ore. Gli unici tre casi di
questo tipo verificatisi nella storia dell'umanità sono proprio
quelli dell'11 settembre 2001, ed in tutti e tre i casi gli edifici
sono crollati. Quindi, se proprio vogliamo parlare di statistica, la
statistica dimostra che la combinazione <gravi danni strutturali
+ incendi incontrollati > determina
il 100 % di probabilità di collasso !!!
Assurdo, poi, che Jones parli di edifici caduti simmetricamente ed in
perfetta verticale. Innanzitutto quegli edifici sono collassati, non sono andati
giù come i birilli , e poi non è affatto vero che
siano caduti "in perfetta verticale".
Vi sembra una "perfetta verticale" questa qua? :
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52. Sopravvissuti
Minuto 50 e 04 secondi.
Titolo:
“Temperatura
degli incendi. Una testimonianza cruciale”
Il film ci gratifica dell'ennesima intervista. Questo è il
testo dei sottotitoli: "Sono Eric Lipton, per il
New York Times. La Fuji Bank aveva uffici dal 78° all'82°
piano nella Torre Sud. Molti dei suoi dirigenti avevano osservato la
Torre Nord venire colpita da un aereo e avevano già lasciato
gli uffici, ma una volta all'uscita, gli agenti di sicurezza gli
avevano detto che non c'erano pericoli e che potevano tornare al
lavoro. Uno di questi, Stanley Praimnath era alla sua scrivania che
guardava la Statua della Libertà, mentre era al telefono con
un collega di Chicago. A un certo punto ha visto qualcosa venire
verso di lui. Era l'aereo della United, poteva vedere la sagoma
grigia, poteva leggere la scritta sui lati, e man mano che si
avvicinava ha capito che non era soltanto un aereo che volava basso,
ma un'altro aereo
dirottato che veniva dritto verso di lui. Ha gridato e si è lanciato sotto la
scrivania, proprio nel momento in cui l'aereo colpiva l'edificio...
all'81° piano, dove lui si trovava, ma a qualche decina di
metri di distanza. Il suo piano è andato distrutto e molti sono
morti all'istante, ma in qualche modo Stanley è riuscito a
sopravvivere... gridava con tutto il fiato che aveva nei polmoni:
Aiuto! Aiuto! Sono rimasto bloccato, non lasciatemi qui! Fra quelli
che stavano scendendo le scale di emergenza, lì vicino,
c'era Brian Clark, un dipendente della Euro Brokers, all'84° piano
che lo ha sentito e si è staccato dal gruppo, con una torcia in
mano. I due hanno cominciato a farsi strada uno verso l'altro,
finché sono rimasti divisi solo da un muro crollato. Brian e Stanley sono
riusciti a ritrovarsi, e hanno ripreso insieme la discesa lungo le
scale. Sono fra i pochi dipendenti delle due società ad
essere sopravvissuti.”
Non sappiamo dove
intenda portarci il regista con questa intervista. Abbiamo alcune
persone che sono riuscite a mettersi in salvo. Va bene. Questo lo
sappiamo anche noi. E con questo?
Intanto, perdonateci se
abbiamo evidenziato in rosso un banale errore grammaticale, ma dovendo
riportare alla lettera il testo dei sottotitoli, ci tenevamo a
precisare che l'errore non è nostro, ma del film. Dopo tre
revisioni non l'hanno ancora corretto...
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53. La
Scala A
Minuto 51 e 35 secondi.
Dopo il lungo racconto
del giornalista Eric Lipton, il narratore spiega: “La
scala A era quindi rimasta praticabile, ed è proprio attraverso
quella che molte altre persone (mostra una foto in cui si vedono
8 persone) rimaste
intrappolate ai piani superiori, sono riuscite a salvarsi dopo Clark
e Praimnath. Ma se delle persone hanno potuto transitare vive da quel
livello, vicino al centro della struttura , vuol dire che la
temperatura lì non ha mai raggiunto gli 800 gradi necessari
anche solo ad ammorbidire i poderosi piloni d'acciaio delle
torri”.
Questa affermazione è così assurda
che vien voglia di non commentarla... Il fatto che un certo numero di
persone sia riuscito a salvarsi attraverso una scala rimasta
praticabile, non vuol dire nulla. Evidentemente quella particolare
sezione non era stata interessata dall'esplosione e dal fuoco (e questo
è elementare, altrimenti la scala non sarebbe rimasta
praticabile). Ma le altre scale erano inagibili e questo significa che
in quelle sezioni gli impatti e gli incendi avevano svolto la propria
azione distruttiva. Peraltro, il fatto che questa manciata di persone
si sia salvata attraverso una scala non significa che quella
scala non sia stata successivamente raggiunta dal fuoco.
E poi... il regista dimentica che oltre duemila persone sono rimaste intrappolate nei piani
superiori... o pensa che siano rimaste volontariamente lì per godersi il panorama?
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54. L'immagine IR
Minuto 52 e 05 secondi.
Narratore:
“Una conferma ci arriva
da questa immagine termografica, scattata mentre la torre sud era in
fiamme, da una professionista del settore. Dopo l'impatto dell'aereo,
avvenuto alle 09:02, la maggior parte del carburante era fuoriuscita
prima di esplodere creando la palla di fuoco che tutti ricordiamo. La
foto è scattata alle 09:18, è quindi passato un solo
quarto d'ora dall'impatto e già si vede come non ci sia una
sola zona della torre che superi i cento gradi di temperatura.
Siamo distanti anni luce dalle temperature necessarie ad ammorbidire le
strutture portanti delle torri” (l'immagine di
sfondo mostra una foto fatta con il FLIR, dalla quale si evince che la temperatura
è inferiore ai 120 gradi).
Strabiliante, vero?
Peccato che il regista abbia voluto mostrarvi solo un pezzo della
sequenza termografica. Adesso vi mostriamo noi un fotogramma completo
della sequenza originale, opera di Carol Ciemiengo della Jersey Infrared Consultants:
Come è piccolo il mondo, vero?
Guardate un po' come nella ricerca originale fosse stata affiancata l'immagine termografica (a
destra, nell'originale bianco e nero) a quella "normale" (a sinistra) e si vede subito che il calore
non è affatto quello degli incendi, ma quello del fumo che esce
dall'edificio !!!!!
Questa è solo l'ennesima dimostrazione dei subdoli trucchetti utilizzati dal regista.
L'autrice di questi scatti termografici ha scritto un articolo
in proposito, su IRINFO
, in cui troverete anche la foto che il regista ha mostrato
nel film e nel quale potrete verificare che Carol
Ciemiengo, che lo stesso regista definisce una "professionista del
settore", non mette in alcun dubbio la "verità ufficiale".
Ancora un volta il regista si confuta da solo, esibendo prove che in realtà dimostrano il contrario di ciò che sostiene.
55. Il Professor Fetzer
Minuto 52 e 42 secondi.
Questa volta il film ci mostra una conferenza
del Prof.
James H. Fetzer, "Professore universitario" (guardate bene
in secondo piano: c'è scritto che è
sì un professore... ma di Filosofia).
Fetzer spiega che l'acciaio fonde a 1600 gradi, che “l'acciaio
usato in questi due edifici era stato
certificato dalla Underwriters Laboratories per resistere a oltre 1000
gradi per almeno 6 ore. La temperatura massima che può sviluppare un
incendio da kerosene, in condizioni ottimali, è di 900
gradi, ma la stessa Underwriters Laboratories ha calcolato che, a causa
dell'isolamento e di altri fattori, l'acciaio non abbia mai superato
i 260 gradi. Il che è decisamente troppo poco per permettere
all'acciaio di fondere”.
Ma stiamo scherzando?
Prima un ingegnere aeronautico pescato nel lontano Sri Lanka e colto da crisi
mistiche che lo portano a scrivere libri sulla religione divina vuole spiegarci come deve volare un 757 a bassissima quota....
poi un ex-generale che rincorre gli UFO e la telepatia vuole convincerci che il buco del Pentagono è troppo piccolo...
quindi un fisico nucleare che cerca Gesù Cristo in America pretende di illustrarci che le Twin
Towers non potevano statisticamente crollare... e adesso un professore di filosofia dovrebbe tenerci una lezione
sul comportamento dell'acciaio delle Twin Towers?
E perché, a questo punto, non sentiamo anche l'opinione del salumiere sotto casa?
Ma la circostanza, di per sé sconcertante, diventa
tragicomica ove verifichiamo che Fetzer dice il falso: la Underwriters Laboratories non
ha mai certificato l'acciaio delle Twin Towers prima
dell'11 settembre 2001. Questa storia è stata inventata di sana pianta
da un tizio, di nome Kevin Ryan, impiegato presso una sussidiaria della
Underwriters Laboratories, e addetto alle analisi chimiche dell'acqua!
Al contrario, la Underwriters Laboratories ha eseguito analisi su campioni
di acciaio delle Twin Towers DOPO i collassi,
su incarico del NIST, proprio per verificare le ragioni dei collassi.
La Underwriters Laboratories è quindi una delle società
che hanno proceduto agli esami che sono alla base del rapporto del NIST
sui collassi, e ne appoggia totalmente le conclusioni ! Per saperne di
più, vi rimandiamo a questo esauriente articolo
del South Bend Tribune.
Facendo finta di ignorare tutto ciò, il film prosegue con il narratore che commenta:
“Ambedue gli incendi, in realtà, si sono
consumati molto
rapidamente, come testimoniato anche dal fumo che era
già diventato nero molto prima che le torri crollassero
(scorrono immagini in cui si vede il fumo, ed è grigio, e poi altre immagini,
in cui il fumo è bianco...). Quasi tutte le vittime sono morte
soffocate dal fumo o per i traumi riportati. Tutti quelli che erano
riusciti invece a sopravvivere al di sopra degli incendi (mostra
immagini con gente accalcata alle finestre) sono
poi morti nel successivo crollo delle torri mentre erano in attesa di soccorso”.
E' davvero penoso. Il regista continua a contraddirsi. .
Ci dice che gli incendi si sono consumati perché il fumo era
nero e onestamente non capiamo questa storia del colore... dove sta scritto che il fumo nero
significa che l'incendio è spento? Ma
scherziamo? Vi pare un incendio spento quello che si vede in questa foto? Eppure il fumo è nero:
La verità è che il colore del fumo dipende solo dal materiale che sta bruciando, come spiegano in
questo sito i Vigili del Fuoco.
E mentre ci dice questa incredibile fandonia, ci mostra immagini delle Twin Towers dalla quali si sprigionano possenti
volute di fumo bianco e di fumo grigio !!!
Incredibile è poi l'affermazione che quasi tutte le vittime siano morte soffocate dal
fumo o per i traumi riportati !!! Ma chi ha mai detto una cosa del
genere? Dove sta scritto? Che ne sa lui, o chiunque altro, della sorte delle vittime morte prima dei
collassi?
Sappiamo che i collassi hanno ucciso tutti gli sfortunati occupanti, ma nulla sappiamo di quanti siamo rimasti
uccisi per effetto degli impatti o degli incendi o del fumo.
Ma poi vorremmo tanto capire quale sarebbe stato, secondo la logica del regista, il motivo per cui
decine di persone si lanciavano nel vuoto dalle Twin Towers , quella tragica mattina, se - come sostiene - gli incendi erano spenti.
Il cinismo di questa persona è davvero inqualificabile.
Ma non è tutto. Il regista, non pago di essersi contraddetto da solo con le
immagini che mostra, ci fa anche ascoltare la telefonata disperata di
una donna che chiama il pronto intervento dall'83°
piano della South Tower (la donna si chiamava Melissa
Doi e la telefonata di Melissa Doi, insieme ad altre chiamate fatte dagli
edifici, può essere ascoltata nella speciale sezione web
allestita da Newsday).
Il regista sottotitola le parole della donna:
"Il piano è tutto pieno di fumo, siamo sul pavimento, non
riusciamo a respirare. E
c'è molto, molto caldo"
La traduzione è ingannevole. Infatti la donna dice: "very very
very hot"...
in inglese il termine "hot" viene usato con un'ampia gamma di
significati, si va da "caldo" a "bollente" a "ardente" ecc... Il
regista lo ha tradotto nel modo che più gli conveniva, se
avesse potuto scrivere "tiepidino" lo avrebbe fatto...
Poi ci fa ascoltare una
seconda telefonata, in cui un uomo (si tratta di Kevin Cosgrove) dice
al pronto intervento: “La
cosa si sta facendo brutta”.
Poi ancora la donna:
“Penso che ci sia un incendio perché fa moltissimo
caldo”
(anche in questo caso la donna dice: "very hot"). E' molto caldo
dappertutto sul pavimento (in realtà dice: "it's very
hot everywhere on the floor" ed a questo punto
è chiaro che il regista sta forzando la traduzione,
perché quella corretta è "tutto il
pavimento scotta").
Sentiamo ancora l'uomo che dice: “Il
fumo è diventato terribile”
Ancora la donna: “Fa
molto caldo ("it's very
hot"), non
vedo più aria ormai, vedo soltanto del
fumo”;
Mentre il regista ci fa
ascoltare le telefonate, si vedono fiumi
di fumo BIANCO uscire dalle
finestre!
Ancora la donna “Fa un
caldo, mi sto bruciando, hey aiutooo!!!” ("it's so hot,
I'm burning” ... non ci possono essere
dubbi sul fatto che la donna stia usando il termine "hot" per
indicare che l'aria è rovente,
addirittura urla come se si stesse ustionando, ma il regista
è così spudoratamente in mala fede da tradurre "Fa un
caldo..." quasi fosse la battuta di una bagnante sulla spiaggia... è
davvero una cosa vergognosa).
Ebbene, questa sequenza di telefonate non fa altro che contraddire tutte le
precedenti affermazioni del regista !!!
Prima dice che gli incendi si sono spenti, perché il fumo è nero.... e
poi ci fa sentire le telefonate della gente che parla di incendi, che
urla "mi sto bruciando" e mostra le immagini delle volute di fumo bianco!
Sembra incredibile che il regista sia così autolesionista,
ma come abbiamo detto prima - e questa ne è la riprova -
egli è così convinto di aver ormai conquistato le
menti degli spettatori, da essere sicurissimo che essi non noteranno queste
palesi contraddizioni!
Ma il tocco finale di questa serie di passaggi è il momento in
cui il regista ci mostra
in contemporanea l'inizio del collasso, che schiaccia le persone che
parlavano al telefono e che urlano e... non
si sentono esplosioni !!!
Quelle esplosioni che invece avrebbero dovuto esserci, se le Twin
Towers fossero state demolite a suon di esplosivi (che, come vedremo
più avanti, è la tesi cui il regista vuole
arrivare).
Basta così? No,
abbiamo per voi un'altra chicca. Dunque, il regista qui afferma che
siccome il fumo era nero, gli incendi si erano spenti da tempo.
Beh... nella Sezione "11 Settembre" del sito Luogocomune,
gestito dal regista, leggete cosa scrive a proposito della nuvola di
fumo che si solleva dal luogo dello schianto di Shanksville (ne abbiamo
parlato più sopra, ricordate?): "L'unica immagine scattata pochi
secondi dopo l'impatto mostra chiaramente la forma di "fungo", tipica
delle esplosioni, invece
della densa colonna di fumo nero che ci si aspetterebbe di vedere dopo la caduta di un aereo di quelle
dimensioni, che porta ancora almeno la metà del carburante nei
suoi serbatoi".
Ma c'è da impazzire !!!!! Il fumo delle Twin Towers non gli va bene
perché è nero... e questo secondo lui significa che non c'erano
incendi... E il fumo di Shanksville non gli va bene perché - lui dice -
NON è nero... e questo secondo lui dimostra che non
c'è incendio !!!!!
Questa persona non sa cosa dice, non sa di cosa parla, nel film dice una cosa e
nel suo sito dice l'esatto contrario di quella stessa cosa!!!
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56. La polverizzazione completa
Minuto 56 e 25 secondi circa.
Voce narrante:
“Un altro fatto
inspiegabile rimane, per tutte e tre le torri, la completa
polverizzazione dell'intero edificio”
Completa polverizzazione? Guardate la foto qua sotto, a sinistra.


Sono le macerie delle Twin Towers, ancora fumanti.
La vedete quella specie di pallina dorata evidenziata nel cerchietto rosso, quasi sperduta in
mezzo a quei minuscoli "rottami"?
Quella "pallina" è una scultura dello
scultore tedesco Fritz Koenig , intitolata "The Sphere",
di cui vi mostriamo una foto a destra, risalente a tempi migliori. Sapete quanto
misura il diametro di quella "pallina"? Oltre 4 metri e mezzo... e pesa
circa 20 tonnellate!
Ora, potete immaginare quanto siano grossi e pesanti quei rottami...
che però il regista fa finta di non vedere e di non conoscere:
lui parla di granelli di polvere!
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57. Un fenomeno inspiegabile
Minuto 56 e 30 secondi circa.
Titolo: “La totale
polverizzazione, un fenomeno inspiegabile”
Se speravate che il regista avesse fatto una visita oculistica o inforcato un paio di
occhiali decenti, vi sbagliavate. Continua a parlare di polverizzazione totale!
Voce narrante:
“Nei normali
crolli il cemento si spezza in svariati blocchi che però
rimangono interi e ben riconoscibili l'uno dall'altro” (e
accompagna queste parole mostrando alcune foto di
macerie non meglio specificate).
Chissà cosa intende per "normali crolli"... perché i crolli di
solito non sono tanti normali...
Il film mostra George
Pataki, governatore dello Stato di New York, mentre osserva l'area di
Ground Zero (non si sa in quale momento ciò avvenga, ma si intravedono operai e
troupe televisive, per cui la ripresa è stata fatta
almeno qualche giorno dopo i crolli) e commenta che
c'è “pochissimo
cemento” e si chiede cosa sia successo al cemento. Il governatore dice:
“Ero qui martedì... e sembrava di essere su un altro pianeta.
Tutta la parte Sud di Manhattan... c'era questo strato di polvere spesso
8-10 centimetri... il cemento era semplicemente polverizzato”.
Ora, che George Pataki sia rimasto sconcertato dalla notevole
quantità di polvere e della mancanza di cemento, è
comprensibile. In fin dei conti non ha costruito lui le Twin Towers. Ma
il regista.... non era lui che fino a poco prima aveva detto che le
Twin Towers erano edifici costruiti completamente in acciaio? Non era
lui che aveva detto che non è mai successo che un edificio
in acciaio sia crollato a causa di un incendio?. Ma se
le Twin Towers erano costruite totalmente in acciaio, ci vorrà
spiegare, il regista, da dove avrebbe dovuto sbucar fuori il cemento?
E quanto alla polvere... non era stato proprio lui a ricordarci che i pavimenti dei piani del WTC
erano semplici "pannelli prefabbricati"? E
perché adesso si meraviglia che si siano polverizzati nel crollo?
Cosa c'è di "inspiegabile?".
Ma il regista si rende
conto di quanta polvere si solleva quando cade un grattacielo di 110
piani alto 400 metri e pesante mezzo milione di tonnellate? E se ne
cadono due? Non sono mica mattoncini Lego quelli lì...
Il regista a questo
spunto ci spiega che la "versione ufficiale" sostiene che sia stato il
cedimento
di un piano sull'altro a causare il crollo delle torri...
Ancora una volta il
regista distorce la "versione ufficiale", citando le prime,
provvisorie ipotesi avanzate dagli ingegneri del FEMA e ignorando
completamente i corposi rapporti
definitivi prodotti dal NIST, nonostante essi siano
liberamente disponibili sul sito dell'ente.
Questa vecchia teoria, chiamata "effetto Pancake", non era poi così
sballata, perché inizialmente fu logico pensare che i piani degli
edifici fossero collassati l'uno sull'altro. L'esame del materiale
video-fotografico e le ricostruzioni e simulazioni (fatte sia
attraverso potenti computer che attraverso esperimenti
reali) hanno permesso al NIST di accertare che gli edifici sono collassati
asimmetricamente e quindi non c'è stato un vero e proprio
"effetto pancake".
A questo punto il narratore chiede “Da
dove viene la forza che scaglia quintali e quintali di calcinacci a una distanza
doppia della larghezza della torre e addirittura verso
l'alto..
Ma di cosa va parlando? Che film ha visto? A parte il fumo, non si vede nulla che
salga verso l'alto, e peraltro il regista mostra una foto statica
in cui si vedono macerie che cadono giù e parti di struttura che sono
rimaste più indietro. Ma chiunque può vedere i filmati
dei crolli e rendersi conto che non c'è nulla che abbia deciso di andarsene verso
l'alto!
Prosegue:
”Che cosa può essere in grado di tranciare di
netto dei pezzi di struttura esterna come questo, scagliandoli a conficcarsi
addirittura negli edifici antistanti?”
A sostegno di tale affermazione, il regista mostra una foto che ritrae un pezzo di
struttura semi-appeso a un edificio smembrato, per farci credere che
quel pezzo sia partito dalle Twin Towers e sia andato allegramente a
conficcarsi in un altro edificio.
Ora, innanzitutto non è strano che il collasso di un gigante di 110 piani
possa scagliare macerie un po' dovunque, così come è ben possibile che pezzi di struttura
siano stati scagliati lontano dalla potenza degli impatti degli aerei. Per di più il rottame
mostrato dal regista non appartiene nemmeno alle Twin Towers, ma è
solo un pezzo di un edificio adiacente che si è parzialmente
staccato ed è rimasto semi-appeso.
Una esauriente analisi
di questa fotografia è stata fatta da "Mother", collaboratore del gruppo
Undicisettembre.
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58. Lo stupore di David
Childs
Minuto 57 e 47 secondi.
Narratore:
“David Childs è
un noto architetto di New York che partecipa al progetto di
ricostruzione delle torri”.
Il film ci mostra l'architetto che spiega:
“Sono rimasto stupito
quando sono cadute (il regista mostra
immagini di struttura delle TT che precipitano precedendo di gran
lunga il fronte del collasso). In realtà questo tipo di
struttura si è comportato a meraviglia, nel passato, anzi,
fino a questo episodio, nessun
edificio era mai crollato a causa del fuoco. C'erano stati grossi incendi, in cui un paio di
piani erano caduti, ma la struttura in acciaio è una struttura molto
efficiente e sicura, specialmente questo tipo di struttura centrale”.
Prendiamo atto delle parole dell'architetto, che però non dice nulla di strano o
anomalo. Come abbiamo visto, nessuno mette in dubbio che gli
incendi, da soli, non sarebbero stati sufficienti a far crollare le
Twin Towers.
E difatti il NIST ha chiaramente spiegato che gli impatti hanno
provocato gravissimi danni strutturali, ed hanno danneggiato la
pellicola protettiva anti-incendio delle colonne sopravissute. Gli incendi hanno solo
fatto il resto.
Si badi peraltro che David Childs non solo partecipa al
progetto di costruzione delle nuove Freedom Towers, ma è anche l'architetto
responsabile del progetto del nuovo WTC-7 di Larry Silverstein. Non conosciamo l'epoca né il contesto in cui David Childs ha
detto quelle parole, ma abbiamo visto che il regista ha l'abitudine di
stravolgere il significato delle interviste e delle dichiarazioni, e
non abbiamo dubbi che lo abbia fatto anche in questo caso.
Non si spiegherebbe altrimenti perché David Childs in una intervista
al Newyorker, abbia dichiarato:
"[Non
c'è nessun edificio, tranne forse le piramidi, che possa
resistere all'impatto di un grande aereo di linea con il suo pieno
carico di carburante]. Non puoi progettare [un edificio] per una cosa
del genere, così come non puoi progettarlo per resistere
all'epicentro di un terremoto".
Questo, dunque, il reale pensiero di David Childs,
che sbugiarda per l'ennesima volta un regista che, proprio come i
giornalisti della peggior risma, è lì pronto a
cogliere la singola frase per attribuire significati che sono esattamente
opposti a quelli reali.
Dopo le parole di Childs, il film ridà voce al
narratore: “E infatti, se anche i
piani fossero caduti l'uno
sull'altro, ci
si aspetterebbe di vedere i piloni della struttura
centrale rimanere in piedi, nonostante il crollo del resto
dell'edificio. Questo invece non è accaduto. Ambedue le torri
si sono dissolte
in polvere e dei piloni centrali non è rimasto
più nulla".
La frase è sconclusionata. Che significa : "Ci si aspetterebbe
di vedere i piloni della struttura centrale rimanere in piedi" ? Chi si
aspetta cosa? L'uomo della strada? Il barbiere? Il fruttivendolo? Il
regista? Qui l'opinione che conta è quella degli ingegneri e
degli esperti qualificati, di coloro che hanno avuto la
possibilità di esaminare i reperti, di ricostruire i collassi
con esperimenti e simulazioni. E queste persone, da ogni parte del
mondo, non hanno dubbi
sulla dinamica dei collassi delle Twin Towers. Su Crono911
abbiamo raccolto le ricerche di molti esperti del settore, dagli USA alla Cina.
Nella sezione Collassi
del sito Crono911.org abbiamo poi diverse foto in cui si notano grosse
parti della struttura che sono rimaste in piedi.
E ancora una volta il regista si "debunka" da solo.
perché proprio mentre il narratore afferma che "le torri si sono
dissolte in polvere" le immagini mostrano le autogru che sollevano e rimuovono grossi
pezzi di macerie da Ground Zero !
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59. Lo stupore di Joe
Casaliggi
Minuto 58 e 40
secondi circa
Il film ci mostra uno scorcio delle macerie, complete di pezzi
belli grossi, e una voce in inglese, il vigile del fuoco Joe
Casaliggi spiega:
“Ci sono due edifici con 110 piani di uffici ciascuno, non si trova una scrivania, non si
trova una sedia, non si trova un telefono o un computer, il pezzo più
grosso di telefono che ho trovato era una mezza tastiera...
l'edificio
è crollato in polvere (viene mostrata la polvere su
un'auto)”
Abbiamo visto che le macerie ci sono, e sono pure grosse. Del resto basta digitare "Ground
Zero" su un qualsiasi motore di ricerca di immagini, e ne vedrete a bizzeffe.
Di sicuro le ha viste
anche Joe Casaliggi, e persino il film ce le mostra, anche mentre si
ascoltano le parole del pompiere! E' evidente che Casaliggi si sta
riferendo al contenuto delle Twin Towers: arredamenti, attrezzature...
che effettivamente sono stati disintegrati dall'enorme forza
distruttiva di centinaia di migliaia di tonnellate di acciaio. Anche in questo caso il regista gioca con le parole e con le metafore.
Peraltro, c'è una considerazione che va fatta su tutta questa storia della polvere.
Qualunque sia stata la causa che ha determinato il cedimento dei piloni
di acciaio che reggevano le Twin Towers (impatti degli aerei, fuoco,
combinazione dei due elementi, cariche esplosive, ecc...) in ogni caso
la polvere è un "fenomeno" che non ha nulla a che vedere con
tutto questo! La polvere si produce per effetto del crollo, e non ha
nulla a che vedere con le cause del crollo!
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60. I tempi dei collassi
Minuto 59 e 07 secondi.
Titolo:
“Dinamiche di
caduta, sospese le leggi della fisica”.
Narratore:
“Un altro fatto
inspiegabile,
è la velocità impressionante di caduta
dei tre edifici: circa 10
secondi per le torri, più di 100 piani per 400 metri
ciascuna, e 6
secondi per l'edificio numero 7. 40 piani per circa 150
metri di altezza”.
Mentre fa queste
affermazioni, il film mostra alcune riprese del crollo, nel quale si
vedono chiaramente elementi di struttura che precipitano sopravanzando
il fronte del collasso. E' evidente che quei pezzi di
struttura cadono alla velocità di caduta libera, come è giusto che
sia. Ed è evidente che il fronte del collasso, invece, procede a una
velocità ben più modesta.
Il film ci mostra anche un contasecondi, che dovrebbe misurare il tempo del crollo... Ma il
contasecondi parte quando lo decide il regista e si ferma quando lo
decide il regista... e ovviamente non abbiamo alcun dato che ci dica se
il filmato abbinato al contasecondi stia scorrendo alla velocità reale.
Tutto questo ci interessa poco e vale anche meno.
Infatti non è possibile
calcolare esattamente i tempi dei collassi degli edifici,
semplicemente osservando i video: non si coglie il momento esatto in
cui inizia il collasso ma più di tutto non è possibile
conoscere l'istante esatto in cui il collasso termina,
visto che la nuvola di polvere e detriti oscura completamente la visuale.
Da dove nasce, quindi,la storia dei 10 secondi, che è sostenuta non solo dal
regista di Inganno Globale ma anche da molti altri cospirazionisti?
Nasce probabilmente da un'affermazione
contenuta a pagina 305 del Rapporto della Commissione di Inchiesta
Indipendente, in cui c'è scritto: "The South Tower collapsed in
ten seconds". In realtà si tratta di un dato indicativo,
basato su una tabella
messa a punto dalla Columbia University nel 2001, che illustrava alcuni
dati rilevati dai sismografi, e indicava la durata dei segnali in 10
secondi per il collasso della South Towers, 8 secondi per quello della
North Tower e 18 secondi per il WTC7.
In realtà questi tempi sono relativi alla sola fase centrale dei collassi.
Osservando infatti i rilievi
dei sismografi di Palisades, New York, notiamo che il collasso della
South Tower ha avuto uno sviluppo non inferiore a 25 secondi,
e quello della North Tower ammonta a ben 30 secondi.
Va poi considerato che i sismografi hanno un certo margine di sensibilità (ad
esempio, nell'attentato del 1993, la detonazione di ben 700 kg di esplosivo
nel parcheggio sotterraneo del WTC, non fu rilevata dai sismografi) e che
il collasso non è partito dal 110 ° piano, come spesso
si vuol far credere, ma da 20-30 piani più sotto. Infine, il
fronte del collasso non ha potuto raggiungere il suolo, ma si è
dovuto fermare prima, contro le stesse macerie dell'edificio.
I tempi di collasso quindi, non sono affatto inspiegabili come il regista vuol far credere.
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61. I principi della fisica
Minuto 59 e 50 secondi circa
Voce narrante:
“Ma questo contraddice uno dei più noti principi della fisica, secondo i quali
invece
i vari piani, cadendo l'uno sull'altro, avrebbero dovuto
accumulare un ritardo progressivo risultando in un tempo di caduta complessivo
molto superiore a quello della sfera lanciata nel vuoto”
Per aiutarsi a sostenere questa affermazione, il regista la
accompagna con una simulazione grafica che non è basata su alcun dato
matematico ma serve solo ai propri fini.
Abbiamo già detto che i piani non sono
caduti l'uno sull'altro e abbiamo visto che i
tempi dei collassi sono sensibilmente superiori a quanto si vuol far
credere.
Scusate... quale sarebbe
poi questo "noto principio della fisica"? Il "principio di caduta di un
piano sull'altro" ? Boh... sarebbe stato carino se lo avesse spiegato...
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62. Un ingegnere in
California...
Minuto 61 e 10 secondi circa.
Torna in schermo il professore di filosofia Fetzer, che spiega la legge di caduta dei
gravi di Galileo, e dice che la pallina impiegherebbe 8-10 secondi ad
arrivare a terra senza ostacoli e che non c'è
alcuna possibilità che un edificio cada per effetto pan-cake
alla velocità di un corpo in caduta libera. Dice il
professore: “Se anche volessimo ipotizzare che ogni piano ci mette
1 secondo... tutti e 110 i piani ci vorrebbero 110 secondi... ci sono
100 secondi di troppo... e anche se calcoli che la caduta è
iniziata al 96° piano, ci vogliono comunque 96 secondi... Un
ingegnere in California ha suggerito che 1 secondo sia troppo, e che
sia bastato mezzo secondo, affinché la massa superiore
vincesse la resistenza dei piani inferiori... hai 48 secondi di tempo
di caduta, invece ci hanno messo dagli 8 ai 10 secondi a crollare...
decisamente troppo in fretta.
Qui si danno davvero i numeri al lotto. Il professor Fetzer, filosofo, pretende di parlarci di
collassi e di tempi di caduta libera. Non sa calcolare il tempo preciso
di caduta da 400 metri e continua a parlare di un effetto "pan-cake"
che gli esperti hanno superato da tempo. Poi ipotizza un tempo di
collasso di un secondo per piano, senza alcuna base scientifica, e cita
un ignoto "ingegnere in California" che ha "suggerito" mezzo secondo
per piano...
Come dimostrazione scientifica non è che sia proprio il
massimo...
Decine di migliaia di pagine di rapporti tecnici dovrebbero essere spazzati via perché
c'è un "ingegnere in California che...". Ma andiamo... un minimo
di serietà....
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63. Siamo tutti fissati...
Minuto 61 e 25 secondi circa
Riappare Steven Jones: “Sono fissati... devono
essere stati per forza gli incendi e gli impatti...”
Pensa te... siamo fissati! Due aerei impattano con una forza distruttiva devastante
altrettanti edifici, il carburante appicca incendi che divorano le
strutture senza alcun controllo... gli edifici crollano.... e se
tu pensi che siano stati gli impatti e gli incendi... sei fissato !!!
Jones continua a parlare del fatto che gli edifici sono venuti giù in
verticale, simmetricamente, e dice “e questo è lo scopo
delle cariche preposizionate nelle demolizioni controllate”.
Eccoci qua !!!
Meno male che siamo noi i fissati, assieme
a qualche migliaio tra i migliori ingegneri strutturali del mondo!
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64. Esplosivi e pozze
Minuto 61 e 49 secondi.
Titolo:
“Presenza di
esplosivi, pozze incandescenti di acciaio fuso”.
Il regista spiega che nelle demolizioni controllate gli esplosivi vanno piazzati
“con molta cura” e “dopo lunghi
calcoli” , vanno piazzati alla base
dei piloni centrali, in maniera tale che esplodendo per prime
“portino con sé il resto della struttura senza danneggiare
gli edifici circostanti” e mostra immagini di demolizioni
controllate. Spiega che le esplosioni alla base devono essere molto
potenti e generano calore tale da creare pozze di acciaio fuso mentre
le macerie tutte intorno continuano a ribollire per lungo tempo (e
mostra il crollo o la demolizione di un edificio non specificato, ma
che è divorato già da numerosissimi focolai di
incendio che con le cariche non hanno nulla a che vedere). Poi fa vedere un
edificio demolito a colpi di “palla”.
Anche qui abbiamo un esempio di auto-confutazione.
Se gli esplosivi vanno piazzati, ed è corretto, con molta
cura e dopo lunghi calcoli, come
sarebbe mai possibile minare 3 edifici per un totale di 250 piani senza
che nessuno se ne accorga?
E se le demolizioni controllate, correttamente, partono dalla base
dell'edificio, perché mai le Twin Towers sono cadute partendo dall'alto?
(guarda caso, proprio dai piani colpiti dagli aerei...)
Quanto alla storia che le esplosioni provocano pozze di acciaio fuso, questo è
semplicemente assurdo. Nelle demolizioni controllate si cerca di
ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, e c'è
esigenza di evitare ogni complicazione e assicurare il rapido sgombero
delle macerie. Non s'è mai vista una demolizione controllata che provochi
incendi e pozze di metallo fuso,
che renderebbero impossibile il lavoro di sgombero delle macerie.
Inoltre, gli esplosivi più potenti tendono a soffocare le fiamme
e a spegnere gli incendi (JMS),
non a crearli o ad alimentarli.
Non a caso vengono usati, ad esempio, per spegnere gli incendi dei
pozzi di petrolio (Wright
Co.)
La presenza di pozze di
acciaio fuso, quindi, dimostrerebbe esattamente il contrario di quello
che il regista afferma. Ma, come vedremo, anche la storia dell'acciaio
fuso è pura fantasia.
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65. I punti caldi
Minuto 62 e 49 secondi
Il film ci mostra un'immagine termografica “scattata dal
satellite cinque giorni dopo il crollo delle torri” ed evidenzia che i punti
più caldi sono proprio alla base delle tre torri crollate. La foto mostra
temperature che non superano i 742 gradi.
Allora... innanzitutto non si tratta di foto satellitari ma di foto scattate da aerei
con equipaggiamento speciale (USGS)
. Non stiamo a cercare il pelo nell'uovo, ma è
impressionante la mole di errori ed imprecisioni in questo film,
che denotano la totale assenza di ricerche e di verifiche sugli
argomenti trattati: questo film è davvero poco più di un
"copia e incolla" di altre fonti, con l'aggiunta di musica, narrazione
e sottotitoli in italiano.
Poi, non capiamo cosa ci sia di strano. E' il regista che ha detto (peraltro mentendo) che gli
incendi nelle Twin Towers si erano spenti. Ma poiché - come dimostrano
le foto ed i video e le telefonate delle persone intrappolate - gli
incendi c'erano ed erano anche grossi, cosa c'è da
meravigliarsi se i focolai sono rimasti attivi sotto le macerie?
Quanto alla temperatura... non è stato proprio il regista a dire che
c'erano pozze di acciaio fuso e non è stato lui a dire che l'acciaio
fonde a 1500 gradi? Non è stato forse lui a dire (vedi
sopra, minuto 47 e 34 secondi): "...l'acciaio fonde a 1.500
gradi e deve essere esposto a una temperatura di almeno 800 gradi per
lunghissime ore prima di iniziare anche solo ad
ammorbidirsi...” ?
E allora, se c'erano pozze di acciaio fuso, come mai la temperatura è di soli 742 gradi
e non di 1.500 ?
E invece, visto che le temperature rilevate dopo cinque giorni sono pari a 742 gradi, questo
non va forse a confermare che l'acciaio delle Twin Towers è
stato esposto a temperature di 800 gradi che lo hanno ammorbidito fino
a farlo cedere?
Questo è un altro "auto-debunking" del regista!
Conoscete il vecchio detto che chi mente deve avere memoria lunga
per non cadere in contraddizione? A quanto pare la memoria del regista
è proprio corta!
E cosa vuol dire l'affermazione che i punti più caldi sono proprio alla base
delle tre torri crollate? Le torri sono crollate, dove dovrebbero mai
trovarsi gli incendi, se non alla base delle macerie? Se un edificio in
fiamme crolla, è lì che devono restare i focolai, o il
regista si aspetta che gli incendi restino appesi a mezz'aria?
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66. Dallo Space Shuttle
Minuto 63 e 20 secondi circa.
Il film ci mostra alcune immagini scattate dallo Space Shuttle,
immagini e video che non riportano alcuna indicazione di data, in cui
si vede il fumo che esce da Ground Zero. Secondo
il regista è il fumo che è uscito per settimane
dopo i crolli.
Ammesso che quelle foto siano state scattate davvero "settimane dopo i crolli" , questo
avvalora ancor di più la vastità degli incendi
che hanno consumato gli edifici del WTC. Il regista fa finta di dimenticare che
proprio lui è quello che sostiene che gli incendi non
c'erano, e tutti gli altri (pompieri, testimoni, foto, video, rapporti tecnici)
affermano esattamente il contrario!
La tecnica del regista è veramente contorta: prima dice che gli incendi si sono
spenti ben prima dei collassi; poi dice che le torri sono crollate per effetto
di esplosivi; poi dice che quegli esplosivi hanno creato pozze di
acciaio fuso; poi utilizza le immagini e video - che dimostrano
l'assurdità della sua prima affermazione - per confermare la sua
ultima affermazione (che discende dalla prima!).
Un contorsionismo incredibile,
che riesce però a ottenere tre risultati: il primo
è quello di confondere totalmente lo spettatore poco attento e preparato
sull'argomento, il secondo è quello di portare lo scettico a
disquisire di argomenti (pozze d'acciaio fuso) che stanno decisamente a
valle rispetto ad affermazioni prive di qualsiasi fondamento, il terzo
è quello di fornire un bel raccontino pre-confezionato a
chi intende farsi portavoce delle teorie cospirazioniste.
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67.
Le pozze bollenti
Minuto 63 e 35 secondi circa
Il film ci fa vedere un servizio di natura imprecisata, che il
narratore colloca al 1° novembre 2001, in cui si vede la
rimozione delle macerie ed il fumo che esce dal WTC. Un
operaio spiega che “più
ti avvicini al centro di questa roba, più
diventa caldo. Ci sono probabilmente 800 gradi.
Siamo riusciti ad aprirci dei piccoli passaggi verso quella che sembra essere la pozza.
Sembra un forno dentro, è
bollente (dice: "very hot"), è
proprio di quel colore chiaro, rosso-arancione
incandescente...”. Le
immagini mostrano operai che gettano acqua in un anfratto sotto le
macerie, e ne esce fumo (pozze non ne vediamo...).
Voce narrante:
“Come può essere, questo, il risultato di un semplice crollo passivo?”
Ma guardate che strano... quando si trattava di descrivere il calore
all'interno delle Twin Towers, il regista ha tradotto le parole "very very very hot" con "molto caldo".
Adesso, un "very hot" diventa "bollente".
Ma vediamo cosa dice questo operaio. Dice che ci sono ("probabilmente") 800 gradi in una
"pozza" in cui c'è qualcosa (probabilmente metallo) di incandescente.
Di certo non è acciaio fuso, come piacerebbe al regista: l'acciaio infatti fonde a 1.500 gradi
(lo ha detto anche lui, il regista...).
E cosa dice la "versione ufficiale", ossia i rapporti del FEMA e del
NIST ? Dice che le temperature hanno raggiunto gli 800 gradi indebolendo le
strutture in acciaio.
Questo passaggio, quindi, finisce per confermare i rapporti degli esperti e rappresenta l'ennesima
smentita che il regista si fa da solo...
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68. David Ray Griffin
Minuto 64 e 20 secondi.
Titolo:
“David Ray
Griffin, al servizio della verità”
Il film ci presenta così questo nuovo "esperto": David
Ray Griffin, “noto teologo e scrittore americano, autore del
libro <Commissione 11 settembre, distorsioni e
omissioni>” (già
autore di “The New Pearl Harbor”).
Avete letto bene. Teologo.
Ricapitoliamo: prima un sedicente ingegnere aeronautico che studia la religione di Dio; poi un
generale in pensione che insegue UFO e proiezioni mentali paranormali;
poi un professore di fisica nucleare che sostiene che Gesù Cristo è stato in America; quindi un professore di
filosofia; e adesso... un teologo!
Ci ci si può fidare di uno che confonde Cristo con.... Cristoforo Colombo? E di uno
che vuol sapere in quale Dio crede.... Dio? E adesso ci si infila pure
il teologo?
E basta! Possibile che non si riesca a sentire l'opinione di un vero esperto con
tutte le rotelle al posto giusto?
Ma rassegnamoci e sentiamo cosa ci dice il teologo...
In una conferenza all'università del Wisconsin (almeno questo è
quello che dice il film) “Griffin
elenca i motivi principali per cui ritiene che le torri non possano
essere crollate da sole ma siano invece state demolite con l'uso di
esplosivi”.
Anche Griffin dice che le “Torri sono crollate in
perfetta
verticale e praticamente alla velocità
di una caduta libera, come nelle demolizioni controllate... e poi le
macerie hanno continuato a ribollire
per mesi... per le Torri Gemelle, molta gente
ha detto di aver sentito delle esplosioni....
praticamente tutto il cemento di queste enormi costruzioni si è disintegrato in polvere finissima... fate una prova, prendete un pezzo di
cemento e fatelo cadere da un'altezza di oltre 300 metri, e vedete se si
disintegra in polvere sottilissima. Non succederà mai.... la
maggior parte di questa polvere insieme all'acciaio e all'alluminio
è stata scagliata in orizzontale a dozzine di metri di distanza e pozze di acciaio fuso sono state trovate sotto le macerie...
questi ed altri elementi indicano la presenza di potenti esplosivi piazzati con
precisione ”.
Avete capito tutto? Se lo dice il teologo...
Come abbiamo già dimostrato (non con le chiacchiere... noi abbiamo mostrato le foto ed i
video) le Twin Towers non sono venute giù in verticale.
Come abbiamo già dimostrato (sempre con foto e video) non è per nulla vero
che le Twin Towers si siano polverizzate.
Come abbiamo già dimostrato (con i rilievi sismografici) non è vero che gli
edifici sono collassati alla velocità di caduta libera.
Adesso dovremmo prendere un pezzo di cemento e lanciarlo da 300 metri di
altezza? E poi cosa? Scendere giù e chiedere: "Avete visto un pezzo di cemento
che si è polverizzato?" E magari
quelli rispondono: "Polverizzato?
Il pezzo di cemento no... ma la testa del tipo che avete colpito
è esplosa come un pallone..."
Se Griffin non fosse un teologo, ma un ingegnere strutturale, forse capirebbe che i pezzi di
cemento di cui parla non sono semplicemente caduti da 300 o 400 metri
di altezza... ma sono
stati schiacciati da centinaia di migliaia di tonnellate di acciaio.
Che la faccia lui la
prova! Che prenda un pezzo di cemento, lo faccia cadere da 300 metri, e
poi lo schiacci con qualche centinaia di migliaia di tonnellate di
acciaio... poi vediamo se si polverizza o no.
Ma tutto questo è privo di senso: innanzitutto, come abbiamo
visto, la storia della
completa polverizzazione è falsa. E poi... di
quale cemento stiamo parlando?
Se si è ripetuto fino alla nausea che le Twin Towers erano in acciaio... che gli edifici
in acciaio non crollano per il fuoco... che l'acciaio di qui, l'acciaio di
là... che cavolo c'entra il cemento?
Spiegategli, per favore, che il
cemento non si è polverizzato. Non c'è mai stato
cemento nella struttura resistente delle Twin Towers!
Sicuramente c'era cemento nei pavimenti, c'era cemento negli altri edifici investiti dalle macerie,
c'erano rivestimenti, c'erano mattonelle, c'erano arredi, c'era tanta roba che aveva tutto il diritto di
produrre polvere, durante i crolli.
Anche Griffin ribadisce la storia delle "pozze di acciaio fuso".
Chiariamo subito che pozze del genere, a Ground Zero,
non ne sono state mai trovate.
Macerie che ribolliscono
per mesi... dice Griffin. Quali macerie, scusate? Ma non ha appena
detto che si è tutto disintegrato in "polvere finissima"?
Adesso invece le macerie ci sono e ribolliscono? Ma siamo sicuri che parla di Ground
Zero e non dell'Etna?
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69. Il crollo impossibile
Minuto 66 e 15 secondi circa.
Nel film c'è ancora Griffin che sostiene che l'idea che i crolli
siano stati causati dagli impatti e dagli incendi “è
ridicola. Questo è ancora più evidente nell'edificio 7 che non è stato nemmeno colpito da un aereo ma è comunque
crollato verso
le 17.30 di quel pomeriggio. Il suo crollo è talmente
impossibile da spiegare se non con una demolizione
controllata che il rapporto della Commissione non ne parla nemmeno...”.
Di ridicolo, per la verità, c'è un teologo che vuole parlarci di
demolizioni controllate e collassi strutturali...
Quanto all' "edificio 7" (ossia il WTC-7) , vero che non è stato colpito dagli aerei,
ma è stato devastato dalle macerie dei crolli delle Twin Towers,
esattamente come tutti gli edifici del World Trade Center. E come tutti
gli altri edifici, anche il WTC7 è crollato.
perché mai, poi, la Commissione sull'11 settembre avrebbe dovuto preoccuparsi
di parlare del WTC-7 ?
La Commissione non aveva il compito di stabilire le cause dei collassi. Questo compito
è stato affidato ad esperti ingegneri strutturali e ingegneri
anti-incendio che hanno redatto corposi rapporti. Nella Home Page di Crono911 trovate
i link ai rapporti tecnici del NIST, compreso quelli sul
WTC-7.
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70. Il WTC-7
Minuto 66 e 50 secondi.
Titolo:
“WTC7, il più
strano di tutti”
Il regista dice che il WTC-7 è l'unico caso nella storia in cui un edificio in
acciaio sia crollato a causa di un semplice incendio. Il regista si dice
stupito che anche in questo caso, come per le Twin Towers, il crollo
è avvenuto “in
perfetta verticale” e senza portare
“un solo danno consistente agli edifici circostanti”. Un
risultato, secondo il regista, degno della “miglior
squadra di demolizioni controllate”.
Innanzitutto, va detto che il WTC-7 ha una struttura differente rispetto a quella dei
WTC-1 e 2: la sua tecnica
costruttiva è completamente diversa (si vedano
in proposito i rapporti FEMA e NIST).
Poi, non è per nulla vero che il suo
crollo non abbia provocato danni agli edifici circostanti.



Nelle foto sopra
potete osservare ciò che resta del WTC-7. Le frecce indicano
alcuni dei punti in cui le macerie del WTC-7 hanno colpito gli edifici
circostanti, provocando significativi danneggiamenti. Si
noti anche che parti consistenti della struttura sono ancora in piedi e intatte.
Ulteriori clip e foto del WTC-7, del suo crollo e delle macerie sono disponibili
nella specifica Sezione
di Crono911 nonché su vari siti Web come Debunking911.
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71. Esplosioni alla base
Minuto 68 e 10 secondi circa
Le immagini scorrono su ammassi di rovine
(che sono tutt'altro che polverizzate) mentre la voce narrante evidenzia che ci sono numerose
testimonianze di persone, “poliziotti,
giornalisti, pompieri e comuni passanti che hanno sentito o hanno vissuto in prima persona
una lunga
serie di esplosioni anche alla base delle torri, qualche
secondo prima o durante i crolli stessi”
Questa storia delle esplosioni è davvero pretestuosa. Due grattacieli di 110
piani sono stati colpiti da due grossi aerei carichi di carburante.
Devastazioni e incendi si sono susseguiti fino al momento in cui le
strutture hanno ceduto. Non c'è nulla di strano che ci siano stati scoppi
(e badate bene: basta giocare sui termini "scoppio" ed "esplosione" per
dare un significato diverso a una frase o a una dichiarazione).
Ma c'è un dato evidente e oggettivo: non c'è bisogno che il regista, o un
testimone qualsiasi, ci venga a raccontare di aver sentito scoppi,
botti ed esplosioni. Ci sono centinaia di filmati, con tanto di audio,
delle Twin Towers in fiamme e dei collassi. Se
ci fossero stati suoni di esplosioni, esplosioni provocate da
esplosivi, li sentiremmo anche noi. Il punto è che non ci
sono!
Se poi le esplosioni sono avvenute alla base... come mai le Twin Towers
sono crollate dall'alto?
Vogliamo dire... gli aerei hanno colpito le Twin Towers a una certa altezza, e i collassi sono
iniziati proprio lì dove le strutture erano state colpite.
Questo è logico e coerente.
Come si fa a sostenere, invece, che esplosivi abbiano detonato alla base delle Twin Towers, e i
collassi sono iniziati 80-90 piani più sopra? Non è
logico, né coerente.
Ma andiamo avanti, e vediamo cos'altro intende rifilarci il regista.
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72. La parola ai testimoni
Minuto 68 e 26 secondi.
Titolo:
“Presenza di
esplosivi, la parola ai testimoni”.
Il film propone il testimone Phillip Morelli, carpentiere del WTC: “Quella
mattina, alle
08.30, stava scendendo al livello B4 della Torre 1, quattro piani
sottoterra” dice l'intervistatore.
Morelli: “Vado giù...
e mentre passavo vicino al montacarichi
principale, nel corridoio... è lì che sono stato spazzato via, l'impatto
dell'esplosione o qualunque cosa sia stato, mi ha scaraventato a
terra e poi è cominciato il finimondo... mi sono messo a
correre verso il bagno... ho aperto la porta... improvvisamente
un'altro botto enorme,
vengono giù i pannelli del soffitto, cascano giù le luci... conosco
gente che è rimasta uccisa nel sotterraneo, gente che si
è rotta le gambe nel sotterraneo, gente che ha dovuto farsi la
plastica perché le pareti le sono esplose in
faccia...”
Incredibile! Ma questa è la prova che qualcuno ha minato la Torre 1 (North Tower) !
E che aspettiamo a consegnare questa prova a un Tribunale?
Ehm... riascoltate bene il passaggio: "Quella mattina... alle otto e mezza..."
Alle otto e mezza! E' chiaro che Morelli
sta parlando del momento in cui il volo AA11 ha colpito la North Tower
(alle 08:46, per l'esattezza). L'esplosione di cui parla è
quella provocata dall'impatto dell'aereo! Altro che esplosivi, altro
che esplosioni sentite "qualche secondo prima dei crolli"!!! La North
Tower è crollata alle dieci e mezza !!! (10:28, per la
precisione).
Come fa una demolizione controllata, a far esplodere le cariche alle otto e
mezza e a far crollare l'edificio due ore dopo?
Questo è un altro clamoroso esempio di auto-debunking del regista,
giacché è evidente che l'esplosione sentita da
Morelli è quella dell'aereo, e Morelli l'ha sentita mentre si
trovava "quattro piani sottoterra" , e non solo l'ha sentita, ma ne ha anche
visto e subito gli effetti, il che dimostra e conferma che il
carburante dell'areo si è riversato verso i piani inferiori,
attraverso i vani delle scale, degli ascensori e dei montacarichi,
esplodendo con un'onda d'urto formidabile.
Scusate se abbiamo rimarcato in rosso un altro errore grammaticale dei
sottotitoli del film.... ci teniamo a precisare che l'errore
è nel film e non nella nostra trascrizione...
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73. Scoppi ed esplosioni
Minuto 69 e 33 secondi.
Un commentatore, davanti alle immagini delle torri che bruciano, spiega: “Ci sono
state due o tre esplosioni simili fortissime, e tutto l'edificio ha
letteralmente tremato. Si tremava letteralmente, nei sotterranei
dell'edificio”.
Un altro testimone: “Poco prima di quella fortissima esplosione che tutti abbiamo sentito e
avvertito, abbiamo sentito un botto violento, un'esplosione, abbiamo
guardato su e l'edificio ha cominciato letteralmente a crollare”
Un altro testimone: “A me è sembrata un'esplosione, poi si è sentito il
rumore di un crollo e l'edificio è venuto giù”
Una testimone: “Alle
10:30 ho cercato di uscire, ma appena fuori ho sentito una seconda
esplosione e un altro rombo... macchine incendiate, macchine
rovesciate dalla forza dell'esplosione”
E così via altri testimoni che dicono di aver sentito un'esplosione, chi due
esplosioni, uno di essi parla di un'esplosione all'altezza dell'8° piano.
Un teste, al minuto 70 e 30 secondi circa, dice: “Sembravano degli
spari, bang-bang-bang e poi tre grosse esplosioni”
Un giornalista dice: “Abbiamo sentito parlare di esplosioni secondarie, dopo gli
impatti degli aerei... ci si domanda se ci fosse qualcos'altro alla base
delle torri, che in realtà ha dato il colpo di
grazia per farle crollare”
Un altro giornalista parla di un'esplosione, e della polizia che ha trovato un "ordigno"
sospetto a un "isolato e mezzo" dal punto in cui è avvenuta
l'esplosione.
Come abbiamo detto prima, il termine "explosion" in inglese può essere tradotto
come "esplosione" o come "scoppio". Se non ci credete, andate
su Google
Translate e chiedete la traduzione in inglese della parola
italiana "scoppio". Otterrete questo risultato: "scoppio" =
"explosion".
Cliccate sulla foto per visualizzare
l'immagine.
Nella lingua italiana, molto più forbita e precisa di quella
inglese, c'è una certa differenza di sfumature tra il termine "scoppio" ed il
termine "esplosione", ed il regista ne approfitta
(così come ha fatto con "caldo" e "bollente" , ricordate?).
Ma se ascoltate con attenzione le dichiarazioni dei testimoni, vi
accorgerete innanzitutto che solo alcune di esse parlano di
"esplosioni" immediatamente precedenti il collasso.
Il giornalista, ad esempio, parla di esplosioni secondarie dopo gli
impatti degli aerei. Ben prima dei collassi, quindi, e queste
esplosioni secondarie sono proprio come quella di cui ha parlato il
teste Morelli poco prima. Il teste che parla delle tre esplosioni non
dice (o forse, il regista non ce lo vuole mostrare...) quando le ha
sentite, né dove.
La verità è che a partire dal momento degli impatti
(teste Morelli) fino al momento dei collassi, ci sono state molte esplosioni
secondarie (in edifici di 110 piani, ce n'è di roba che può
esplodere: in quegli edifici c'erano impianti, generatori, bombole di
ogni tipo, tubature, cucine...). E non c'è da meravigliarsi
che quando le strutture hanno ceduto, ci sia stato un boato. Non
si può pretendere che una struttura in acciaio che cede
sotto il peso di decine di migliaia di tonnellate, lo faccia in rispettoso
silenzio.
Ma questo è ben diverso dalla sequenza di esplosioni tipica delle demolizioni
controllate. Nelle demolizioni controllate non si utilizzano grosse
cariche esplosive, ma una serie di piccole cariche, lo stretto
necessario per spezzare gli elementi portanti, con una sequenza ritmica e sincronizzata, decisamente caratteristica.
Nessuno dei testi, inoltre, dà l'idea di parlare di cariche esplosive. Nessuno
di loro adombra il dubbio che si sia trattato di esplosivi.
Nessuno dice: "Ehi! Le esplosioni che ho sentito non hanno nulla a che fare con
gli incendi e con i crolli!"
Quanto all' "ordigno" trovato dalla polizia, anche in questo caso il termine "ordigno"
è frutto di una traduzione maliziosa. Il giornalista parla di
"device", che è un termine estremamente generico.
Può essere qualsiasi cosa, da un bidone di carburante a una scatola di
latta. Peraltro, l'oggetto è stato trovato dalla
polizia, a "un isolato e mezzo di distanza" (non si capisce da cosa) ed
è chiaro che gli esplosivi
per le demolizioni non si piazzano a un isolato e mezzo dal punto che si vuol demolire...
E poi, giacché quell'oggetto non è mai esploso
(altrimenti la polizia lo avrebbe detto) e non era una bomba
(altrimenti ne avremmo notizia) è evidente che si è
trattato di un falso allarme.
Infine, una considerazione fondamentale: i testimoni esibiti dal film, hanno visto
e sentito le "esplosioni", in qualche caso ne hanno subito gli effetti.
Se fossero state vere e proprie esplosioni da ordigni esplosivi per
demolizione, non sarebbero sopravvissuti per raccontarlo. Come abbiamo
detto, ci sono riprese audio-video in abbondanza di quelle tragiche due
ore, e non c'è alcun suono che richiami quello di esplosioni
causate da ordigni esplosivi.
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74. Le comunicazioni dei
pompieri
Minuto 71 e 09 secondi
A questo punto il film ci fa ascoltare alcune registrazioni
radio dei pompieri di New York. Ovviamente non c'è indicazione di orario.
Nelle registrazioni si sente:
“Ho un testimone che dice che c'è stata un'esplosione sui piani 7 e 8...”
“Battaglione 3 a centro, c'è appena stata un'altra esplosione...”
“Warren Street, a causa dell'esplosione secondaria (ma il regista scrive:
seconda). Ci sono molte persone coperte di polvere a causa dell'esplosione secondaria
(il regista scrive: per questa seconda esplosione)...”
“Abbiamo un'altra esplosione nella Torre, 10-13 ...”
“La Torre 2 ha subito una grossa esplosione e sembra esserci un completo collasso intorno a
tutta la zona (stranamente il regista traduce: quello che sembra
essere un crollo completo di tutta la zona circostante)...”
"Mi sono trovato io nell'esplosione secondaria alla Torre 1" (il regista
scrive “seconda esplosione”)
Anche in questo caso abbiamo la testimonianza di esplosioni secondarie, di persone che sono
sopravvissute a questi scoppi (il che non sarebbe accaduto nel caso in
cui fossero state cariche ad alto esplosivo) , di collassi parziali che
hanno preceduto quello principale... queste conversazioni non fanno
altro che confermare il fatto che ci sono stati diversi scoppi mentre
le Twin Towers bruciavano, scoppi che sono avvenuti in modo del tutto
casuale. Nessuno dei pompieri dice: "Ehi gente, qui c'è un
mucchietto di candelotti da cui spuntano fili elettrici!". Eppure i
pompieri erano lì, hanno comunicato via radio, e sono
rimasti all'interno delle Twin Towers risalendole per oltre settanta piani
senza trovare alcuna traccia di cariche esplosive. Queste comunicazioni
radio, quindi, lungi dal dimostrare ciò che il regista
sostiene, sono invece la riprova delle baggianate di questo film e dei
"cospirazionisti" in genere.
Non a caso, il regista gioca con le traduzioni: "esplosione secondaria" è chiaramente un'esplosione derivata
da un evento principale (impatto, fuoco). E allora il regista trasforma la frase in "seconda esplosione", che
assume un significato del tutto diverso. Trucchetti di bassa lega.
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75. Cariche esplosive
Minuto 71 e 40 secondi.
A questo punto il regista fa sentire la dichiarazione di un giornalista della NBC, Pat Dawson,
che viene inserita nel contesto delle comunicazioni radio quasi fosse
anch'essa una comunicazione dei pompieri.
Il regista così traduce le parole di Pat Dawson:
“Ho parlato con il capo della sicurezza dei pompieri di New York. Gli è stato detto
che c'è la possibilità di un secondo ordigno, cioè
un'altra bomba che potrebbe esplodere, ma ha detto che c'è stata una seconda esplosione e poi,
un'ora dopo il primo impatto, c'è
stata ancora un'esplosione. Lui pensa che ci fossero delle cariche
piazzate nell'edificio. Qui a Downtown continuiamo a sentire delle
esplosioni”.
Impressionante, vero? Ma anche in questo caso le cose non stanno esattamente
così. Vediamo perché.
Innanzitutto, non c'è da meravigliarsi se qualcuno, di fronte agli scoppi che
si verificavano nelle Twin Towers, abbia pensato a ordigni esplosivi. Ci
sono altre testimonianze che riportano simili impressioni, ma il
regista, che di ricerche - a quanto pare - ne ha fatte ben
poche, non le ha trovate.
Sta di fatto che questi ordigni non sono stati visti da nessuno e nei video non si sentono
esplosioni di questo genere. Poi, Pat Dawson non è il
testimone diretto: sta riferendo quanto gli è stato detto da un
ufficiale dei pompieri, ed in particolare da Albert Turi.
Ma Pat Dawson ha detto davvero quello che il regista ci mostra? Solo quello? Abbiamo
già visto che in questo film le dichiarazioni sono tagliuzzate,
copiate e incollate per attribuire significati diversi da quelli reali.
Anche per le parole di Dawson è successa la stessa cosa!
Se il film ci avesse
mostrato e fatto ascoltare per intero il servizio di Dawson, avremmo
scoperto che le parole del giornalista non sono così chiare
e nette come il regista vuol far credere. Le parole del giornalista sono
queste:
"The second
device, he thinks, he speculates, was probably planted in
the building...."
Tradotto correttamente: "Il secondo oggetto (esploso), egli pensa, è una (mera)
speculazione, era probabilmente piazzato nell'edificio".
Quindi, non si parla di carica esplosiva ma di "device" che può essere qualsiasi
cosa. Il giornalista precisa che è un pensiero, una speculazione
del pompiere. Il quale non ne è sicuro, ma dice "probabilmente".
Ed infine, il termine "planted" , piazzato, non vuol dire necessariamente
piazzato nel senso di "predisposto per esplodere", ma semplicemente
intende dire che è esploso qualcosa che si trovava
nell'edificio. Questo può significare un generatore, una
bombola di gas, qualsiasi cosa!
Qualcuno osserverà: "quelli di Crono911 stanno facendo le acrobazie
verbali per giustificare una dichiarazione così compromettente".
Non è così. Le acrobazie dobbiamo farle per stare
dietro a quelle che fa il regista.
perché noi non ci limitiamo a dirvi come stanno le cose. Ve le mostriamo per intero.
E difatti, vi mettiamo a disposizione l'intero servizio di Pat Dawson. Ascoltatelo, e scoprirete
che subito dopo aver citato le parole di Albert Turi, il giornalista
spiega che quelle esplosioni sono generate delle condutture di gas
impiantate nelle Twin Towers !!!
Potete ascoltare o scaricare l'intero servizio, in comodo formato MP3
attraverso il nostro sharing
link (dovrete attendere un po' di secondi per avere accesso al file).
E abbiamo sbugiardato
ancora una volta il regista (a dire il vero, non solo lui: questo film
cita e ripropone il meglio... o dovremmo dire il peggio... delle varie
baggianate sostenute dai cospirazionisti di mezzo mondo!).
Ma noi non ci fermiamo qui.
Visto che Pat Dawson cita parole di Albert Turi... cosa c'è di meglio di
leggere cosa ha da dire lo stesso Albert Turi?
Ecco quindi, tutte per voi, le dichiarazioni
rese da Albert Turi, in 28 pagine formato PDF.
Leggetevele con calma, se volete. Noi vi anticipiamo che a pag. 14 Turi riferisce:
"My initial reaction was there was a
secondary explosion, and the entire floor area, a ring right around the
building blew out. I later realized that the building had started to
collapse already and this was the air being compressed and that is the
floor that let go".
Tradotto:
"La mia reazione iniziale fu quella di pensare che c'era stata
un'esplosione secondaria, e che l'intera sezione del piano, un anello
giusto intorno all'edificio, era saltata. Poi ho capito che l'edificio
aveva già iniziato a collassare e quell'esplosione era
l'aria che veniva compressa ed espulsa dal piano".
Eccola la verità
Una verità che dimostra, ancora una volta, le bugie e la malafede contenute in questo
film, che è davvero un Inganno. Per lo spettatore.
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76. Demolizioni controllate
Minuto 72 e 10 secondi.
Titolo: “Crolli o demolizioni controllate?”
Il film mostra alcune riprese di demolizioni controllate. Lo scopo
è quello di indurre lo spettatore a credere che i collassi delle Twin
Tower e i relativi video, siano del tutto analoghi a quelli delle
demolizioni controllate.
Vedremo invece che il regista mette a segno un altro eccezionale capolavoro di auto-onfutazione.
Nel primo clip si vede un complesso di alcuni edifici, alti ciascuno una quindicina di piani. Si
sente una serie ininterrotta e consecutiva di esplosioni, e si vedono i palazzi che
crollano. Avete visto o sentito o qualcuno ha parlato di una serie ininterrotta e consecutiva
di esplosioni al WTC?
Altro clip e altro edificio, questa volta alto una decina di piani. Si sente una serie di
esplosioni in sequenza ravvicinatissima, cui segue una seconda serie di esplosioni
contemporanee, e si vede il complesso che crolla. Avete visto o sentito o qualcuno
ha parlato di esplosioni con queste caratteristiche al WTC?
Terzo video, siamo al minuto 72 e 30 secondi
circa. Altra struttura, anche questa alta una decina di
piani. Altra serie di esplosioni
sincronizzate. Avete visto o sentito o qualuno ha parlato di serie di esplosioni
sincornizzate al WTC?
Seguono altri video, che mostrano sempre le esplosioni sincronizzate
ed edifici che vengono demoliti dalla base.
In tutti i video si vedono gli sbuffi di fumo delle esplosioni, violenti, che fuoriescono
prima che l'edificio inizi a crollare.
Avete visto o sentito esplosioni sincronizzate con relativi sbuffi
violenti al WTC? Avete visto le Twin Towers crollare dalla base? I testi hanno mai riferito una cosa simile?
A questo punto il regista passa, al minuto 73 e 35
secondi circa, a mostrarci i collassi delle
Twin Towers. Si vede il collasso, e durante il collasso sbuffi e
pennacchi di fumo isolati che appaiono DOPO che il collasso è
già iniziato e in modo del tutto asimmetrico. Sbuffi e
pennacchi che non sono per nulla violenti, ma lenti. Semplice fumo
che viene cacciato fuori dalla compressione della struttura che
collassa, e fuoriesce alla stessa velocità del collasso.
Addirittura evidenzia (minuto 75 e 07 secondi)
alcuni sbuffi che escono dalla North Tower quando l'UA175 sta impattando contro la South Tower, ossia alle 09:03.
La South Tower è crollata alle ore 09:59. Avete mai visto una demolizione
controllata in cui l'edificio crolla quasi un'ora dopo le esplosioni?
Tutta questa serie di video, quindi, dimostra che i crolli delle Twin Towers non
hanno nulla di simile a quelli delle demolizioni controllate.
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77. Il raffronto
Minuto 75 e 30 secondi circa
Il film mette uno accanto all'altro il video del WTC-7 che collassa e un
edificio oggetto di demolizione controllata e lascia scorrere i due filmati affiancati.
La cosa stupenda di questo raffronto è che
nell'edificio demolito con esplosivi si vede la serie di esplosioni
che attraversa tutta la base, mentre nel WTC-7 non c'è
traccia di esplosioni !!!
Ancora una volta il regista si smentisce da solo.
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78. Lo sbuffo
Minuto
75 e 50 secondi circa
Non contento di essersi già fatto così male da solo,
il regista sceglie di mostrare il particolare di una facciata
dell'edificio demolito con esplosivi, dal quale fuoriesce un
violentissimo sbuffo di fumo, e lo confronta con una
pressoché insignificante e lenta fuoriuscita di fumo da una
facciata del WTC7 !!!
E così il regista ci dimostra, suo malgrado, che anche le
caratteristiche del crollo del WTC-7 hanno poco a che spartire con
quelle di una demolizione controllata.
Poi si diverte a mostrarci le nuvole di polvere e fumo sollevate dai crolli di una
demolizione controllata comparandole con quelle sollevate dai crolli del WTC.
La polvere e il fumo che si sollevano da un edificio crollato non hanno nulla a che vedere con
le ragioni per cui l'edificio è crollato. Che si tratti di
una demolizione, di un crollo a seguito di impatti e incendi, o di un
crollo a causa di un terremoto, polvere e fumo sono solo polvere e fumo.
In compenso, in queste sequenze, ed esattamente al
minuto 76 e 13 secondi, si vede chiaramente il WTC-7 completamente
circondato dalle macerie del crollo del WTC-1 !!!!
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Minuto 76 e 18 secondi
Il film mostra un video in cui alcuni pompieri commentano i
collassi e il fatto che i piani sono venuti giù uno dietro
l'altro paragonandoli a una demolizione controllata.
Questo è normalissimo. Chi di noi, guardando i collassi
delle Twin Towers o del WTC-7, non ha richiamato nella mente le immagini
delle demolizioni controllate?
Il paragone è spontaneo.
Ma i pompieri, nel filmato, dicono chiaramente che i piani sono venuti
“... Giù fino in fondo”. Dall'alto verso il basso.
Esattamente il contrario di quello che succede nelle demolizioni controllate.
Subito dopo, il film ci fa ascoltare
alcuni giornalisti che paragonano il crollo a un'implosione programmata.
"Come quelle che vediamo in TV", dice uno di loro.
Come dicevamo, è il paragone spontaneo. A
cos'altro può essere mai paragonato il crollo del World Trade Center?
E' la stessa storia del Volo 77 che ha impattato il Pentagono. I testimoni vedono un aereo
arrivare velocissimo a bassa quota e schiantarsi contro l'edificio.
Se uno vuol fare un paragone, a cosa può mai paragonarlo se non
a un missile?
E così, lì i testimoni hanno paragonato l'aereo a un missile, e il regista si
è sforzato di dimostrare che è stato un missile.
Qui i testimoni paragonano i crolli alle demolizioni controllate, e il regista si
sforza di dimostrare che sono state demolizioni controllate.
La cosa è di una banalità sconcertante.
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80. La documentazione
sigillata
Minuto 77 e 23
secondi
Narratore:
“Nonostante il progetto originale
prevedesse chiaramente che le Torri avrebbero resistito all'impatto
di un grosso aereo di linea, nessuno dei progettisti o costruttori
è
mai stato condannato, arrestato o incriminato per negligenza”
Come abbiamo visto e documentato, il progetto definitivo delle Twin Towers non prevedeva affatto una simile
eventualità. Questo requisito, citato in un bozzetto preliminare, non risulta
essere mai stato inserito nelle specifiche progettuali definitive:
"NIST investigators were unable to locate any documentation of the criteria
and method used in the impact analysis and, therefore, were unable to verify the assertion that
… such collision would result in only local damage which could not cause collapse or substantial damage to the building.…"
NIST FAQ
E' invece diffusa l'opinione, sostenuta anche da alcuni dei progettisti, che si
fosse tenuto conto dell'eventualità di un impatto di un Boeing 707 in fase di
atterraggio a New York, ma se anche ciò fosse vero, i Boeing 767
che hanno colpito le Twin Towers l'11 settembre 2001 avevano una velocità
più che doppia rispetto a un Boeing 707 in
atterraggio, e una quantità di carburante enormemente superiore.
Inoltre, nessuno tra i progettisti aveva mai tenuto in considerazione l'effetto
combinato dell'impatto e degli incendi incontrollati.
Ma ci sono altre due circostanze da ricordare: la prima è che le Twin Towers
hanno comunque resistito all'impatto. Lo ha detto anche il regista (vedi
sopra, minuto 46 e 55 secondi): “E
infatti, dopo essere state colpite, le torri hanno ondeggiato e
scricchiolato per qualche minuto prima di fermarsi con il carico
redistribuito sulla struttura restante, come previsto.
Migliaia di persone hanno potuto evacuare le Twin Towers
e salvare la propria vita grazie alla resistenza dimostrata dai due edifici,
che hanno ceduto solo dopo una prolungata esposizione agli incendi
incontrollati innescati dal carburante. Ci sarebbe stato il
tempo di evacuare anche le altre persone, se non fossero rimaste
intrappolate ai piani superiori.
La seconda circostanza da ricordare, è che Frank De Martini, ossia il manager del
progetto di costruzione delle Twin Towers, che proprio il regista ha
citato, al minuto 46 e 10 secondi, è
rimasto ucciso nel collasso della South Tower.
Se mai fossero stati commessi errori di progettazione, il massimo responsabile ("manager del
progetto") li ha già pagati con la propria vita. Altro che processi.
Anche in questo caso, come vedete, per smentire il regista non c'è nemmeno bisogno di presentare
documenti e fonti: è bastato citare due passaggi del suo stesso film.
Ma non finisce qui.
Dopo questa ennesima baggianata, il film ne spara un'altra: “Tutta la
documentazione e i referti tecnici relativi ai crolli sono stati
sigillati dal giudice, per accordo delle parti, e non potranno
più essere visti da nessuno”
Beh... tutta la documentazione ed i referti tecnici la trovate sul sito del NIST, la potete scaricare via Internet oppure richiedere in copia cartacea o in DVD:

Altro che "sigillati dal giudice... e non potranno
più essere visti da nessuno".
Questa è l'ennesima spudorata menzogna di questo film.
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81. Leslie Robertson
Minuto 77 e 46 secondi
Il film ci mostra un'intervista all'ingegnere strutturale Leslie E.
Robertson, "responsabile della robustezza strutturale delle Twin Towers" che dice: “Le
circostanze dell'11 settembre erano al di
fuori di quello che avevamo previsto nel progetto”
e il regista osserva che “Nessuno ha
mai pensato di fargli causa. Leslie Robertson è
sempre stato ed oggi continua ad essere, un libero cittadino. Come
mai?”.
Può esistere una domanda più idiota? Lo ha appena detto, come mai: le
circostanze dell'11 settembre erano al di fuori di quello che il progetto prevedeva.
Si può essere più chiari di così?
In ogni caso, Robertson è uno dei più famosi e qualificati ingegneri strutturali
nel mondo. Nel 2002 (e quindi dopo la tragedia delle Twin Towers) , ha
vinto il prestigioso premio "Henry C. Turner" per "L'innovazione nelle
tecnologie costruttive", a dimostrazione che l'intera
comunità accademica e ingegneristica ha ritenuto valido il suo lavoro di
progettazione (Emporis
Buildings).
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82. Ellen Mariani
Minuto 78 e 45 secondi.
Titolo: "Un popolo a parte".
Un testo scorrevole ci informa che i membri dell'Associazione dei Parenti delle Vittime
dell'11 settembre combattono ogni giorno per chiedere giustizia.
Il film ci mostra quindi un intervento di "Helen Mariani" a un convegno o qualcosa del genere. Il
narratore spiega che Mariani ha perso il marito nel volo United 175 e
“Ha denunciato... Bush... Cheney... le alte cariche dello Stato,
per alto tradimento...” e che la donna chiede
che sia fatta giustizia “In un
tribunale di New York”.
E' comprensibilissimo che molti familiari delle vittime dell'11 settembre non accettino
l'idea che i propri cari siano rimasti uccisi in un attentato che ha
colpito il cuore degli Stati Uniti, gabbando l'intelligence, i servizi
anti-terrorismo e la struttura della difesa aerea e civile.
I parenti delle vittime dell'11 settembre sono decine e decine di migliaia di persone, ed
è perfettamente normale che una parte di esse non sia
soddisfatta dei risultati delle inchieste e non voglia accettare l'idea
che questi attentati siano stati giudicati inevitabili a causa del
sistema e del contesto in cui si sono consumati, e non per colpa di uno
o più specifici individui che avrebbero potuto e dovuto prevenirli.
Comprendiamo e rispettiamo queste persone ed i loro sentimenti, di certo non possiamo
fare altrettanto con chi li strumentalizza ai propri fini.
"Helen Mariani" si chiama
in realtà Ellen Mariani (questo film è zeppo di
imprecisioni imperdonabili, sembra un gazzettino rionale) ed è
l'unico familiare delle vittime di tutti e quattro i voli ad aver
espresso il proprio dissenso rispetto ai risultati delle
inchieste. Almeno, questo è quanto riferisce il giornalista
investigativo indipendente Greg
Szymanski, che tra l'altro è molto vicino ai cospirazionisti.
Ma qui non si tratta di fare la conta di chi crede o chi non crede alle spiegazioni ufficiali.
Che sia una sola persona o siano mille, l'opinione della gente non può modificare i fatti.
Ciò nonostante, non vogliamo sottrarci dall'andare a fondo di
questa affermazione del regista e poiché a noi di Crono911 i
"sentito dire" non piacciono, vediamo allora cosa dice veramente Ellen Mariani.
Leggiamo quindi la sua Lettera
Aperta al Presidente Bush, datata 26 novembre 2003.
A pagina 2, facendosi portavoce dell'Associazione dei Parenti delle
Vittime dell'11 settembre, la donna espone i 7 punti per i quali vuole
risposte dal Presidente Bush:
1. perché ci sono 29 pagine del rapporto della
Commissione, censurate su Sua [di Bush] espressa richiesta personale?
2. Dove sono le "scatole nere" dei voli American 11 e United 175?
3. Dove sono i "voice recorders" dei voli American 11 e United 175?
4. perché non possiamo avere accesso alle registrazioni
complete del controllo aereo, per i voli 11 e 175?
5. Dove sono le videoregistrazioni aeroportuali dei passeggeri che si
imbarcano sui voli dirottati?
6. Quando saranno rilasciate le liste complete dei passeggeri dei voli?
7. perché Suo fratello [di Bush], Jeb (Governatore della
Florida) ha preso in consegna i registri della Huffman Aviation School
e li ha fatti portare fuori dagli USA a bordo di un C-130 governativo ? A
chi sono stati consegnati questi dati e perché?
Queste le sette domande.
E' bene evidenziare preliminarmente che la lettera è del novembre 2003.
A quella data, i lavori delle commissioni di inchiesta non erano ancora
terminati, e nessun vero rapporto definitivo era stato ancora reso
pubblico.
La Commissione di Inchiesta indipendente del Congresso americano ha
difatti concluso i suoi lavori solo nell'Agosto 2004, dopo aver
pubblicato, il 22 luglio 2004, il proprio Rapporto
Finale.
Sempre a partire dal 2004, sono stati via via resi pubblici quasi tutti i documenti precedentemente protetti
dal segreto, compresi quelli acquisiti nel corso del processo Moussaoui.
Dal sito di Crono911
è possibile accedere, visionare, scaricare tutta questa documentazione.
Le domande e le contestazioni di Ellen
Mariani, comprensibili nel 2003, sono state quindi ampiamente superate
dalla diffusione al pubblico dei documenti e degli atti precedentemente segreti.
In particolare, rispondendo punto per punto alle domande:
1. Non ci sono più pagine censurate nel rapporto
della Commissione: l'intero rapporto è stato reso pubblico;
2. Le "scatole nere" dei voli 11 e 175 non sono mai state rinvenute e
si ritiene che non siano sopravvissute agli impatti, al calore degli
incendi, e al collasso di centinaia di migliaia di tonnellate di
acciaio e altri materiali;
3. I "voice recorder" dei voli 11 e 175 non sono mai stati
rinvenuti, per lo stesso motivo di cui al punto 2.
4. Le registrazioni complete del controllo aereo, per tutti e quattro i
voli, sono state rese pubbliche e sono accessibili da chiunque via web.
5. Le videoregistrazioni aeroportuali disponibili sono state rese
pubbliche. Nel Rapporto del 2004 è chiaramente spiegato che
alcuni degli aeroporti interessati dai voli dirottati non avevano
sistemi di videoregistrazione a circuito chiuso per i varchi di accesso.
6. Le liste complete dei passeggeri sono state rilasciate dopo la
conclusione del Processo Moussaoui.
7. I record della Huffman Aviation School sono stati rilasciati dopo la
chiusura dei lavori della Commissione Indipendente, nel 2004. L'intera
storia del C-130 che avrebbe portato via i registri della scuola,
sequestrati addirittura da Jeb Bush, è del tutto falsa e non
si capisce nemmeno da dove sia spuntata fuori.
Ora, come abbiamo visto, è del
tutto comprensibile che Ellen Marian esponesse i suoi dubbi e le sue
richieste nel 2003. Che lo faccia il regista, nel 2006, quando quei
dubbi e quelle domande hanno ottenuto chiare risposte, è
molto meno comprensibile e accettabile.
Ellen Mariani è ancora oggi un "cavallo di battaglia" di
vari movimenti che affermano di volere ulteriori inchieste e di avere
dubbi sulla "versione ufficiale".
I più importanti tra questi movimenti sono riuniti attorno
all'iniziativa "911 Truth"
o "Scholars for 9/11 Truth"
Come si può vedere dal sito, 911 Truth è
diventata una macchina commerciale, che ha un catalogo
con centinaia di Libri, DVD, magliette, spillette e gadget di ogni tipo.
Quando parlavamo di strumentalizzare il dolore dei familiari delle vittime, intendevamo proprio questo.
Ma esistono anche numerose associazioni di parenti delle vittime, come "September 11th
Families Association", che non contestano minimamente la verità dei fatti. E non vendono libri né dvd...
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83. Convinzione personale
Minuto 80 circa
Abbiamo ancora Ellen Mariani. La donna spiega che
vorrebbe fare delle domande a Bush: “Resto personalmente
convinta che lei abbia deliberatamente permesso che i fatti dell'11 settembre
accadessero... si è costruito il consenso popolare per la
sua guerra al terrorismo... Trovo deprecabile che lei usi la nostra
tragedia di morte e distruzione per i suoi fini politici”
Abbiamo già visto quali sono le domande di Ellen Mariani.
E ancora un volta il regista si confuta da sé, perché quest'ultima
dichiarazione testimonia che la Mariani non parla di teorie di
complotto, di missili e di demolizioni controllate, ma semplicemente di
una propria e personale convinzione che il Presidente Bush abbia
lasciato che gli attentati avvenissero, allo scopo di portare avanti
una guerra contro il terrorismo.
Capirete che un conto è dire: "Bush ha organizzato il complotto" e altro conto
è dire "Bush sapeva e non ha fatto niente".
Peraltro, mentre la prima affermazione si scontra palesemente contro le prove ed i dati
oggettivi, ed è insostenibile da chiunque abbia un minimo di
raziocinio, la seconda ricade completamente nel campo delle opinioni
personali, per le quali è quasi impossibile dimostrare
oggettivamente il contrario.
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Minuto 80 e 40 secondi circa
Il film ci propone adesso un intervento di Barry Zellman, che “ha perso
il fratello nel crollo della Torre Sud”.
Non si capisce, come per la Mariani, a che epoca risalga questo intervento.
Zellman dice: “Sono grato a coloro che capiscono che 4 aerei, un'ora e mezza fra il
primo impatto e il secondo impatto, senza la minima risposta militare
negli Stati Uniti, non può essere andata così...
io cerco di essere obbiettivo
... ho fatto ricerche... nessuno riesce a darmi la risposta... ma è chiaro
che il nostro presidente non ha mai voluto andare a fondo di questa
tragedia... ci sono due tipi di famiglie nell'11 settembre, quelle
che hanno preso i soldi e quelle che non li hanno presi, ma i soldi
c'erano, con uno scopo preciso: comperare le persone e farle stare
zitte...”
Anche in questo caso abbiamo l'espressione di una mera opinione personale.
Rispettabilissima, ma pur sempre una semplice opinione.
Come abbiamo detto, non sappiamo a quando risalga questa dichiarazione, ma è un fatto che il
comportamento della difesa aerea è stato sviscerato a fondo in
questi anni, in particolare dopo il 2004, e tutti i documenti e le registrazioni sono di dominio pubblico.
Chiunque può leggerseli e decidere se ci sono state leggerezze o responsabilità.
Non è poi un mistero per nessuno che le famiglie delle vittime abbiano ricevuto denaro,
come accade - almeno nei paesi che possono permetterselo - in tutti i casi di disastri e pubbliche calamità.
La sola Croce Rossa, che di certo non può essere catalogata come un ente al soldo
dell'Amministrazione Bush, ha raccolto in tre mesi (dall'11 settembre
alla metà di dicembre 2001) ben 1,4 miliardi di dollari in favore
delle famiglie delle vittime dell'undici settembre (PBS).
Se consideriamo che il numero delle vittime è di poco
inferiore alle 3.000, già solo questi contributi ammontano mediamente
a quasi mezzo milione di dollari per famiglia, che rappresentano decisamente una grossissima somma.
E parliamo del dicembre 2001.
A queste somme vanno aggiunte quelle raccolte successivamente, quelle raccolte da altre
organizzazioni umanitarie ed associazioni varie, quelle stanziate dallo
Stato e quelle messe a disposizione da enti privati (come le compagnie
aeree).
Ad esempio, l'11th
September Fund ha raccolto, fino al dicembre del 2004, 528 milioni di dollari per aiuti
alle famiglie delle vittime, 866 milioni di dollari per
servizi di assistenza alle famiglie e per la ricostruzione
di case danneggiate dagli attentati, e altri 90 milioni di dollari per altre
forme di assistenza e soccorso.
Il Congresso ha creato un fondo che ha risarcito
2.924 famiglie, pari al 98 % delle famiglie interessate,
elargendo una somma di circa 2
milioni di dollari a ciascuna (Washington Post su 911
Law Help, un servizio di tutela legale gratuita per le
vittime dell'11 settembre) a
fronte della rinuncia ad azioni legali risarcitorie.
Se mettiamo insieme tutti gli aiuti, i contributi e gli stanziamenti, raggiungiamo valori
davvero impressionanti, nell'ordine dei tre milioni di dollari per
famiglia. Parliamo di una cifra di circa due milioni e duecentomila
euro a testa, circa quattro miliardi delle vecchie lire!
Non c'è da stupirsi se le autorità abbiano preteso che i beneficiari di
queste somme rinunciassero ad ogni azione legale nei confronti di compagnie aeree ed enti vari.
Si tratta di una procedura normale per evitare speculazioni ed interminabili contenziosi.
Ma cosa c'entra tutto questo? Cosa c'entrano i risarcimenti e le inevitabili speculazioni economiche, con
le teorie dei complotti?
Se dovessimo reggere questo gioco, avremmo vita facile: basterebbe
citare il fatto che il 98 % delle famiglie ha accettato i
risarcimenti, per rispondere che solo il 2% dei familiari ha dubbi
sulla versione ufficiale!
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85. Le vedove
Minuto 82 e 3 secondi.
Titolo: “Le Vedove del New Jersey”
Il film ci mostra la vicenda di quattro donne, che hanno perso i rispettivi mariti negli attacchi alle
Twin Towers.
Una delle donne spiega all'intervistatore che
“Ci sono molte cose che non mi quadrano sul Pentagono, non capisco come un aereo possa colpire... il Pentagono,
un'ora dopo che il primo aereo ha colpito la prima torre... spendiamo
mezzo biliardo di dollari per la difesa... e mi volete
raccontare che un aereo è in grado di colpire... un'ora dopo che la
prima Torre è stata colpita...”
Nelle varie interviste le donne parlano genericamente di sfiducia nell'accettare i fatti, ed in
particolare l'inerzia della difesa aerea e l'inefficacia dei servizi
di intelligence.
I dubbi delle quattro donne sono comprensibili. Sono quelli di qualsiasi altra persona, a
fronte di un simile evento. Anche in questo caso non conosciamo l'epoca di queste
dichiarazioni, perché come al solito il film si guarda bene
dal dircelo, e quindi non sappiamo se siano state fatte prima o dopo la
pubblicazione degli atti, dei rapporti e dei documenti relativi ai
fatti dell'11 settembre.
In ogni caso queste donne non parlano di missili, non parlano di demolizioni controllate,
parlano semplicemente dello stupore nel vedere il fallimento di una
difesa aerea che credevano potentissima. E' uno stupore
comprensibilissimo, e diciamo le cose come stanno: prima dell'11
settembre 2001, in quanti, che non fossero esperti della materia,
sapevano che c'erano solo 14 caccia a difendere l'intero Nord America?
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86. Mindy Kleinberg
Minuto 85 e 59 secondi.
Titolo: “Mindy Kleinberg pone domande alla Commissione Indipendente”
La donna lamenta, durante i lavori della commissione di inchiesta, il ritardo con cui
il NORAD è stato informato dalla FAA di quanto accadeva al
volo AA11, ed il ritardo con cui sono decollati i caccia.
La Kleinberg punta il dito contro il funzionamento della difesa aerea, contro la mancata
attenzione nei confronti di operazioni di borsa anomale, contro la
superficiale concessione dei visti di ingresso ai dirottatori, contro
la tardività con cui l'emergenza è stata comunicata ai
più alti livelli di governo.
Al termine del clip, il regista scrive: “A
tutt'oggi le domande di Mindy Kleinberg non
hanno avuto nessuna risposta... la stessa cosa è accaduta
per una lista di oltre cento domande simili che l'Associazione Familiari
delle Vittime ha ufficialmente posto al Presidente Bush, al vice
Cheney, alla CIA, all'FBI, al sindaco di New York
Giuliani...”
Un conto è che siano state poste domande durante i lavori
della Commissione di Inchiesta Indipendente. Questo è un fatto.
E' un fatto però che quelle domande hanno trovato risposta
nel rapporto finale di quella Commissione, nonché nei documenti e
atti che sono stati resi pubblici da allora sino a tutto il 2006 (si
pensi alle registrazioni delle comunicazioni del NORAD e della FAA, ai
tracciati radar, ai dati delle scatole nere: queste informazioni si
sono rese disponibili soltanto a partire dal 2005-2006).
Non è storia nuova che le Autorità tendano a mantenere uno stretto riserbo sulle
attività investigative e sulle risultanze delle inchieste che
riguardano fatti delittuosi e crimini terroristici. E' anche vero che
spesso questo riserbo può servire a nascondere manchevolezze e
responsabilità a vari livelli, operativi e politici.
Ma tutto ciò non ha nulla a che vedere con
complotti, cospirazioni, missili e demolizioni controllate.
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Minuto 88 e 30 secondi.
Titolo: “Cala il sipario”
Il regista trasmette un momento delle audizioni della Commissione, e precisamente quando
Giuliani (ex sindaco di New York) ha appena terminato la sua
testimonianza, alla presenza dei familiari delle vittime.
Dal pubblico, un giovane che dice di essere il fratello di uno dei pompieri intervenuti al
WTC, grida alcune frasi del tipo: “Facciamo le vere domande
adesso!” “Il vostro governo ha finanziato e
addestrato Al- Queda”.
(Sappiamo che si scrive Al-Qaeda, anche in questo caso l'errore
è nei sottotitoli del film...)
Un film che appare tagliato su misura delle dicerie che possono
circolare tra le poltrone di un barbiere di periferia, non poteva che
finire con un chiacchiericcio da barberia.
La storiella che Al-Qaeda e Osama Bin Laden siano stati creati dalla
CIA, è credenza diffusa e generalizzata, alimentata dalla
disinformazione, dalla scarsa conoscenza dei fatti, e dalla
contro-informazione ideologica.
Peraltro, il regista dovrebbe decidere cosa fare da grande:
è stato il Governo USA a distruggere il WTC con cariche esplosive, e a
colpire il Pentagono con un missile, oppure sono stati i terroristi di
Al-Qaeda, creazione americana, a dirottare quattro aerei e a
schiantarli sugli USA?
Ad ogni modo, è falso che la CIA abbia mai creato o
finanziato o appoggiato Al-Qaeda e Osama Bin Laden (ne parliamo, con dovizia di
fonti, su Crono911
).
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88. Comprate il DVD
Il film si chiude così, dopo un'ora e 29 minuti
e 45 secondi, con i titoli che scorrono:
“Scritto e realizzato da Massimo Mazzucco”
"Ricerca storica: Roberto Beltrame e Roberto Toso".
"Tutte le informazioni
contenute in questo film sono documentate
sul sito “luogocomune.net”
Ed infine, c'è l'invito ad acquistare un copia del DVD.
Inutile dire che su Luogocomune non è stato "documentato" un accidenti di niente... a
meno che per "documentazione" non si intendono vecchi servizi dei
mass-media (composti quando le notizie erano poche e frammentarie),
richiami a siti di cospirazionisti e altre cosucce simili....
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Conclusioni
Nella nostra analisi, abbiamo evidenziato 88 punti in cui Inganno Globale ha fornito
informazioni false o ingannevoli o fuori contesto o fuorvianti o che si contraddicono tra loro.
E' una media di circa una al minuto, e questi 88 punti non lasciano fuori nessuna delle
affermazioni o citazioni contenute nel film, il che significa che
l'intero film è pura disinformazione.
Lo scopo del film è proprio quello di fornire una massa di dati, per
soverchiare le capacità logiche dello spettatore che non sia un esperto della materia.
La maggior parte della gente, persino chi non crede alle teorie del complotto, a fronte di
questa massa di informazioni è portata a credere che almeno una
piccola percentuale di verità debba esserci.
Ed è così che il film raggiunge i suoi scopi: insinuare il dubbio o addirittura
convincere lo spettatore che il Governo americano, o parte di esso,
abbia posto in essere il più grande complotto di tutti i tempi,
uccidendo alcune migliaia di concittadini per bieche manovre di potere.
Un altro scopo del film è quello di fornire una specie di "guida operativa" al
cospirazionista: un sacco di dati da citare e da mostrare.
Un altro aspetto da considerare è la difficoltà di "smontare"
(debunk) un film del genere: l'analisi e la ricerca delle fonti richiede tempo e
impegno. Questa è l'arma principale del cospirazionista, contro
la quale non c'è difesa: il cospirazionista riesce a montare in
poco tempo decine e decine di teorie, dubbi e false affermazioni,
raccattando tutto ciò che gli passa per la testa e tutto
ciò che gli conviene: frammenti di frasi, scorci di fotografie,
vecchie dichiarazioni, ecc...
In un'ora di lavoro, il cospirazionista può snocciolare tante di quelle false
informazioni (senza alcuna seria attività di verifica e di
ricerca) che poi impongono al debunker settimane, se non mesi, di
lavoro certosino per ricercare le fonti che le smentiscono. E nel
frattempo, il cospirazionista ha già tirato fuori altre
diecimila teorie.
La disinformazione sfrutta questa capacità di dilagare oltre ogni possibilità di
contenimento e di smentita. E' il classico sistema per cui chi grida di
più, e più forte, ha ragione. E quanto
più il "debunker" è preciso (e quindi impiega tempo per smentire
l'avversario con prove e documenti) tanto più il cospirazionista
è avvantaggiato nella sua opera di disinformazione. Se
invece il "debunker" è impreciso, i suoi errori e le sue imprecisioni
lo inchioderanno e lo renderanno poco credibile.
Difatti il bravo disinformatore (in questo caso il cospirazionista) ha
la capacità di invertire l'onere della prova: nessuna delle
proprie affermazioni è realmente e seriamente documentata in
maniera completa e oggettiva, e viceversa dal debunker si pretende una meticolosa
produzione di prove. Quando il cospirazionista è colto in
fallo, non ha problemi: semplicemente passa a un altro argomento, e
quando la platea cambia, non ha pudore a riproporre quelli vecchi.
Quando un cospirazionista non sa cosa rispondere, semplicemente tace
sul punto e passa ad altro. Un debunker, invece, non può mai
permettersi di sbagliare e non può mai permettersi di tacere.
Noi di Crono911 pensiamo che questo genere di
disinformazione sia pericolosa, nel momento in cui cerca di
convincere la gente che le istituzioni (governo, servizi investigativi,
sistema giudiziario) e l'informazione democratica (mass media) sono
artefici o complici degli atti di terrorismo e che le
organizzazioni terroristiche (come Al Qaeda) non esistono o non
costituiscono una minaccia reale. Questa inversione di ruoli
è pericolosa, perché mina la fiducia del cittadino nelle
istituzioni, ne compromette quella collaborazione indispensabile per garantire la sicurezza, e
quindi, in ultima analisi, rende più difficile il lavoro di prevenzione e di tutela che
gli operatori professionali, a tutti i livelli, sono chiamati a svolgere
proprio in difesa del cittadino.
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